I parchi non crescono sugli alberi
I politici nostrani vi fanno ridere? C'è chi se la passa peggio! Arriva finalmente in Italia Parks and Recreation, la comedy con l'irresistibile Amy Poehler.

Partita un po’ in sordina con un numero esiguo di episodi, come accade a molte serie alle quali viene riservato un posto in tarda midseason, Parks and Recreation si è affermata stagione dopo stagione (attualmente siamo alla quarta) come una delle migliori comedy della tv americana. Un successo di critica che ha diverse motivazioni, prima fra tutte il fatto che a co-idearla sia stato quello stesso Greg Daniels che nel 2005, ovvero appena quattro anni prima, diede i natali all’adattamento americano di The Office, ultimo fenomeno della NBC rimasto in piedi. Ora la serie arriva anche in Italia, su Joi ogni venerdì alle ore 22:00 dal 6 gennaio, preceduta alle 21:15 dagli episodi inediti della stagione 6 di Psych. Un’occasione che permette al pubblico italiano di confrontarsi per la prima volta in tv con Amy Poehler, attrice comica di straordinario talento già consacrata dal cinema dopo la crescita professionale nella palestra del Saturday Night Live (diventò un tormentone la sua imitazione dell’ex governatrice dell’Alaska Sarah Palin). Poehler è una forza della natura la cui positività - della quale lei stessa si è saggiamente circondata sposando il comico Will Arnett - è trascinante: ha avuto modo di dimostrarlo in qualunque suo lavoro, anche nelle occasioni in cui la sua presenza era un contorno del quale non si era considerato fino in fondo l’imprevedibilità. Senza di lei forse Parks and Recreation non sarebbe un progetto altrettanto credibile, tenendo conto della sua incontrollata follia, ma come serie corale, Poehler è solo una delle numerose pennellate che compongono il ritratto vivido e ammaliante di questa subcultura dell’Indiana.
La storia prende vita a Pawnee, una cittadina immaginaria racchiusa nella cintura del mais. I protagonisti sono i politici e i membri dello staff dell’amministrazione locale, un gruppo variegato di professionisti (si fa per dire) i quali raramente si trovano a difendere posizioni comuni. Leslie Knope (Poehler), ad esempio, deve tenere a freno il suo ottimismo e i suoi ideali quando, come vice al dipartimento per la gestione e la manutenzione dei parchi e delle altre aree pubbliche della città, scopre che il suo progetto di trasformare una cava in un’area ricreativa è diventato materia di scontro in municipio. Già costata le gambe al fidanzato della sua nuova amica Ann (Rashida Jones), la buca dovrà fare i conti con il pessimismo e l’apatia di burocrati e imprenditori i quali hanno ben altro da fare... o più semplicemente non hanno alcuna voglia di fare. Il peggiore di tutti è Ron Swanson (il bravissimo Nick Offerman), il capo di Leslie, nemico dello stesso governo per il quale lavora e di qualunque attività fisica. A completare il quadro il sarcastico e ben vestito Tom Haverford (Aziz Ansari), per il quale la vita notturna è più interessante della politica; la disinteressata e cinica stagista April Ludgate (Aubrey Plaza); e l’urbanista Mark Brendanawicz (Paul Schneider), la cui positività ha ceduto il passo alla stanchezza per un lavoro che non gli dà più alcuna soddisfazione.
Girata con la tecnica del mockumentary, ovvero del finto documentario come in The Office, Parks and Recreation era stata originariamente concepita come alternativa parallela alle vicende della Dunder Mifflin, al cui sviluppo avevano contribuito sia Daniels che il secondo ideatore Michael Schur. L’idea, però, fu abbandonata a causa dell’incapacità dei due di concepire una storia che potesse legarsi in modo interessante a quella di The Office. Non tutto però finì nella pattumiera: una parte di quelle storie sono state recuperare nel 2010, al termine della seconda stagione (che Joi proporrà subito dopo la prima), quando la serie ha ingranato la quinta spinta dal disappunto dei fan, lo stesso che qualche mese prima aveva portato gli autori a ridefinire in parte il personaggio di Leslie. Il cambiamento più evidente ha coinvolto il cast, con l’arrivo di due nuovi attori: Rob Lowe, all’epoca in fuga da Brothers & Sisters, che interpreta un funzionario del governo eccessivamente positivo e salutista, e Adam Scott (libero dopo la cancellazione di Party Down), un funzionario determinato a ridare slancio alla sua vita politica dopo un passato fallimentare come giovane sindaco.
L’arrivo nel Bel Paese di Parks and Recreation non poteva avere un tempismo migliore preso atto della sfiducia dilagante del popolo italiano verso l’intera classe politica. Lo show non fa alcun passo in avanti verso la ridefinizione in positivo della figura del politico, è di questo bisogna andare fieri perché diversamente gli sbadigli avrebbero preso il posto delle risate. A compensare c’è l’immenso idealismo di Leslie. Il personaggio della Poehler è una donna divertente, determinata e per nulla ingenua, e il modo in cui si scontra con il fannullismo e il favoritismo all’interno della sua amministrazione è la scintilla dalla quale si sviluppano le situazioni più comiche. Inoltre, i miglioramenti che si vedono chiaramente dopo i primi sei episodi rendono quella di Parks and Recreation una delle rimonte più impressionanti nella storia della televisione. Una lucida autocritica che ha permesso alla serie di diventare la migliore comedy dell’ultimo anno.