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The Blacklist: Sul set della novità più apprezzata della stagione

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In occasione dei nuovi episodi, abbiamo incontrato il cast e la crew a New York.

The Blacklist: Sul set della novità più apprezzata della stagione

Mentre in Italia i nuovi episodi sono attesi per questo venerdì alle ore 21:55 (e non più alle 21:00) su FoxCrime, negli Stati Uniti The Blacklist continua a spopolare ogni lunedì sera su NBC. Anche se ambientata principalmente a Washington, D.C., la serie è girata quasi per intero a New York, negli studi televisivi che si trovano a Chelsea, sulle sponde dell’Hudson. Ed è proprio davanti al Chelsea Piers 61 che lo scorso venerdì mattina i giornalisti avevano appuntamento per una visita dei set.

Dopo la solita, pantagruelica colazione offertaci e condivisa con la crew, la visita inizia intervistando il set designer Bradley Schmidt. “In totale abbiamo cinque set per gli interni. Due sono fissi, e sono ovviamente il Post Office – la base operativa del team dell’FBI - e la casa di Liz. Gli altri tre invece li ricostruiamo puntata per puntata, a seconda delle necessità della sceneggiatura”, racconta Schmidt. “Spesso dobbiamo costruire set interi anche per una sola inquadratura, com’è capitato per una delle ultime puntate della stagione, quando s’intravede appena la casa dell’agente Ressler. Una puntata di solito si realizza in otto giorni, noi costruiamo i set della successiva mentre girano la precedente”. Il tempo a disposizione per la produzione sembra molto poco e deve essere coordinato alla perfezione. Schmidt dice sorridendo: “La maggior parte delle volte finiamo di girare il venerdì, e il lunedì è trasmesso in tv. Dobbiamo per forza essere coordinati al meglio”.

The BlacklistPer tornare alla stanza assegnata ai giornalisti facciamo un percorso differente, dal momento che sono cominciate la riprese. Ed è così che ci imbattiamo in un vero e proprio aereo, ricostruito in un angolo dello studio principale. Si tratta ovviamente del jet privato di Red Reddington. “Ecco, per costruire quello ci siamo presi qualche giorno in più”, scherza il set designer.

La seconda tappa del tour prevede un giro al reparto costumi, dove la responsabile Christine Bean sta finendo di sistemare l’abito di Diego Klattenhoff. “Le scene più complicate per noi sono ovviamente quelle di massa, gli esterni, dove dobbiamo stare attenti all’abbigliamento di decine e decine di comparse”, spiega Bean. “Per quanto riguarda il protagonista, Red Reddington, non ho molti problemi: James Spader è un uomo molto elegante anche nella vita reale, ci troviamo quasi sempre d’accordo su come Red debba vestire”. Nella sartoria sono esposti in bella mostra il magnifico vestito rosso che Liz indossa nel quattordicesimo episodio, intitolato Madeline Pratt, che in Italia vedremo proprio questa sera. Accanto, l’altrettanto elegante doppiopetto di Red, ovviamente in un rosso scuro. E, poggiato sul tavolo, il mitico cappello che il ricercato Reddington indossa in ogni episodio, il suo “marchio di fabbrica”.

Più tardi ci permettono finalmente di raggiungere il set principale, il Post Office, dove il solito team composto da Megan Boone, Klattenhoff, Parminder Nagra e Harry Lennix sta discutendo su come mettersi sulle tracce del ricercato di turno. Si tratta del ventesimo episodio (in onda negli Stati Uniti il 28 aprile), dal titolo The Kingmaker. Dopo nomi del calibro di Alan Alda, Jane Alexander, Dianne Wiest, Campbell Scott e Tom Noonan (magnifica la puntata Lo squagliatore, di cui quest’ultimo era la guest star, omaggio esplicito a Manhunter di Michael Mann), l’ospite questa volta sarà Linus Roache. I dialoghi sono serrati e l’inquadratura è rigirata due o tre volte perché Klattenhoff si inceppa su una battuta. Ma, alla fine, tutto va per il meglio.

The BlacklistIl tour del set si conclude con alcune, brevi dichiarazioni dei protagonisti. “Lavorare con James Spader ti costringe a dare il meglio di te”, esordisce Boone. “Rendere credibile il rapporto di sospetto e allo stesso tempo fiducia tra Liz e Red è davvero emozionante, lavoriamo costantemente su sfaccettature dei nostri ruoli che noi stessi scopriamo volta per volta”. Aggiunge Klattenhoff: “È una serie completamente diversa da Homeland”, della quale è stato il co-protagonista prima di unirsi a The Blacklist. “L’unica cosa che le accomuna sono le sceneggiature molto ben scritte, sia nello sviluppo della trama che nella definizione delle psicologie. Per il resto The Blacklist è un procedurale con meccanismi interni alle puntate differenti da Homeland. Non poteva capitarmi di meglio per continuare la mia carriera in tv”. A chiudere la chiaccierata è il “veterano” Harry Lennix, visto recentemente anche al cinema ne L’uomo d’Acciaio. “Quello che mi diverte nell’interpretare Harold Cooper è il distacco e la lucidità che deve mantenere in ogni occasione”, dice. “Spesso si trova ad affrontare dilemmi anche morali che riguardano il suo lavoro, ma non esita mai di fronte a ciò che ritiene il suo dovere. È un personaggio con molte ambiguità, che per un attore sono sempre stimolanti da dipingere”.

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