I personaggi gay che hanno cambiato il modo di pensare
All'indomani del sì di Obama alle nozze gay, la tv rivendica i suoi meriti. Scopriamo i personaggi gay che in oltre un decennio hanno plasmato la società.

Non molto tempo fa, Bristol Palin, figlia maggiore dell’ex governatrice dell’Alaska e pupillo del Partito Repubblicano Sarah Palin, ha espresso costernazione per il gesto distensivo di Barack Obama verso il matrimonio tra persone dello stesso sesso, etichettandolo come il risultato di un eccesso d’affetto. Una sorta di costrizione o ricatto che le figlie del Presidente avrebbero ordito a scapito di uno dei legami più sacri e antichi della storia in quanto fan sfegatate di Glee, serie evidentemente gay-friendly nella quale diversi personaggi lottano contro le vessazioni di una società bigotta e omofoba. Tra chi ha preso le distanze da simili fantasticherie e chi ha dileggiato la giovane ricordandole di aver avuto un figlio fuori dal matrimonio, c’erano state, qualche giorno prima, le dichiarazioni più meditate del vicepresidente Joe Biden, secondo il quale le serie tv - Will & Grace su tutte - hanno giocato un ruolo fondamentale nel processo che, specie nell’ultimo decennio o poco più, è servito ad educare il pubblico, aiutandolo a comprendere ed accettare simili diversità. Merito di autori apertamente gay - come Max Mutchnick, Kevin Williamson, Russell T. Davies, Alan Ball e Ryan Murphy - il cui lavoro ha spinto il dibattito sui diritti civili più di gran parte delle manifestazioni d’orgoglio che ogni anno si celebrano nel mondo, e che talvolta sono fraintese per i loro eccessi. E merito di tutti quegli attori - ultimi in ordine di tempo Jim Parsons, Matt Bomer e Zachary Quinto - i quali non hanno fatto mistero, non più, della loro omosessualità, nel tentativo di incoraggiare i loro fan a vivere le proprie vite con altrettanta apertura e libertà. Oggi non parleremo né degli uni né degli altri, ma dei personaggi gay che hanno creato o interpretato. Abbiamo riunito in questo speciale i dieci più famosi conosciuti negli ultimi anni, ripercorrendo brevemente i loro percorsi e l’impatto che hanno avuto sul pubblico e la società.
Jack McPhee (Dawson’s Creek)
Unitosi in punta di piedi ai ragazzi del Creek all’inizio della seconda stagione, Jack (interpretato da Kerr Smith) fu costretto al coming out dal suo insegnante d’inglese, il quale lo forzò a leggere un suo componimento liberatorio davanti alla classe. Jack fuggì sconvolto, e quando la sua poesia dedicata a un uomo fece il giro della scuola, non poté fare altro se non accettare e allo stesso tempo ammettere pubblicamente la sua omosessualità, tra la confusione di Joey (la sua ragazza) e l’incredulità di un padre spesso assente. Durante la scoperta di questa sua nuova dimensione, Jack conobbe casualmente Tobey, la sua storia adolescenziale più importante, prima di legarsi a Doug, il fratello di Pacey. Sin dall’esordio di Dawson’s Creek, il suo ideatore Kevin Williamson non fece mistero di quanto la storia di Dawson e dei suoi amici fosse ispirata dalla sua adolescenza. C’è un po’ di lui in ogni personaggio e Jack è quello con il quale, intimamente, condivise più cose.
Will Truman (Will & Grace)
Will (Eric McCormack) è uno dei pochi personaggi gay della tv non tormentato da un conflitto esistenziale. Quando lo incontrammo per la prima volta in Will & Grace, nel 1998, la sua diversità, meno palese rispetto a quella dell’amico Jack (Sean Hayes, dichiaratosi gay due anni fa), non era un problema per lui o per le persone che lo circondavano. Il fatto che si fosse ritagliato un suo spazio a New York, più tollerante rispetto alla provincia, fu determinante per il suo stato di grazia, ma in realtà l’atteggiamento positivo di Will celava un grave disagio con il padre, il quale non lo accettò mai completamente. Will usciva anche da una relazione molto importante, con Michael, che riuscì a lasciarsi definitivamente alle spalle solo sette stagioni più tardi, quando conobbe l’agente di polizia Vince D’Angelo. Con lui crebbe successivamente un figlio, ora sposato con la figlia di Grace, altro grande amore della vita di Will.
Teddy Montgomery (90210)
Il personaggio interpretato da Trevor Donovan appartiene alla schiera degli insospettabili, di cui fa parte anche una certa Marissa Cooper di OC (durante quella che fu solo una fase). Uno stratagemma che gli autori usano spesso per superare un’impasse creativa o per attirare l’attenzione del pubblico. Da adulatore del gentil sesso quale era, Teddy si è trovato a dover affrontare le complicazioni dell’essere gay, come l’accettazione e le prime esperienze. Curiosamente, questo lo ha trasformato da uno dei personaggi più odiati di 90210 a uno dei più amati, grazie anche alla cura con la quale gli autori hanno traghettato Teddy nei suoi nuovi panni. Un processo in principio traumatico: devastato dai suoi problemi professionali e personali, dopo una sbronza, Teddy scopre di aver trascorso la notte con un ragazzo, Ian. I due si respingo, si feriscono, ma un’esperienza comune li avvicina, li fa diventare amici e successivamente amanti. Ma dura poco, come molte delle relazioni che il ragazzo intraprende negli episodi successivi.
Callie Torres (Grey’s Anatomy)
Dapprima moglie di George, Callie (Sara Ramírez) ha cominciato a delinearsi come un personaggio diverso da quello che avevamo conosciuto fino a quel momento alla fine della quarta stagione, quando baciò la dottoressa Erica Hahn. Nonostante la relazione duratura con un’altra collega, Arizona Robbins, la sessualità di Callie è ancora oggi una questione aperta in Grey’s Anatomy. Soltanto poco tempo fa una crepa nel rapporto con Arizona ha creato una dinamica inaspettata quando Callie è corsa nel letto del suo migliore amico Mark ed è rimasta incinta. Inoltre, a dispetto del dibattito attuale, Callie e Arizona sono state già protagoniste di uno dei matrimoni gay più belli nella storia delle serie tv, contribuendo a fare di questa coppia un palliativo molto gradevole e apprezzato alle storie e alle protagoniste di The L Word.
David Fisher (Six Feet Under)
Introverso, timido e silenzioso, David (Michael C. Hall) è stato uno dei personaggi più coerenti della sua generazione, talmente ben caratterizzato da rendere trascurabile la sua natura di gay frustrato e riservato. Suo malgrado, David venne allo scoperto nei primi episodi della serie, quando la morte inaspettata del padre accese i riflettori sulle fragili dinamiche del suo nucleo familiare. Non con tutti. La madre, non più equilibrata di lui, fu una delle ultime a saperlo - una confessione devastante che la costrinse a chiedersi dove avesse sbagliato con lui. Ma in una casa in cui il dolore era diventato un’abitudine, e in una famiglia così protettiva con se stessa, David riuscì a farsi accettare senza troppe difficoltà. Il suo unico e grande amore resta Keith, l’anti-stereotipo del classico gay tratteggiato per lo più dalla tv italiana. La facilità con la quale Keith riusciva ad esternare in pubblico la sua diversità rispetto al compagno fu per un lungo periodo di tempo motivo di tensione nella coppia.
Calvin Owens (Greek)
Sono molte le persone che non possono dire di non aver avuto almeno un’esperienza ai confini della loro natura. Kinsey li collocava al primo o al secondo gradino della sua scala, ma ai più piace definirle scherzosamente “esperienze da college”, come per dire “è passato e non c’è nulla di cui preoccuparsi”. Il college rappresenta per molti ragazzi l’ambiente ideale dove definirsi, sia professionalmente che sessualmente; molto più di quanto si riesca a fare al liceo, o nel proprio quartiere. Calvin (Paul James) ne è l’esempio più valido in tv: vive l’esperienza del college come una liberazione, felice di poter essere finalmente se stesso, senza preoccuparsi troppo del giudizio degli altri. Un’autostima che l’ha aiutato a difendersi con maggiore convinzione da chi lo avrebbe potuto denigrare per la sua doppia diversità - è anche un ragazzo di colore. Il suo ideatore, Sean Smith, disse di averlo immaginato come un ragazzo assolutamente normale, e non vittima del suo differente orientamento.
Brian Kinney (Queer as Folk)
Nel primo episodio di Angels in America, uno straordinario Al Pacino nei panni di un potente avvocato omosessuale spiega al suo medico come ciò che si ha sia più importante di ciò che si è. Un concetto controverso secondo cui un gay, se ha potere, non verrà mai visto dagli altri come tale. Indubbiamente, Brian (Gale Harold) gode di una posizione favorevole all’intero del suo gruppo e della comunità di Pittsburgh - è bello, ha un impiego dirigenziale ed è privo di inibizioni. Niente e nessuno potrebbe minacciarlo, al pari di qualunque eterosessuale altrettanto “evoluto”. Brian è una star, può avere tutto ciò che desidera ma, come qualunque neo trentenne, sente il ticchettio dell’orologio farsi più forte. Per questo motivo, quella che era stata una piacevole e un po’ imbarazzante - per Justin - avventura di una notte, diventa la ragione della sua vita. Questo lo fa diventare un membro della comunità LGBT come mai lo era stato prima, portandolo anche a rafforzare una sua teoria, diversa da quella dell’avvocato Roy, secondo cui la differenza non è tra persone gay ed eterosessuali o tra gay e potere, ma tra quelli che ti odiano in faccia e quelli che lo fanno alle tue spalle.
Willow Rosenberg (Buffy)
Joss Whedon in Buffy non si trattiene e crea un’oscura strega/dea mistica ebrea e lesbica, diventata in poco tempo un personaggio amatissimo dai fan del genere fantasy, merito anche della bravura e della simpatia della sua interprete, Alyson Hannigan. La sfera sentimentale di Willow cominciò a farsi interessante quando nella quarta stagione incontrò la tenera Tara, unica vera strega nel club Wicca cui intendeva unirsi. In uno degli episodi più belli dell’intera serie, L’urlo che uccide, le due instaurarono un timido rapporto di amicizia che in seguito evolse in qualcosa di più intenso e totalizzante. Tuttavia, Willow stava sviluppando anche una dipendenza sempre più forte dal suo potere. Ciò causò una frattura nel loro rapporto, che a sua volta contribuì alla totale conversione di Willow al potere oscuro quando nella sesta stagione Tara rimase uccisa da un proiettile vagante.
Kurt Hummel (Glee)
Kurt è stato uno strumento molto importante nelle mani del co-ideatore di Glee Ryan Murphy. Ostracizzato dai corridoi del McKinley perché “finocchio”, il modo di vestire e di atteggiarsi - entrambi eccentrici - di Kurt (Chris Colfer) furono il movente di un triste turbinio di avvenimenti che costrinsero il ragazzo ad abbandonare i suoi amici e trasferirsi in una scuola più liberale. Con i lanci nel cassonetto dell’immondizia e le granite in faccia orami alle spalle, Kurt ebbe finalmente l’opportunità di guardarsi intorno senza avere paura, conoscendo quello che sarebbe diventato presto il suo amore, Blaine. Il Kurt di oggi è più sicuro e agguerrito di quello di ieri, ma il suo difficile percorso, così come quello dell’amica Santana (Naya Rivera), è servito agli autori di Glee per affrontare con la maggiore accortezza possibile un tema che stava diventando di estrema importanza e attualità, il bullismo, di cui troppi ragazzi stanno pagando il prezzo con la propria vita.
Kevin Walker (Brothers & Sisters)
Anche Kevin (Matthew Rhys) era un uomo ormai certo della propria diversità quando Jon Robin Baitz ce lo presentò nel primo episodio del family drama in onda per cinque stagioni sulla ABC. La sua vita sentimentale, invece, era tutt’altro che inamovibile. Ci furono diversi uomini e un paio di relazioni finite male - tra cui quella con Jason, il fratello del senatore repubblicano Robert McCallister - prima dell’incontro con Scotty, con il quale si sposò e successivamente, dopo una serie di difficoltà comuni a molte coppie, adottò una bambina. A causa del suo background più difficoltoso, Scotty trovò in Kevin e nei Walker la famiglia che non aveva mai avuto; un’unione che ammodernò di decenni il concetto stesso di famiglia. Questo, però, significava anche adeguarsi alle folli dinamiche del clan Walker, qualcosa che per due uomini determinati e sicuri di sé come Scotty e Kevin si conformò come una sfida facile.