Grasso è davvero bello?
L’estate di ABC Family si arricchisce con il teen drama Huge, la storia di una ragazza grassa (Nikki Blonsky di Hairspray) che maschera le sue insicurezze con un atteggiamento irriverente.

Alcune reti immaginano i giovani d’oggi come degli snob con la puzza sotto il naso. Ragazzi già ricchi e sregolati, che vivono alla giornata pensando che il mondo giri attorno a loro. Per una parte di chi li osserva, ciò suona come una via di fuga, un’occasione per sognare vite che apparentemente tutti vorrebbero. Per altri, una descrizione troppo elitaria, che ostacola quel processo d’immedesimazione che sta alla base del successo di un teen drama. Altre reti, invece, fanno un ritratto più ampio e provinciale degli adolescenti. Vite ordinarie di ragazzi che lottano con se stessi prim’ancora che con gli altri. Storie di fatiche, paure, ambizioni, drammi che stravolgono il quieto vivere di una famiglia. Anche storie divertenti, di feste dove non si tira cocaina ma si finisce ugualmente nei guai, di giovani che parlano del sesso come qualcosa d’importante. In questa seconda categoria si colloca molto bene ABC Family, negli ultimi anni e soprattutto in questo periodo sempre più apprezzata dai giovani e dalle loro famiglie per la sua capacità di affrontare temi delicati con incredibile semplicità e maturità.
L’ultimo sforzo produttivo della rete, Huge, in onda da questa sera negli USA, continua questa tradizione. Ancora una volta ABC Family abbandona le luci della città e gli scandali spiattellati sulle copertine patinate delle riviste, portando alla ribalta un piccolo angolo d’America dove il dramma viene fuori in modo potente nonostante l’ovvietà dei temi affrontati. Cosa c’è d’innovativo, infatti, in una ragazza in sovrappeso che vive evitando costantemente gli sguardi e i giudizi degli altri? Assolutamente nulla. Ciò che in questo caso fa la differenza, e quindi si presenta come una novità interessante, è il carattere della protagonista. Facciamo però un passo indietro.
Huge racconta in modo divertente, straziante e provocatorio le vite di sette ragazzi e del personale di un campeggio, dove i primi stanno cercando di tenere sotto controllo ed eventualmente curare la loro obesità e i sensi di colpa che ne derivano. I ritmi e la tranquillità della struttura sono messi in pericolo dall’arrivo di Willamina, una delle adolescenti fuori forma la cui natura sardonica e ribelle rischia di dare il “la” a una rivoluzione che altri considerano una minaccia per la salute dei ragazzi. Il personaggio è reso straordinariamente bene dalla giovane Nikki Blonsky, le cui curve abbondanti le avevano già permesso di farsi apprezzare nel film Hairspray.
Visto da fuori, il campeggio nel quale la ragazza trascorrerà la prossima estate sembra il paradiso. Un luogo immerso nella natura dove certamente si fatica, ma si fanno anche delle amicizie e si provano i primi batticuori. Dietro le chiare mura dei dormitori, però, si nascondono dei ragazzi la cui situazione li ha privati della minima autostima. Una realtà comune a tutti loro tranne che a Willamina: costretta a partecipare al programma, del tutto noncurante del suo aspetto fisico, e decisa a fare del suo meglio per causare guai. L’esatto opposto di Amber (Hayley Hasselhoff, figlia di David Hasselhoff), la quale è più ottimista e reputa importante avere l’ammirazione di tutti, soprattutto di uno dei tutor più affascinanti, dimostrando che esiste una scala di popolarità anche tra gli sfigati.
Naturalmente quella di Will, come la chiamo i suoi amici (davvero pochi in realtà), è ciò che comunemente si definisce una maschera, un modo per nascondere le sue insicurezze e una situazione familiare infelice. C’è chi di fronte a un disagio preferisce essere invisibile, e chi traduce in rabbia nei confronti degli altri il disgusto che prova per se stesso. Nonostante il suo atteggiamento, la rivalità con gli altri ragazzi, il modo ironico con cui si prende gioco di chi può vantare un aspetto degno di uno strip tease, la ragazza si rende conto presto che il suo arrivo a Camp Victory ha avviato un processo che le farà capire di essere sensibile nei confronti della sua condizione tanto quanto gli altri, e quindi di aver bisogno di accettarsi e guarire tanto quanto ne hanno bisogno gli altri.
ABC Family e gli sceneggiatori Savannah Dooley e Winnie Holzman (che nella realizzazione del progetto si sono ispirati all’omonimo libro scritto da Sasha Paley), fanno di Huge un racconto affascinante ed emotivamente coinvolgente, che ancora una volta non deluderà coloro che in questo tipo di prodotti si lasciano affascinare dalle storie d’amore e di rivalità, e da quei piccoli segreti destinati a stravolgere l’esistenza di chi li custodisce. Un tema delicatissimo tra i giovani - quello dell’incapacità di accettarsi per come si appare - affrontato in modo vincente, con grande sentimento e un’ironia intelligente. Holzman sa molto bene che il peggior nemico di un adolescente è se stesso e, dopo My So-Called Life, dimostra ancora una volta la sua incredibile capacità di creare dei personaggi talmente empatici da rendere impossibile non innamorarsi di loro.