Le migliori Serie TV del 2014
Il Trono di Spade, Fargo e Jane the Virgin sono tra le serie tv secondo noi migliori di quest'anno. Ecco tutte le altre.

Pochi giorni fa, nel primo dei nostri bilanci di fine anno, abbiamo scoperto quali sono state le serie più viste dal pubblico americano negli ultimi mesi. In quell'occasione è emerso come ciascuna delle cinque principali realtà televisive abbia chiuso il 2014 senza un incremento del numero di spettatori, semmai il contrario, colpa in parte della frammentazione del pubblico tra le numerose realtà determinate a fare la propria parte - spesso con grande capacità - nella sempre maggiore offerta di produzioni originali. Un'ulteriore conferma di ciò arriva da questo secondo speciale, nel quale tracciamo un bilancio delle serie che hanno spiccato per qualità narrativa e interpretativa. Dei 10 titoli che vi suggeriamo di recuperare al più presto, nel caso in cui non l'aveste già fatto, l'80% non è stato prodotto dalla tivù nazionale e un suo quarto arriva dal web.
Prosegue dunque quel processo di rigenerazione del piccolo schermo inizialmente visto con sospetto e poi abbracciato senza più riserve. Un processo estremamente favorevole per noi spettatori, in questo 2014 testimoni anche di una reinterpretazione dei generi più amati. Come il crime-poliziesco, che ha abbandonato la sua tradizionale proceduralità per esplorare territori meno prevedibili, più malsani e insospettabili, spesso dal punto di vista di personaggi tutt'altro che positivi. Un importante contributo è arrivato anche dalle produzioni britanniche Broadchurch e The Fall, cui va attribuita una menzione d'onore come ad alcune altre serie (House of Cards, Masters of Sex, Hannibal, Louie, Silicon Valley e Veep) che non trovano spazio nella nostra Top Ten. C'è poi la comedy, che ora è diventato di moda definire "dark", la quale ha smesso di fare solo ironia sulle situazioni e ha cominciato ad avventurarsi in realtà che credevamo fuori dal mondo e invece abbiamo scoperto fare parte di questo mondo eccome.
10. The Affair
La più classica delle storie - un tradimento e il modo in cui mette a repentaglio gli equilibri all'interno di due coppie in difficoltà - raccontata in modo impetuoso, schietto ed erotico. Provocatoria ma nelle prime intenzioni flebile, The Affair di Showtime (che con Penny Dreadful, Ray Donovan e le altre serie qui citate chiude un anno straordinario) al contrario ha sorpreso per il modo in cui ha mescolato i differenti punti di vista personali e familiari interpretati abilmente dal cast (Dominic West, Ruth Wilson, Maura Tierney e Joshua Jackson) con un giallo la cui soluzione si perde nel tempo.
9. Transparent
Jeffrey Tambor tira fuori tutte le sue doti di attore caratterista nei panni di Mort, un padre che, all'età di 70 anni, decide di uscire allo scoperto e rivelare alla sua famiglia di essere transessuale. Una storia in parte autobiografica narrata con maestria da una sceneggiatrice, produttrice e regista, Jill Soloway, la quale aveva dato già dimostrazione del suo talento unico in Six Feet Under e United States of Tara. Transparent è il viaggio intenso e toccante di una donna e della sua famiglia disfunzionale, grazie al quale i recenti sforzi di Amazon per guadagnarsi un posto nel panorama dell'intrattenimento di qualità fanno un balzo enorme.
Se nella prima stagione i coniugi Philip ed Elizabeth Jennings avevano intrigato per la loro lucida efferatezza nella conduzione di una doppia vita come insospettabili genitori dei sobborghi americani di giorno e spie del KGB di notte, la seconda ha portato la tensione a un livello più alto quando il loro castello di sabbia ha cominciato a incrinarsi sotto il peso delle bugie e dei passi falsi, rivelando conseguenze potenzialmente distruttive. L'energia e l'acutezza interpretativa di Matthew Rhys e Keri Russell, sbalorditivi nelle loro numerose trasformazioni, sono il valore aggiunto a una storia ben strutturata, capace di tenere tutto il tempo con il fiato sospeso.
7. Homeland
In pochi avrebbero scommesso sulla riuscita della quarta stagione dello spy drama di Showtime. Decidere di eliminare nel modo più brutale uno dei suoi due protagonisti la credevamo un'impresa possibile solo a Il Trono di Spade. Invece Homeland ha scosso e fatto discutere, di nuovo, dopo una coraggiosa rinascita creativa, confermandosi una delle poche produzioni, l'unica in tivù, capace di interpretare perfettamente le paure dei giorni nostri. E se l'infelice uscita di scena di Brody è stato un atto di terrorismo contro il suo appassionante quanto intricato rapporto con Carrie, allo stesso tempo ha spianato la strada a un maggiore e in un certo senso atteso protagonismo di Quinn (Rupert Friend).
Uno dei fenomeni televisivi del 2014, merito delle raffinate sceneggiature di Nic Pizzolatto, della regia premiata con l'Emmy di Cary Fukunaga, di una fotografia bucolica e, naturalmente, delle interpretazioni di due stelle del cinema, Matthew McConaughey e Woody Harrelson. True Detective proponeva una storia insolita per HBO, eppure è riuscita a dare nuova vita a un genere ossidato, nel modo memorabile in cui la rete via cavo ci ha abituato nel corso degli anni. Il racconto di un crimine e della condizione umana di due detective smorzato dallo scorrere degli anni, che si realizza in un esplosivo finale carico di tensione e dal messaggio sorprendentemente ottimista.
Finire dietro le sbarre non è mai stato così divertente. La serie con il cast più carismatico e iridescente attualmente in tv (incluse Laverne Cox, un'attrice transessuale interprete di un personaggio transessuale, la prima ad apparire sulla copertina di TIME, e un'incontenibile Uzo Aduba, premiata con l'Emmy per il suo ruolo), è tornata quest'anno con un secondo ciclo di episodi che ha reso ancora più irrinunciabile l'appuntamento con le detenute di Litchfield. Un po' drama, un po' comedy, Orange Is the New Black è riuscita a fare quello che la tivù tradizionale non ha fatto e probabilmente mai potrà fare.
La serie più insospettabile tra le tante novità presentate in questo 2014 dai network d'oltreoceano si ritrova incredibilmente e meritatamente ai vertici delle migliori comedy ora in onda, nonostante una delle premesse più folli e inverosimili mai sentite in tivù - una vergine affronta le conseguenze di un'inseminazione artificiale accidentale. In corsa per il Golden Globe, il primo nell'ancora breve storia di The CW, Jane the Virgin è stravagante, oltraggiosa, esilarante e romantica. Il suo merito più grande è però un altro: averci fatto scoprire un'attrice genuina come Gina Rodriguez.
Fiore all'occhiello dell'offerta di CBS e della tivù nazionale tutta, incapace di sfornare altre produzioni drammatiche forti abbastanza da poter competere con quella landa piacevolmente immorale che è il via cavo, The Good Wife ha consegnato un altro anno creativamente straordinario, senza ombra di dubbio il più delicato. Segnato da una perdita scioccante (resa inevitabile dal desiderio del suo interprete di fare nuove esperienze), che pochi altri show sono riusciti in passato a trasformare con altrettanto successo in un'occasione per tenere alto l'interesse di pubblico e critici, il legal/political drama con la sempre in forma Julianna Margulies è in onda da sei stagioni e ogni volta dimostra di sapersi superare.
2. Fargo
L'idea di una serie ispirata da un film iconico come Fargo dei Fratelli Coen aveva creato il gelo tra gli estimatori, come accade puntualmente tutte le volte in cui un progetto simile è annunciato. Tuttavia, l'opera che FX e i produttori hanno portato sullo schermo è riuscita a sciogliere lo scetticismo che la circondava, portando a un nuovo livello - non più alto ma più basso - la malvagità dell'uomo. L'incontro casuale tra un venditore di assicurazioni e un assassino, interpretati rispettivamente da Martin Freeman e Billy Bob Thornton, scatena una successione vertiginosa di situazioni sconcertanti, surreali e finanche dissacranti, resa ancora più affascinante dalla notevole interpretazione dell'esordiente Allison Tolman. Questa non è una serie da vedere, ma da vivere.
Sontuosa, travolgente, certamente la più epica, la quarta stagione de Il Trono di Spade ha riscritto le regole dalla tivù, affrontando con indiscutibile abilità alcuni dei passaggi cruciali del racconto di George R. R. Martin, appagando il desiderio e caldeggiando le paure del pubblico. Dalle Nozze Porpora allo scontro tra la Vipera Rossa e la Montagna, dall'assalto al Castello Nero (in uno degli episodi più imponenti mai prodotti) al processo a Tyrion Lannister, senza scordare il viaggio di Daenerys Targaryen oltre il Mare Stretto e i problemi con l'irrequietezza adolescenziale dei suoi draghi, il drama fantasy di HBO ha segnato diversi punti memorabili negli annali del piccolo schermo. I telespettatori di tutto il mondo l'acclamano, al limite della psicosi. Per i riconoscimenti che contano, nessun momento è stato più favorevole e promettente di questo.