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Arriva su Netflix La legge di Lidia Poët: Matilda De Angelis è la prima avvocata d'Italia, una donna "astuta" e "ipermoderna"

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La nuova serie italiana sarà disponibile in streaming con tutti gli episodi dal 15 febbraio.

Arriva su Netflix La legge di Lidia Poët: Matilda De Angelis è la prima avvocata d'Italia, una donna "astuta" e "ipermoderna"

Esistono due Lidia Poët. Quella vera, nata nel 1855 e diventata anni dopo la prima donna in Italia a entrare nell'Ordine degli Avvocati, con estrema difficoltà in un momento storico in cui, sebbene tutto stesse cambiando, a parlare di parità di genere ti ridevano in faccia. E una immaginaria, perché della prima, della sua vita oltre l'importantissimo contributo, si conosce poco, ed è quella che Guido Iuculano e Davide Orsini hanno creato per Netflix. Lei, la seconda Lidia, è la protagonista della nuova serie italiana La legge di Lidia Poët, disponibile sul servizio streaming con tutti gli episodi da mercoledì 15 febbraio. Ora, è probabile che il nome vi suoni nuovo e che non ne abbiate mai sentito parlare prima che Netflix ne facesse una serie. Come è probabile che, dopo aver visto il primo episodio, sentirete il bisogno di scoprire di più di questa italiana vissuta oltre un secolo fa. O, almeno, avrete voglia di trascorrere più tempo con lei sullo schermo, anche per la bravura e l'energia con cui Matilda De Angelis la ritrae.

Chi è Lidia Poët?

Lidia Poët "è una donna ipermoderna nata nel secolo sbagliato" ha spiegato Orsini, aggiungendo di avere avuto un colpo di fulmine quando il suo nome è spuntato durante il lavoro di ricerca sulla Torino di fine '800 che lui e Iuculano stavano portando avanti. "Ce ne siamo completamente innamorati. Abbiamo visto in lei questa scintilla di anticonformismo e allo stesso tempo di velleità la quale ha fatto in modo che, nonostante qualcuno le dicesse di non poter fare una cosa, lei continuasse a farla. Facendo compromessi di ogni genere, senza urlare". Eppure, Lidia "è un ciclone, che influenza le vite degli altri e che in qualche modo, piano piano, come una goccia cinese, ha smussato, è entrata, ha scavato la roccia. E siamo qui oggi a parlarne perché è un personaggio perfettamente simbolo dei tempi che stiamo vivendo".

La legge di Lidia Poët

"Non è [però] una biografia", ha aggiunto Iuculano. La legge di Lidia Poët è un giallo storico leggero in cui ogni puntata (ne sono state girate sei) segue un caso diverso mentre si addentra nella vita della protagonista, immaginandone appunto le difficoltà, le sfide e anche le dinamiche familiari e sentimentali. "Non è la vera storia di Lidia, né è stata nostra intenzione raccontare la vera storia della prima avvocata d'Italia. Lei è un personaggio di fantasia. Il punto è che la fantasia non lavora mai dal nulla, ma si basa su elementi reali. Se si fa una serie di questo tipo, si lavora su dati storici. E allora noi abbiamo preso alcuni elementi: il nome e il cognome, la sua data di nascita, il fatto che avesse un fratello di nome Enrico con cui ha lavorato. La sentenza della Corte d'Appello che apre la serie è parola per parola la sentenza che fu pronunciata dal Tribunale di Torino quando il Procuratore del Regno fece opposizione all'iscrizione della signorina Lidia, laureata in legge, all'Ordine degli Avvocati della città di Torino".

"Lei, nella realtà, ha continuato a esercitare l'avvocatura perché suo fratello era avvocato. E molte cose si potevano fare per iscritto senza comparire; spesso lei preparava i lavori del fratello", ha continuato lo sceneggiatore. "Questo paradosso dentro cui lei è emersa ci è sembrato potentissimo. Una donna che fa una cosa, che nessuno le riconosce, ma lei la sa fare e quindi la fa. Anche se non era avvocata, lei è la prima avvocata d'Italia. E lo è in forza di uno spirito radicalmente anticonformista. Che per noi è il cuore pulsante della serie. Questa serie è un inno alla capacità di non adeguarsi a come il mondo vede le cose, a come il mondo vede te, a quello che ti dicono di fare, a come dicono di vestirti, a come ti dicono di essere".

La legge di Lidia Poët: Una storia vera condita con altre suggestioni

Siamo dunque nella Torino di fine '800. "Un luogo strano dove abitano persone strane. Un teatro del mondo, sintesi dei tempi che stanno per venire. Una città pirotecnica, eccessiva, contraddittoria, magniloquente, autodistruttiva. Anche una città dove si uccide e si finisce in prigione. E dove gli avvocati fanno affari d'oro", come la descrive Netflix. Groenlandia, che produce la serie, e i registi Matteo Rovere e Letizia Lamartire, insieme al resto del team di produzione, hanno fatto un lavoro notevole per restituire un'immagine autentica e ricca della città, dell'epoca e del modo di vivere del periodo. Quando una sentenza impedisce a Lidia Poët (De Angelis), iscritta all'Ordine degli Avvocati di Torino, di esercitare la professione perché donna, lei, oltraggiata e offesa, non si perde d'animo, convince il fratello Enrico (Pier Luigi Pasino), un avvocato e un uomo perfettamente integrato nel suo tempo, a farla lavorare come assistente legale per sbarcare il lunario, mentre prepara il ricorso per ribaltare le conclusioni della Corte. Incompresa dalla società e dalla famiglia - non solo dal fratello e dalla cognata Teresa (Sara Lazzaro, DOC), ma anche da suo padre -, Lidia si rimbocca le maniche e lotta per ottenere ciò che merita. Con coraggio, ingegnosità, sfrontatezza. Contro i molti pregiudizi. Sempre affermando la propria indipendenza ed emancipazione, diffidando anche per questo dell'amore. L'amore vero, non quello spicciolo fatto per soddisfare una voglia - guarda un po', proprio come può succedere a un uomo.

Da questo punto di vista, però, qualcosa sembra scricchiolare quando Lidia conosce l'affascinante Jacopo Barberis, fratello di Teresa. Un personaggio di fantasia interpretato da Eduardo Scarpetta, Jacopo è un giovane giornalista che vive alla giornata, ironico e dalle vedute politiche molto diverse da quelle conservatrici della sua famiglia. In Lidia intravede una luce che non ha notato in nessun'altra donna, sicuramente in nessuna di quelle con cui ha passato del tempo senza vestiti addosso. A livello caratteriale, la complicità tra i due è immediata, nonostante qualche punzecchiatura. Ma prima di riconoscere a se stessi che potrebbero volere qualcosa di più l'una dall'altro, e Jacopo nasconde le cicatrici di una storia d'amore a Parigi apparentemente finita male, i due si scoprono complici formidabili nella ricerca della verità sui casi che coinvolgono i clienti dello studio.

Lidia Poët, la femminista che parla al nostro tempo

Il regista e produttore Matteo Rovere ha parlato di come l'obiettivo sia stato quello di creare un prodotto che possa intrattenere, divertire, ma farsi portatore di un racconto che parli del presente e contenga temi attuali. "Credo che Lidia sia un personaggio che risuoni continuamente con il nostro tempo" ha detto. "È portatrice di un tema evidentemente importante, spesso anche complesso da raccontare perché, è inutile nascondercelo, a tutt'oggi, la parità di genere è un tema assolutamente lontano dal ritenersi superato. Se ne parla tanto ma poi, nei fatti, se andiamo a vedere tante situazioni anche semplici che riguardano la vita di tutti noi, secondo me, resta un risultato da ottenere. Lidia rappresenta anche il progresso, il contemporaneo che preme rispetto a ogni situazione storica. La portiamo in un mondo apparentemente lontano dal nostro ma con una mentalità che è quella che Matilda ha saputo costruire con grande empatia e capacità attoriale, perché in fondo parla come una persona del nostro tempo".

La legge di Lidia Poët

La battaglia drammatica di Lidia, raccontata però con un tono leggero, è stata per De Angelis "un enorme privilegio". L'attrice, che continua a dimostrarsi una delle giovani interpreti più capaci del cinema e della tv italiani dei nostri tempi, apprezzata anche in The Undoing e Leonardo, ha aggiunto: "È stato un privilegio solo potersi avvicinare, toccare vagamente la storia e la caratura di una donna che ha fatto davvero la storia del femminismo e non solo. E sono molto contenta che venga portata alla luce la storia e la vita di questa donna che, forse, purtroppo è ancora poco conosciuta. Questa serie è sicuramente un pretesto per conoscerla davvero. È molto, molto importante che vengano scritte queste storie. Io per prima, da attrice, da donna, sono lusingata quando mi viene data la possibilità di interpretare ruoli così centrali, così forti, così importanti, pregni di carattere e di forza. Ho cercato di darle più sfumature possibili e di renderla determina e leggera allo stesso tempo. Di renderla anche fallibile, perché era forse un tratto interessante di un'eroina così fragile". E quando le è stato fatto notare come la sua Lidia sia inoltre una donna che non rinuncia al suo essere sexy, sessualmente libera, che ama divertirsi e ama amare, De Angelis ha tagliato corto dicendo: "È una donna! Tutte queste cose dovrebbero essere racchiuse nel suo essere donna. Può fare tutto. Incredibile, può fare tutto!".

Lamartire, che ha diretto più della metà degli episodi della prima stagione, ha detto di aver amato soprattutto "la consapevolezza di questo personaggio". E ha aggiunto: "Lidia non è mai una vittima in questa serie. Ha solo ragione. Affronta tutto con una forza che smuove le coscienze. È un personaggio che cerca di scomporre i tasselli di un mondo fatto dagli uomini e per gli uomini. Partendo dalla sua famiglia, lei comincia a smussare gli angoli delle persone più vicine a lei per poi allargarsi a un contesto in cui le donne non sono ammesse. E tutto questo con ironia e intelligenza". La legge di Lidia Poët "è un progetto secondo me necessario, nelle sue tematiche, ed è un progetto moderno. Abbiamo sfruttato la modernità di Lidia per parlare di tematiche vivissime e per parlare della nostra storia".

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