Le Migliori Serie TV del 2018
Da American Crime Story a Killing Eve, ecco le 10 storie più appassionanti dell'anno.
Un nuovo anno sta terminando e, come ogni anno in questo periodo, è il momento di tirare le somme sulle molte storie dei generi più diversi raccontate dal piccolo schermo negli ultimi mesi, identificando i titoli che meglio di altri si sono distinti per qualità della narrazione, della messa in scena e delle interpretazioni. Le Serie TV, grazie anche alla rivoluzione delle piattaforme streaming, sono tornate a essere una delle forme di intrattenimento più diffuse e apprezzate, capaci in alcuni casi di farsi abile specchio della realtà e di creare veri e propri fenomeni di culto. Sono stati 495 gli sceneggiati originali proposti quest'anno solo negli Stati Uniti. Una marea e più di quanto si sia mai visto in passato. Ne abbiamo selezionate 10, le produzioni a nostro avviso più riuscite, consapevoli che altre come Better Call Saul, Counterpart, La fantastica signora Maisel, L'amica geniale e Westworld rimaste fuori per poco sono state anch'esse tra le vostre preferite. L'invito, come sempre, è di recuperare i titoli che vi fossero sfuggiti, mentre ci accingiamo a un'annata che si preannuncia ancora più entusiasmante. Ma di questo avremo modo di parlare presto. Nel frattempo, ecco le nostre Migliori Serie TV del 2018.
10. Sharp Objects
Basata sullo sconvolgente romanzo di debutto di Gillian Flynn, Sharp Objects ha portato avanti la lunga tradizione di miniserie di qualità della rete via cavo HBO con una storia di trauma e negazione - quella di una giornalista che torna nella sua piccola città natale per indagare sull'omicidio di una tredicenne e la scomparsa di un'altra, ritrovandosi velocemente perseguitata da un passato difficile e da una famiglia vendicativa - capace di sorprendere costantemente. L'adattamento di Marti Noxon si è rivelato uno dei thriller più eclatanti degli ultimi anni, merito del materiale di partenza ma anche di un cast dell'eccellenza guidato da Amy Adams e Patricia Clarkson, della regia attenta di Jean-Marc Vallée e di un montaggio capace di valorizzarne tutta la complessità.
9. American Crime Story: L'assassinio di Gianni Versace
Sebbene non sia stata magnetica come Il caso O.J. Simpson, la seconda stagione della serie antologica di Ryan Murphy, American Crime Story: L'assassinio di Gianni Versace, ha spiazzato spostando l'attenzione dalla pesante e iconica figura di Gianni Versace a quella meno conosciuta di Andrew Cunanan (interpretato da un bravissimo Darren Criss), il suo assassino, attraverso uno sconvolgente viaggio a ritroso nella sua follia omicida in un'America degli Anni '90 omofoba. Ne è emersa una rappresentazione affascinante della totale alienazione di un giovane, un nuovo American Psycho, arricchita di dozzinale musica dance, culto delle forme fisiche, violenza sconsiderata e alta moda, talvolta allo stesso tempo.
8. The Good Fight
Ringraziare CBS All Access per essere riuscita a mantenere intatta la qualità narrativa di The Good Wife nello spin-off The Good Fight era solo l'inizio, perché la seconda stagione del legal drama con Christine Baranski ha superato abbondantemente quanto avevamo visto un anno fa, riuscendo allo stesso tempo ad offrire un punto di vista intelligente sull'attuale clima politico statunitense. Non capita spesso di vedere una serie raggiungere così velocemente la maturità, e la capacità con la quale The Good Fight continua a gestire temi difficili e complessi senza rinunciare a una giusta nota di umorismo nero la rende tanto irresistibile quanto chi l'ha preceduta e oggi manca così tanto.
7. Barry
Mai avremmo immaginato uno degli uomini più autorevoli di Hollywood, Bill Hader, nei panni di un killer devastato dalla guerra che cerca di trovare la salvezza in una classe di recitazione di Los Angeles. Fortunatamente, c'è voluto Bill Hader per vedere questo mix selvaggio di azione, crimine e commedia prendere forma su HBO, giacché il veterano del Saturday Night Live ne è anche il co-ideatore, sceneggiatore e regista. Reso insensibile dalla natura grottesca del suo lavoro, incapace di provare ancora emozioni, il sicario Barry trova nel teatro un'alternativa alla depressione, ai disturbi post traumatici da stress e agli omicidi a sangue freddo. Tutto molto bello se non fosse che il passato non ci mette molto a bussare alla sua porta.
6. Homecoming
Thriller cospirativo su una struttura governativa segreta, Homecoming ha offerto al suo pubblico un'esperienza intrigante e spedita (di quelle che fanno dire "È già finita?") impreziosita in modo insostituibile dalla narrazione copiosa e dall'orchestrazione magica di Sam Esmail, abilità da lui affinate in Mr. Robot, così come dall'interpretazione calibrata di Julia Roberts, al suo primo ruolo da protagonista in tv e già quella da battere alle prossime premiazioni importanti. Nei panni di una donna in gran parte all'oscuro del suo passato, che sospetta più di quanto sia disposta a lasciarsi sfuggire, Roberts fa quello che così tanto ci piace veder fare a una star del suo calibro: disattivare il proprio fascino regalando un'esecuzione stupefacente, in una storia che provoca e gratifica.
5. Pose
Non importa quale posizione in questa o quella classifica possa occupare o quale premio riuscirà a vincere: Pose, l'ultima creazione di Ryan Murphy, ha già scritto una pagina indelebile nella storia dell'intrattenimento. Non perché abbia coinvolto con un ruolo regolare il maggior numero di attori transessuali mai impiegati in una produzione televisiva americana. Non solo, almeno. Ci troviamo di fronte a uno show che rasenta la perfezione - pieno di vivacità e sentimento, talento e diversità, sincerità e - ovviamente, trattandosi di uno show di Murphy - audacia. Una serie sulle famiglie che ci scegliamo, i cuori infranti, l'unità e l'amore per se stessi. Attraverso un cast impeccabile, performance straordinarie e una prospettiva non comune sulla New York degli Anni '80, Pose si è rivelata per i molti e diversi temi affrontati (e non solo quelli della "ball culture" e dell'epidemia di AIDS in corso) la serie più intima dell'anno.
4. Killing Eve
Una delle serie rivelazione dell'anno, avvincente fin dal primo minuto e dannatamente sexy, Killing Eve ha brillato nella massa di crime drama che oggigiorno prolifera in tv con la sua sensibilità distintamente femminile e il tono a tratti spassoso dell'interpretazione del classico gioco del gatto col topo che ha portato sullo schermo. Alla produzione di BBC America va inoltre il merito di aver riportato in tv l'amata Sandra Oh con un ruolo che smette di farci rimpiangere il suo addio a Grey's Anatomy - quello di un'agente dell'MI5 ossessionata per un'assassina tanto bella quanto sadica la quale finisce ben presto col risponde all'attrazione con altrettanta passione.
3. The Good Place
Un altro anno è trascorso e The Good Place è ancora ai primi posti delle comedy e delle serie più apprezzabili della tv. Il motivo trova una spiegazione nella sua costante e meravigliosa capacità di reinventarsi, stagione dopo stagione ma anche dopo una nuova manciata di episodi appena. Pur mantenendo al centro del racconto i suoi elementi fondanti, le trovate di Michael Schur (la cui carriera è una retta sempre in salita) in The Good Place sorprendono e divertono, e l'ultimo episodio andato in onda, Janet(s), ne è la riprova. È sempre bello quando una storia segue un percorso difficile da prevedere. Ancora di più quando, pur il pubblico non essendo così riconoscente, una rete, in questo caso NBC, riconosce di dover proseguire, vedendone le qualità e le potenzialità.
2. The Americans
The Americans, lo spy drama d'ambientazione storica di Joe Weisberg, si è concluso lo scorso maggio, dopo sei stagioni, senza perdere spessore in nessuno degli aspetti che l'hanno reso tra i più apprezzati e premiati degli ultimi anni, a cominciare dalle interpretazioni magistrali di Keri Russell e Matthew Rhys. Invece di cercare affannosamente un lieto fine, gli autori hanno consegnato al pubblico un capitolo conclusivo malinconico e a tratti amaro, guidato dalle paure e dai desideri dei Jennings in un mondo che stava cambiando così velocemente da non avere più un senso per nessuno di loro, e risolvendo tutti i propri intrecci in un finale straziante che, a detta di molti, si è guadagnato un posto negli annali della tv come pochissimi altri sono riusciti a fare dopo I Soprano.
1. Atlanta
La migliore comedy in circolazione, genere che sembra tra l'altro stargli stretto, negli episodi della seconda stagione Atlanta ha superato se stessa facendo quello che pochi altri avrebbero avuto il coraggio e la capacità di fare: evitare in larga parte le situazioni corali per permettere a ciascun personaggio di avere una propria avventura autonoma. Audace, post-moderna, eccentrica e persino inquietante, un costante capovolgimento di toni sorprendente e imprevedibile, la serie scritta, diretta e interpretata dalla star in costante ascesa Donald Glover ha continuato a sollevare domande potenti sulla realtà di vivere nell'America di oggi. Qualcuno ha scritto che questa è semplicemente arte.