Le Migliori Serie TV 2015 della redazione di Comingsoon.it
Dalla surreale The Leftovers alla radicale Mr. Robot, riscopriamo i 10 drama e comedy più appassionanti dell'anno.
Tutte le Serie TV 2015
Il mondo delle serie tv e il suo pubblico salutano il 2015 con un sorriso a 32 denti. La tv, soprattutto quella di qualità, fatta di belle storie e bravi attori, attraversa una nuova primavera. Secondo un recente studio di FX, sono stati più di 400 i drama e le comedy prodotti nell'ultimo anno solo negli Stati Uniti. Un risultato senza precedenti, che conferma come un numero crescente di realtà, anche nuove e indipendenti, si stiano mettendo alla prova in un settore che aggrega le persone, crea fenomeni, cambia le regole dell'intrattenimento e riporta in auge generi, epoche e personaggi che pensavamo di esserci lasciati alle spalle, con risultati spesso sorprendenti. Chi ha detto che le idee scarseggiano? Nella nostra classifica delle 10 migliori e più interessanti serie viste negli ultimi mesi, più della metà sono titoli che fino a un anno fa non esistevano. Quattro delle stesse prodotte da quello che non possiamo più considerare il futuro della tv, perché attuale e maledettamente sul pezzo. Il web. Più precisamente piattaforme online come Netflix, Amazon e Hulu. Fanno incetta di premi e di abbonati spalleggiando idee raccontante in modi che relegano i canali tradizionali alla preistoria televisiva e talvolta mettono in difficoltà anche le tanto innovatrici reti via cavo. Come Netflix, da quest'anno disponibile anche in Italia, che alle recenti nomination dei Golden Globe ha fatto meglio di chiunque altro. Anche di HBO.
Tante, forse persino troppe, le serie viste in questo 2015. Non tutte "d'autore", ma quasi sempre appassionanti, coraggiose, ispirate e spiazzanti. Attori, autori e registi di fama internazionale che forse fino a qualche tempo fa guardavano il piccolo schermo dall'alto in basso ora si rapportano al racconto a episodi con curiosità e spirito di sfida. Ma non è sufficiente. Casi come la seconda stagione di True Detective dimostrano che ancora oggi la formula del successo in tv è più misteriosa e contorta di Pretty Little Liars, non importa cosa tu abbia fatto prima. E mentre il vero futuro grida a gran voce revival, perché più gli anni passano più il pubblico ha nostalgia dei personaggi che l'hanno accompagnato nella vita, il presente dice che 10 comincia a essere un margine troppo ristretto per rappresentare al meglio questo grande universo di genitori e figli, irriducibili romantici, (super)eroi, insoddisfatti, criminali, politici, folli e comici. Concedeteci dunque qualche menzione d'onore. House of Cards, per cominciare, persasi nella rinnovata guerra fredda tra Stati Uniti e Russia ma letale nel modo in cui ha incrinato il rapporto tra i suoi due protagonisti. L'ultima stagione di Mad Men, con il suo finale Zen. Black-ish, con Empire la dimostrazione che l'audacia non è mai di un solo colore. Il Trono di Spade, immensa come mai si era visto prima in tv. Le altre nuove Narcos, Difficult People e Crazy Ex-Girlfriend. E l'horror Penny Dreadful, una ferita sanguinante che scatena reazioni paragonabili alla visione di un'opera d'arte. Grazie a chi ha creato tutto questo. E grazie anche a chi le serie tv le guarda come andrebbe fatto, contribuendo a mandare avanti lo spettacolo.
10. UnREAL
Reality show. Tutti li odiano, eppure in pochi riescono a farne a meno. Il pubblico delle serie tv li ha sempre visti come il nemico, finché Lifetime non ha preso un secchio di quel trash e ci ha messo sopra un bel fiocchetto. Dopo Mad Men, Marti Noxon porta lo spettatore dietro le quinte di un finto dating show per raccontare un mondo moralmente discutibile dove esiste un solo Dio: l'indice d'ascolto. Attraverso le ispirate interpretazioni di Shiri Appleby e Constance Zimmer, UnREAL esplora la retorica e i cliché di quei programmi e dei personaggi sorprendentemente complicati che li mettono in scena, senza giudicare nessuno, neppure chi li guarda. Con questa serie, Lifetime cambia passo, raggiungendo finalmente quel livello di ambizione che da tempo cercava di conferire alla propria programmazione.
9. The Man in the High Castle
La serie più ambiziosa mai prodotta da Amazon, basata su un classico del maestro della fantascienza Philip K. Dick, adattato da un produttore e sceneggiatore diventato leggenda con X-Files, Frank Spotnitz. Cosa si può volere di più? Con la storia alternativa di una Seconda Guerra Mondiale vinta dalle potenze dell'Asse e un territorio - gli Stati Uniti - spartito tra Germania e Giappone, The Man in the High Castle non fatica ad affascinare nonostante il suo ritratto dispotico di un mondo spaventoso. Un disagio vinto gradualmente da storie personali struggenti, intrigo e un tocco d'ironia. Una saga elegante, visivamente eccezionale, che premia Amazon per la sua audacia con un grande riscontro di pubblico.
Dal successo e dall'esperienza di Breaking Bad, la storia di un uomo - l'ordinario e squattrinato avvocato Saul Goodman, interpretato nuovamente dal nominato all'Emmy e al Golden Globe Bob Odenkirk - che si sforza di essere buono senza riuscirci, perché il mondo rema contro di lui. Ovvero l'opposto di quello che Vince Gilligan, tornato alla regia e alle sceneggiature, ha raccontato con Walter White nella serie di cui Better Call Saul è il riuscito spin-off prequel. Più Saul (o Jimmy McGill) è frustrato per i mille pasticci che lo spingono in basso, più viene fuori l'essenza vibrante dello show, impreziosito altresì dalla performance di Jonathan Banks. Tornare indietro non è stato mai così bello. E chissà quanto lo sarà ancora.
7. Transparent
Il viaggio di un uomo che, forse troppo tardi, smette di fingersi qualcun altro e abbraccia il suo vero io. Trovare il messaggio nascosto tra le righe di una serie che, a un primo squardo, potrebbe limitarsi erroneamente a facili descrizioni del tipo "Un vecchio che si scopre transessuale", è possibile - e sorprendentemente illuminante - solo quando ci si confronta con lo schermo e il candido e talvolta malinconico racconto della vita di questa donna, Maura, interpretata magistralmente da Jeffrey Tambor. Il fatto che Transparent sia anche una spassosa comedy familiare (un po' come se Modern Family fosse una serie indipendente) è l'irresistibile valore aggiunto. Questo ancora di più nella seconda stagione, mentre il cammino della protagonista prosegue di pari passo con le vite incasinate dei suoi figli (molto brava Amy Landecker nei panni di Sarah). Divertente, e riconoscibile, nonostante affronti con lodevole coraggio un tema delicato e a lungo ignorato. Non solo in tv.
Poche serie riescono a mantenere inalterato il proprio livello di qualità stagione dopo stagione. Sono ancora meno quelle capaci di migliorarsi. L'abilità di The Americans di rivelarsi sempre più emozionante e avvincente ogni anno attraverso le storie di Phillip ed Elizabeth Jennings (Matthew Rhys e Keri Russell), due spie russe in missione negli Stati Uniti degli Anni '80, nasce probabilmente dal coraggio di uscire dai propri schemi e trovare modi nuovi di far crescere i personaggi, i legami che li uniscono e il modo in cui questi influenzano le storie di spionaggio. Alzando la posta in gioco, come ha fatto rivelando a Paige il segreto della vita matrimoniale dei suoi genitori, il drama di FX trascina lo spettatore in un gioco vorticoso in cui non sa se ciò che sta provando sia stupore o disagio. Probabilmente entrambi.
Guardate la faccia di Kimmy. In questa foto, e in tutti i fotogrammi di Unbreakable Kimmy Schmidt, Ellie Kemper riesce a riassumere con una "semplice" espressione tutta l'irresistibile stupidità di questo ennesimo, splendente gioiello della parure Netflix. La più nonsense delle nuove comedy lanciate quest'anno, la serie racconta le avventure di una giovane donna esageratamente ottimista, patologicamente ingenua e, sì, totalmente e completamente pazza. Dalla mente di Tina Fey, un giro sulle montagne russe attraverso una New York City popolata di strani personaggi, dove questa donna sarà anche sopravvissuta alla follia di una setta di apocalittici ma potrebbe non sopravvivere a uno stile di vita scanzonato, iperstimolante e, in definita, esilarante alla luce del sole.
4. Master of None
A Hollywood in pochi avrebbero scommesso sul fatto che l'attore e comico di origini indiane Aziz Ansari avrebbe combinato qualcosa di televisivamente rilevante dopo la conclusione di Parks and Recreation, almeno come protagonista, e non perché non ne sarebbe stato capace. Poi è arrivata Netflix e, ancora una volta, ha dimostrato con Master of None la propria ambizione. Ansari interpreta Dev, un attore che cerca di cavarsela a New York City in un incontro-scontro tra culture esilarante, pungente e sexy. Come protagonista, Ansari ritrae perfettamente il sentimento di una generazione - giovani che sentono il peso dei sacrifici dei propri genitori eppure sono paralizzati di fronte alla possibilità di prendere una qualsiasi decisione. Come autore, mostra la rara capacità di sviscerare con uno stile attento temi universali e verità taciute. Il risultato è la migliore comedy di questo 2015.
L'unica serie in tv che più confonde più diventa irresistibile. Damon Lindelof e Tom Perrotta vincono la sfida di ridefinire uno show che è stato qualcosa d'insolito e quasi incomprensibile nella prima stagione ed esplode nella seconda, presentando una nuova, affascinante ambientazione e personaggi pieni di conflitti. Bella, profonda, sincera, commovente, The Leftovers è la migliore serie di fantascienza dopo Lost, che può concedersi il lusso di mettere quasi totalmente da parte ciò che la rende fuori dal mondo per raccontare con straordinaria intensità il dramma della vita. Trarre un significato da un simile racconto astratto è l'aspetto che coinvolge maggiormente lo spettatore, trascinato dalle interpretazioni coraggiose e potenti di un cast eccezionale guidato da Justin Theroux.
2. Mr. Robot
La migliore nuova serie dell'anno, Mr. Robot ritrae perfettamente la realtà scoraggiante di un'epoca in cui sempre più spesso i rapporti sono mediati dalla tecnologia e la cultura d'impresa prevarica la giustizia sociale, affrontando con intelligenza tematiche assolutamente attuali. Rami Malek è agghiacciante nell'interpretazione di questo eroe alienato - un drogato sociofobico e depresso che, influenzato da deliri e allucinazioni, fatica a rapportarsi con le persone e vive costantemente in uno stato d'ansia e paranoia. Radicale sia nel messaggio sia nella struttura narrativa, incluso "uno dei colpi di scena più spiazzanti e meglio pianificati nella storia recente della televisione", come ha scritto TVLine, il thriller di Sam Esmail dà finalmente un profilo affascinante alla figura spesso mortificata del genio del computer, l'hacker che con furbizia e forza di volontà lotta contro le ingiustizie sistematiche del nostro tempo. Il Boston Herald ha scritto: "Mr. Robot è come un virus informatico che s'insinuerà nella vostra coscienza, se non starete attenti".
1. Fargo
Noah Hawley non è solo uno scrittore generoso per il modo per nulla complicato in cui permette allo spettatore di entrare nella psiche dei suoi personaggi, è anche un regista ispirato e capace, e la seconda stagione di Fargo è la riconferma del suo stato di grazia. E questi sono solo due dei molti aspetti che rendono la sua la migliore serie in tv. Dalle interpretazioni di Patrick Wilson, Kirsten Dunst, Jesse Plemons, Jean Smart e Nick Offerman alla fotografia, alle musiche e allo stile narrativo "aggiornato" agli Anni '70, tutto in Fargo è perfetto. Intensa e cupamente comica, la miniserie di FX è un affresco ipnotico steso sul telo bianco di una regione che diversamente sarebbe stata solo desolante. Perché l'ambientazione è importante, ma i personaggi lo sono di più. Inserite sapientemente nella propria epoca, queste storie di assassini dell'ultima ora e organizzazioni criminali in guerra assumono il contorno di un racconto epico.