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Una super donna per Chicago

A prescindere dal successo avuto in patria, The Chicago Code resta il migliore poliziesco di questa stagione. Merito anche di Jennifer Beals, la quale ci presenta il suo personaggio.

Una super donna per Chicago

E’ con una poesia di Carl Sandburg, Chicago, che Jennifer Beals presenta The Chicago Code, il migliore poliziesco offerto dalla tv americana questa stagione - sfortunatamente non ricompensato bene dagli ascolti e cancellato poche ore fa dopo soli 13 episodi - in onda dall’11 maggio ogni mercoledì alle ore 21:00 su Fox. La poesia celebra il duro lavoro svolto dalla classe operaia di Chicago, la cui etica trionfa su quelle rappresentazioni che descrivono la città dell’Illinois come un luogo di corruzione, in cui è pericoloso vivere. Beals, nata a Windy City e star del telefilm, non conosce modo migliore per spiegare come lei - e il suo personaggio, il sovrintendente della polizia Teresa Colvin - si sono sentite nel lavorare in quel luogo che chiamano casa. “Ho un affetto così forte per la mia città e l’ho sempre avuto”, dice Beals a TV Guide. “La poesia di Sandburg è molto utile per capire Chicago. E’ ancora attuale. E’ questa Chicago, tranne per il fatto che adesso ci sono degli straordinari grattacieli in mezzo a tutto il resto. C’è ancora quella sorta di orgoglio feroce e quest’attaccamento si riflette nel codice di comportamento. La gente è molto, molto orgogliosa della sua città, nonostante ci sia così tanta corruzione”.

Ed è proprio questa corruzione ciò che Teresa, primo sovrintendente donna nella storia della polizia di Chicago, sta cercando di soffocare. Ma prima di poter buttare giù gli sporchi politici che popolano il mondo di The Chicago Code, come l’assessore Ronin Gibbons (Delroy Lindo), il quale tiene sotto scacco la città, Teresa deve trovare un modo per farsi rispettare in un ambiente, quello della polizia, gestito prevalentemente dagli uomini. “Sta cercando di capire come mettere in chiaro la sua autorità”, dice Beals. “Lei è quel tipo di donna che, nel bene o nel male, ha dedicato tutta la sua vita a questo mestiere, e la cosa davvero interessante è che si sta dando da fare per farsi un nome. Ci sono dei momenti in cui è in difficoltà con il suo modello di leadership. Un istante è piuttosto autoritaria e non ha alcuna intenzione di divulgare delle informazioni, e quello dopo vuole essere comprensiva, ma nel farlo rischia di essere percepita come una persona debole o incompetente. Vuole davvero che quegli uomini e quelle donna si fidino di lei. E sa che non potrà realmente attaccare il sistema se non è capace neppure di tenere in ordine il suo ovile”.

Il ritratto indurito di Teresa Colvin è ben lontano da quel momento in cui la carriera di quest’attrice 47enne registrò una svolta grazie al ruolo della-ragazza-dalla-felpa-slabbrata in Flashdance o dal suo ruolo nella serie di Showtime The L Word. Nel primo episodio, la fermezza di Teresa conquista lo schermo. Un modo di giocare al gatto e al topo con Gibbons che suona come qualcosa di totalmente nuovo per la tv. Mentre Gibbons dimostra quanto può essere potente e manipolatore, Beals dice che Teresa dimostra invece di non essere disposta a farsi dissuadere dal suo comportamento. “E’ una corsa continua”, dice. “L’assessore Gibbons è a un livello che Teresa non ha ancora raggiunto, quindi questo la pone in svantaggio. Non ha quel tipo di esperienza, né gli agganci che ha lui. Quindi è un po’ come tra Davide e Golia. Ma lei non ha intenzione di mollare. Tutto ruota attorno alla domanda: come si fa a combattere il corruttore senza compromettere se stessi?”.

Ad assistere Teresa nella sua missione è il suo ex collega, il detective Jarek Wysocki (Jason Clarke). Tuttavia, la sua lealtà nei confronti del nuovo capo lo mette letteralmente sotto il fuoco dei colleghi, sin dalla prima puntata. “Hanno un rapporto molto, molto profondo, basato sul rispetto reciproco”, dice Beals. “Molto spesso, alla base di una storia d’amore ci sono il rispetto e l’ammirazione per qualcuno, ma in questo caso è diverso. L’energia che c’è tra loro è palpabile. Lui probabilmente è una delle poche persone che può parlarle con sincerità. E’ davvero la sua migliore amica, almeno da quello che ho avuto modo di vedere finora”. Beals dice anche che è bello vedere una coppia di poliziotti come Colvin e Wysocki nel panorama televisivo di oggi, popolato da antieroi (il produttore esecutivo di The Chicago Code, Shawn Ryan, ha creato uno dei più memorabili antieroi della tv in The Shield, Vic Mackey). Ma lei scherza sul fatto che le motivazioni di Teresa siano più profonde di quelle di un vero ed eroico colletto blu. “Non è che una super donna sia arrivata al Dipartimento di Polizia di Chicago”, dice con una risata. “Lei ha un sacco di problemi personali che cominceranno a essere sveltati nel corso della stagione”.

Piuttosto, “Ha bisogno di chiedere a se stessa, ‘Perché lo sto facendo?’”, continua Beals. “‘Lo faccio per il beneficio di tutta l’umanità, o lo faccio soltanto perché ho una ferita talmente grande dentro di me da sentire di poterla guarire solo aiutando gli altri?’. In entrambi i casi, sarebbe valida e utile per il resto del mondo, ma arriverà un momento in cui sarà costretta a confrontarsi con quella ferita da sola. E penso che, a quel punto, quando Teresa Colvin sarà costretta ad affrontare tutto il dolore che ha dentro di lei, si renderà conto che non potrà guarirlo in quel modo, neppure se l’intera città si trasformasse in un campo di margherite e tutti si mettessero a danzare mano nella mano”.

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