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Lost: 15 anni fa andava in onda il discusso finale (e c'è ancora chi non lo ha capito)

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Sono passati 15 anni dal finale di Lost, uno dei più controversi della storia della tv: ricordiamo come era finita la serie e perché c'è ancora chi ne discute (no, non erano tutti morti fin dall'inizio).

Lost: 15 anni fa andava in onda il discusso finale (e c'è ancora chi non lo ha capito)

Chiariamolo subito: nel finale di Lost non "erano tutti morti fin dall'inizio", una frase che negli anni abbiamo sentito dire spesso in accese discussioni a proposito della serie. Il 23 maggio 2010 negli Stati Uniti andava in onda quell'ultimo controverso episodio, anche universalmente considerato probabilmente il finale più deludente della storia della tv. Esattamente 15 anni dopo, torniamo a parlarne. Per chi vuole ricordarsi cos'era successo, per chi magari l'ha rivalutato e soprattutto per ribadire il concetto con cui abbiamo aperto questo articolo: no, non erano tutti morti fin dall'inizio. Ma, se molti spettatori hanno interpretato in questo modo quella conclusione, c'è un motivo: facciamo ordine. Naturalmente seguiranno spoiler per chi non avesse visto ancora la serie. Sono passati 15 anni, ma è sempre meglio ribadirlo.

Cosa succede nel finale di Lost

Nell'ultima stagione Lost intreccia due linee temporali principali. Una segue gli eventi sull’isola, dove Jack ha ormai assunto il ruolo di protettore dopo la morte di Jacob, l’essere misterioso incaricato di custodirne i poteri. Dall'altra parte c'è la realtà che gli sceneggiatori hanno definito dei flash sideways, una realtà alternativa in cui il volo Oceanic 815 non è mai precipitato. O almeno, così sembra. Sull'isola, il conflitto tra Jack e l'Uomo in nero – incarnato nel corpo di Locke e nel mostro di fumo nero – culmina in uno scontro finale. Jack riesce a fermarlo, ma a caro prezzo: deve sacrificarsi per salvare l'isola, sostituendo una pietra che ne sigilla l'energia. Prima di morire, Jack nomina Hurley come nuovo guardiano e sorprendentemente, quest’ultimo sceglie di farsi aiutare da Ben Linus, l'ex nemico storico e leader degli Altri.

Lost

Il significato della scena della chiesa

Nel frattempo, nella realtà "alternativa", tutti i personaggi principali – vivi e morti – si riuniscono in una chiesa. Lì, Jack incontra il padre, che gli rivela la verità: tutti quelli presenti sono morti in momenti diversi, e quel luogo non è altro che uno spazio fuori dal tempo in cui le anime si ritrovano prima di "andare oltre". Quando Jack apre le porte della chiesa e la luce lo avvolge, la serie si chiude sul suo volto sorridente, mentre il suo corpo muore sull'isola ("si vive insieme, si muore da soli", una delle citazioni più memorabili della serie).

Lost

Perché non erano tutti morti dall'inizio? Il grande malinteso nasce proprio da quella scena finale nella chiesa, rafforzata da un'inquadratura nei titoli di coda che mostra i resti del volo Oceanic sulla spiaggia. Questo ha indotto molti a pensare che l’intera serie fosse un'allucinazione post-mortem, o peggio, che tutti fossero morti nel disastro aereo iniziale. Ma questa interpretazione è sbagliata Gli showrunner Carlton Cuse e Damon Lindelof hanno più volte chiarito che tutto ciò che è avvenuto sull’isola è accaduto realmente (nel contesto narrativo della serie, ovviamente). L'isola ha proprietà soprannaturali, ma gli eventi che vi si svolgono sono reali per i personaggi. La sequenza nella chiesa rappresenta invece un momento fuori dal tempo, una sorta di limbo spirituale in cui le anime si ritrovano solo dopo la loro morte individuale, avvenuta in momenti diversi.

Lost

La confusione nasce dal linguaggio simbolico del finale ma anche da alcune scelte stilistiche infelici, come il famoso vetro colorato con simboli religiosi o la sequenza finale con la fusoliera (inserita, in realtà, per un motivo puramente estetico, come poi spiegato dagli autori: non creare uno stacco netto tra la scena, molto emotiva, della chiesa e la pubblicità a fine episodio).

La spiegazione degli autori: un finale più emotivo che logico

Secondo gli showrunner, il finale non doveva dare risposte a tutti i misteri (molti, in effetti, sono rimasti irrisolti: la fertilità sull’isola, la vera natura del tempio, i poteri specifici di alcuni personaggi, per esempio). Al contrario, l'obiettivo era dare una conclusione emotivamente appagante al viaggio dei protagonisti. "Abbiamo sempre saputo che volevamo che i personaggi si ritrovassero e trovassero pace", aveva detto a Vulture Liz Sarnoff, sceneggiatrice e produttrice della serie. Il concetto alla base dei flash sideways, aveva spiegato, è stato preso in prestito dal Libro Tibetano dei Morti, secondo cui dopo la morte l'anima attraversa una fase in cui non sa ancora di essere morta.

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Il finale, quindi, doveva parlare più ai sentimenti che alla razionalità: amicizia, redenzione, amore, perdono. Le buone intenzioni degli autori, tuttavia, probabilmente non furono comprese. Motivo per cui per molti spettatori il finale di Lost fu una delusione. Eppure siamo ancora qui, 15 anni dopo, a parlarne. Sintomo del fatto che Lost ha lasciato una scia evidente e importante nella cultura pop. Ma no, non erano tutti morti fin dall'inizio.

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