Cosa sarebbe successo nella stagione 6?
David Marshall Grant ci racconta lo stato d'animo dopo la cancellazione di Brothers & Sisters e che cosa avremmo visto nella stagione 6.
La cancellazione di una serie tv intristisce sempre, ma certe volte è più dolorosa e insopportabile di altre. Quando la serie è in onda da molto tempo, si prova una sensazione di smarrimento dopo gli ultimi titoli di coda. Cosa ancora più fastidiosa, si rimane con una sensazione di nervosismo per quelle storie incomplete alle quali non riusciremo mai a dare una risposta. Anche se la scure della ABC ha agito molte settimane fa, quella di Brothers & Sisters è una ferita ancora sanguinante per i fan italiani, che hanno assistito all’ultimo episodio solo pochi giorni fa su FoxLife. Per un certo periodo di tempo, si era parlato della possibilità di un’altra stagione ridotta, poi tutto è scemato nel momento in cui questioni di budget hanno messo in fuga l’interesse di chiunque. Non ci saranno altri segreti da nascondere per i Walker, non ci saranno altre storie d’amore da coltivare o cene di famiglia da far sfociare in liti furibonde. In simili occasioni, ci siamo sempre chiesti che cosa impedisse ad autori e produttori di saziare la curiosità dei fan pubblicando almeno online un riassunto o un’intuizione di quello che sarebbe successo se la serie fosse ancora in onda. David Marshall Grant, showrunner di Brothers & Sisters, è uno dei pochi che lo ha fatto quando ha accettato di raccontare a TVLine quello che i Walker avevano in serbo nella sesta stagione. Certe scene del finale sembravano essere state girate con la sensazione che fossero le ultime, ma l’episodio ha lasciato non poche questioni in sospeso, come la nuova maternità di Kitty.
Come hai reagito quando la ABC ti ha detto che la serie era stata cancellata?
Ovviamente, ero triste. Ma tutto deve finire prima o poi. Avevamo avuto cinque anni straordinari. E’ un periodo di tempo lungo per la tv. Sono molto grato per quegli anni, e sono così felice della possibilità che ci è stata data di raccontare così tante storie.
La ABC vi ha dato una spiegazione per la cancellazione?
Non era nient’altro che una questione di budget. Il nostro show era molto costoso da produrre e nel corso degli anni abbiamo dovuto trovare diversi modi per risparmiare. Credo che ci sia stato un tentativo di raggiungere la cifra che avrebbe potuto permettere [alla ABC] di continuare a produrre lo show. Penso semplicemente che non siano riusciti a farlo.
Nel corso degli anni, si è dovuto dire addio a un certo numero di membri del cast. Era un sollievo, in un certo senso, perché non avreste dovuto tagliare ulteriormente il cast?
Non penso che qualcuno sarebbe stato licenziato, ma [avremmo dovuto] ridurre il numero di episodi cui ciascuno avrebbe partecipato, e penso anche che avremmo aumentato un po’ la partecipazione delle facce nuove. Ma sì, la verità è che eravamo un family drama e a un certo punto, se cominciavamo a perdere altri pezzi della famiglia, diventavamo sempre meno ciò che eravamo all’inizio. Penso che, come si è sentito alla fine dell’episodio, le famiglie si adattino ai cambiamenti e si trasformino in qualcos’altro. Penso che ciò valga per tutte le famiglie. Avremmo potuto considerare la possibilità di far evolvere la famiglia in modo diverso, così da poter andare avanti. Non penso però che sarebbe stato meglio, anche nel caso in cui ci fosse stato un modo per sottolineare che le storie di quella famiglia si erano spostate in un’altra direzione.
A proposito di famiglia, hai avuto modo di parlare con qualcuno del cast? Come hanno preso la notizia?
Ho parlato con alcuni, e scambiato delle e-mail con altri. Brothers & Sisters è stata una serie sulla famiglia, e penso che quella che avevamo messo insieme era una famiglia. A partire da Robbie Baitz, che l’aveva creata. La sua idea di famiglia e la sua impronta è rimasta intatta lungo tutta la strada, fino alla fine. Allo stesso modo, [i produttori esecutivi] Greg Berlanti, Allison [Schapker] e Monica [Breen], [il regista] Ken Olin... cito tutti questi nomi perché fare tv è un’arte che richiede collaborazione. Soprattutto, penso che quando si lavora a un family drama, la collaborazione diventa una specie di essenza, perché ognuno porta le sue storie. Anche gli attori hanno portato le loro storie e le loro visioni del mondo, le quali hanno sempre influenzato gli sceneggiatori. Lo si vede sullo schermo, e la verità è che i loro contributi sono parte del tutto. Fa tutto parte di questa dinamica familiare che s’intreccia e crea questa cosa enorme, che va oltre definizioni del tipo fratello o sorella, zio, o madre. E’ la famiglia.
Nel finale, c’erano un sacco di storie che avevano una conclusione. Era tutto previsto?
Abbiamo avuto l’occasione di concludere delle storie, ma con altre abbiamo deciso di non farlo. Devo essere onesto: ho pensato che c’era la possibilità di non poter continuare. Con questo in mente, ho sentito che avevo bisogno di fare due cose. Quello che abbiamo cercato di fare è stato creare un finale che avesse qualche conclusione - Scotty e Kevin come una famiglia, il matrimonio tra Sarah e Luc e il fatto che Beau Bridges fosse suo padre, l’innamoramento tra Nora e Brody, il ricongiungimento tra Justin e la ragazza che lui aveva conosciuto nella prima stagione... Questi erano dei modi per cercare di dare una conclusione alla storia di questa famiglia, ma allo stesso tempo rappresentavano l’inizio di una nuova famiglia, con la figlia di Brody, che abbiamo mostrano nelle scene finali, e Kitty incinta di Seth e l’idea che ciò potesse rappresentare un qualche tipo di rischio medico per lei. Il fatto che la ragazza di Justin fosse sposata. Inoltre, Brody e Nora stavano per andare a vivere insieme, avrebbero avuto una nuova, più grande famiglia estesa, dal momento che Brody dice chiaramente che ha cinque figli, inclusa Sarah. Così, è stata una conclusione, ma allo stesso tempo, eravamo consapevoli di dover aprire le porte a un nuovo mondo, dove c’era una nuova famiglia, una famiglia più grande.
C’è qualcosa che avresti cambiato nell’episodio se avessi saputo che sarebbe stato un finale di serie?
Probabilmente non avrei messo Killy nella situazione di un incombente pericolo medico a causa della sua gravidanza. E penso che avrei gestito in modo diverso la relazione di Justin [con Tyler]. Il fatto che fosse sposata era un modo per giustificare i conflitti e i problemi che lui avrebbe dovuto affrontare nella stagione successiva.
Avevate in mente già delle idee per la stagione successiva?
Sicuramente eravamo interessati ai figli di Brody. Ho pensato che sua figlia sarebbe stata un grande personaggio... Sarah aveva dei nuovi fratelli e sorelle. Quindi eravamo davvero interessati a esplorare la nuova famiglia di Sarah e Brody, in che modo questo sarebbe stato motivo di conflitto tra i Walker, perché ora avrebbero avuto un piede in due mondi. Kevin e Scotty avevano finalmente creato la famiglia che avevano sempre desiderato, quindi saremmo stati felici di raccontare la storia di una famiglia omosessuale con due bambini e ciò che una cosa simile avrebbe potuto significare nel mondo in cui viviamo oggi. Avevamo intenzione di pensare alla possibilità di un nuovo ed enorme dramma per Nora. Per quanto riguarda Kitty, invece, non volevamo metterla necessariamente in pericolo di vita, piuttosto volevamo darle l’opportunità di scegliere. Una scelta che chiaramente lei avrebbe fatto: nulla sarebbe stato più importante per lei di quel bambino non ancora nato... Kitty, ovviamente, avrebbe rifiutato la chemio o qualsiasi altra cosa avrebbe avuto bisogno di fare, in modo da non fare del male al suo bambino. E poi il bambino sarebbe nato in salute, lasciandoci con la decisione di cosa sarebbe successo a Kitty.
Stavate pensando di tenere Seth nella nuova stagione?
Sì, avremmo fatto tornare Seth.
C’è stato un momento in cui avete pensato di far tornare Emily VanCamp o Patricia Wettig se ci fosse stata un’altra stagione?
Ci sarebbe piaciuto riavere Emily e Patty. Gli Harper avevano fatto parte dello show per così tanto tempo, per cui sarebbe stato fantastico riaverli per alcuni episodi.