Il leone torna a ruggire
Charlie Sheen rimette la testa sulle spalle e torna protagonista con la nuova Anger Management di FX. Hype alle stelle per una sitcom che promette di renderlo un vincente.

In tv tutto cambia e si evolve velocemente. Fino a poco più di un anno fa Charlie Sheen era additato come un sobillatore, un maleducato, e un drogato. Le sue farneticazioni piene d’odio rivolte al co-ideatore di Due uomini e mezzo Chuck Lorre, i festini a base di coca e porno star, i comizi improvvisati di fronte a folle di giornalisti incapaci di cogliere il senso dei suoi brindisi con sangue di serpente, e le corse in ambulanza verso gli ospedali di Los Angeles e New York lo avevano trasformato, più che nell’ennesima star di Hollywood brava e dannata, in qualcuno che non aveva nient’altro da dire. Mortificato dai suoi stessi talk show da quattro soldi trasmessi dallo studio di casa, quasi senza più un quattrino - al punto da dover fare causa ai suoi ex capi per il licenziamento da Due uomini e mezzo - e accolto con fischi dalle platee dei suoi spettacoli estivi in giro per il Paese, Sheen non sembrava neppure poter riconoscere se stesso mentre dava del “voltagabbana” e del “troll” all’ex collega e amico Jon Cryer e pretendeva 3 milioni di dollari a episodio per tornare alla CBS, convinto che la sua parabola drammaticamente in discesa gli avrebbe portato in realtà ancora più fortuna... se fosse riuscito a non lasciarci le penne. Perché, mentre con una lettera sosteneva che Due uomini e mezzo senza di lui era spacciata, gli autori della sitcom gli rispondevano a tono annunciando la morte di Charlie ‘Sheen’ Harper, con tanto di funerale e sfilze di sgallettate in lutto. E se è vero che Sheen ha avuto dalla sua parte tanti sostenitori quanto avversari, in ogni caso un numero incredibilmente enorme, l’attore deve ringraziare le persone che più gli sono state vicino e che hanno saputo consigliarlo se, dopo le scuse formali e la terapia, quanto detto finora è diventato un vano ricordo.
Lo stesso Sheen che fino a qualche mese fa era accolto con epiteti come “idiota” e “folle”, torna al centro dell’attenzione ora che la rete via cavo FX si appresta a lanciare tra poche ore Anger Management, la sua nuova comedy. Un progetto che molti reputavano più arduo di una scalata himalayana, tale era il rischio che si correva ingaggiando un attore incontrollabile e imprevedibile come Sheen. Una sfida che, nel cuore delle sue intenzioni, la stessa FX affronta con estrema cautela, dal momento che gli episodi ordinati sono per ora soltanto dieci. Ma anche una sfida che, se i calcoli di Sheen sono stati corretti fin dal principio, promette di abbattersi sul media tv in maniera catastrofica - e non è un caso che per promuovere la serie quelli di FX abbiano messo in scena un gigantesco incidente ferroviario, dal quale l’attore esce miracolosamente indenne e pronto a scherzarci sopra. E per dimostrare di essere davvero guarito, la star ironizza anche con se stesso, non prima di essersi assunto gran parte delle responsabilità per quanto accaduto un anno e mezzo fa - una stretta di mano simbolica suggellata con una maratona di episodi di Due uomini e mezzo da lui appositamente selezionati. Che abbiate o meno deciso di perdonarlo, Anger Management non si affannerà nel tentativo di presentare al pubblico una nuova versione dello Sheen che tutti conoscevano. Anzi, salta in groppa a quel polverone, proponendo un personaggio che, oltre a essere circondato da un numero quasi imprecisato di donne, ha qualche problema a controllare la rabbia. Un po’ come dire: chi meglio di lui avrebbe potuto interpretare il ruolo di Charlie?
Per l’occasione, attesa come poche altre, FX si è rifatta il trucco e ha coinvolto nell’euforia collettiva per il ritorno in tv di Charlie Sheen tutte le star che lo affiancheranno in questa imperdibile serata di comicità originale (Elijah Wood di Wilfred, Louis C.K. di Louie, e Russell Brand di BrandX). L’attore si circonda anche di numerosi altri nomi noti del piccolo e grande schermo, come Selma Blair, Shawnee Smith e Brett Butler. La storia, in breve, è quella di Charlie, un terapeuta non convenzionale specializzato in gestione della rabbia. Una carriera che il personaggio ha intrapreso dopo un periodo tormentato come giocatore della lega minore di baseball i cui eccessi comportamentali non gli avrebbero permesso di ambire ai massimi livelli. Dopo un periodo di terapia con la psicologa della squadra, Kate (Blair), diventata poi la sua migliore amica, Charlie riuscì ad anteporre i suoi successi nello sport ai suoi problemi con la rabbia, anche se alla fine della carriera un “incidente” lo rispedì in terapia e verso una nuova avventura professionale. Poco male. Charlie ora ha uno studio privato di successo, un gruppo di pazienti abituali che incontra ogni settimana, e alcuni detenuti ai quali offre pro bono la sua consulenza. Una vita ricca di soddisfazioni se non fosse che nulla è immune al caos. Qualcosa per cui Charlie deve attribuire gran parte della colpa all’ex moglie Jennifer (Smith), la quale sembra fare di tutto per frequentare uomini che a lui non piacciono, e la figlia adolescente Sam (Daniela Bobadilla), affetta da un disturbo ossessivo-compulsivo.
Se la trama vi sembra familiare, non avete torto. Anger Management si basa sull’omonimo film del 2003 (conosciuto in Italia con il titolo Terapia d’urto) con Jack Nicholson e Adam Sandler. L’hype alle stelle ha portato FX ad annunciare coraggiosamente che, se gli ascolti daranno ragione ai pronostici delle ultime ore, non avrà nessun problema a ordinare la produzione di altri 90 episodi, qualcosa che probabilmente non avrebbe precedenti nella storia non solo del via cavo ma della tv in generale. Per ora, Sheen sembra andare molto d’accordo con lo showrunner Bruce Helford, e gli avvenimenti di Due uomini e mezzo servono a farci capire quanto questo sia importante per i pani a lungo termine di FX. Dovrebbe perorare la causa anche il fatto che l’attore, diversamente da Due uomini e mezzo, sta avendo una maggiore considerazione a livello creativo; è stata una delle sue prime richieste quando la Lionsgate lo avvicinò con l’idea di lavorare insieme. E sebbene dovremmo aspettare ancora qualche giorno prima di decretare Sheen un vincente, come a lui in realtà è sempre piaciuto definirsi in barba alla modestia, non vi è dubbio che il leone stia nuovamente ruggendo, visto il modo in cui la riconoscenza è tornata a circondarlo. Ne è una dimostrazione, una delle tante, il suo recente ingaggio per il ruolo del Presidente degli Stati Uniti in Machete Kills, prossimo film del rispettabile Robert Rodriguez (Grindhouse, Sin City, C’era una volta in Messico). Un’opportunità destinata a metterlo ancora di più in bella mostra e, soprattutto, fargli guadagnare una volta in più la stima del padre Martin Sheen, che tanto ha a cuore quel ruolo dopo i trascorsi in West Wing, e tanto ha sofferto per quegli innumerevoli guai che hanno costellato la vita privata e professionale del figlio.