Recensione Questo mondo non mi renderà cattivo: Zerocalcare torna su Netflix con una serie più politicizzata e tempestiva
La nostra recensione della nuova serie animata del fumettista romano Zerocalcare, in streaming su Netflix dal 9 giugno.
Non sfugge niente a Zerocalcare. Molte delle cose assurde che ci accadono attorno in questo strano Paese finiscono nel passatutto a manovella della sua lucida critica alla società capitalista, alla politica politicante e alle pressioni sociali, come ha sempre fatto nel suo lavoro di fumettista, nella sua nuova serie animata per Netflix Questo mondo non mi renderà cattivo. Disponibile in streaming con tutti gli episodi dal 9 giugno, l'irriverente dramedy recitato in romanesco è più Zerocalcare di quanto lo è stato Strappare lungo i bordi, il suo precedente successo. Come se gli avessero detto: "Aó, nun t'appiattà. Amo fatto er botto. Fa' 'n po' come c***o te pare". E Zerocalcare ha fatto Zerocalcare. Tutto il suo stile, tutto il suo linguaggio, i suoi temi difficili punteggiano di momenti - a volte scanzonati, altre profondissimi - destinati a restare indelebili questa nuova storia che non è la continuazione della precedente ma qualcosa di completamente nuovo.
Questo mondo non mi renderà cattivo: Cosa racconta la nuova serie di Zerocalcare?
Se Strappare lungo i bordi ha avuto anche il compito di introdurre il mondo di Zerocalcare al grande pubblico, presentando la vita del protagonista, dai suoi amici alle sue angosce, Questo mondo non mi renderà cattivo si prende qualche rischio in più. È uno spaccato ruvido della quotidianità di Zero nell'Italia di oggi - un "Paese meraviglioso" dove, come canta Giancane nella nuova sigla, ponti crollano, navi affondano, diritti muoiono e ministri applaudono. Il racconto inizia con l'arresto di Zero e ripercorre cronologicamente i fatti che hanno portato a questo sommo, attraverso la sua voce scaldata da una fioca luce in una stanza per interrogatori con il poster di Don Matteo alla parete. Si scopre che il clima nel quartiere è diventato pesante dopo che un gruppo di migranti è stato scaricato nel locale centro di accoglienza come un pacco postale che nessuno vuole ritirale. I muri sono tappezzati di manifesti che allarmano le coscienze con la minaccia della sostituzione etnica e non passa molto prima che il pensiero diverso sfoci in contrasti anche violenti.
In questo clima teso pronto a esplodere da un momento all'altro giganteggia una figura, un nuovo personaggio che si svela un po' alla volta lungo i sei episodi e che sembra racchiudere dentro di sé tutte le paure e tutta la confusione della gente di oggi o di buona parte di essa. Cesare è un vecchio amico di Zero che, dopo diversi anni di assenza, torna nel quartiere in cui è cresciuto, trovando un mondo che fatica a riconoscere. All'epoca della loro insolita amicizia, Cesare e Zero non potevano essere più diversi. L'uno era nerboruto e pieno di forza mentre l'altro era più simile alla "rana dei Muppet". Eppure, in qualche modo, entrambi avevano trovato nell'altro un amico utile. Se fuori erano gli opposti, dentro covavano le stesse insicurezze. Zero, che è andato avanti e si è in parte riscattato, vorrebbe fare qualcosa per lui ma si rende conto di non essere in grado di aiutarlo a sentirsi di nuovo a casa e a fare la scelta giusta per trovare il suo posto nel mondo. E non solo, come sarete sorpresi di scoprire, per colpa di dilemmi morali e mancanze puntualmente pungolate dalla sua coscienza, l'Armadillo.
Dalle linee tratteggiate ai tratti calcati
Questo mondo non mi renderà cattivo non è, come non era stata Strappare lungo i bordi, un semplice cartone animato. Ricordate la scena del filo d'erba? La nuova serie di Zerocalcare racchiude come uno scrigno diversi altri momenti di rasentata poesia. Riflessioni sulla vita, su quello che siamo, sull'autocritica limitante, sul nostro posto nel mondo, sorretti da un'animazione eccellente in ogni situazione, che insieme a tutto il resto ci fa capire che non tutto in questo Paese davvero meraviglioso funziona male. Ancora una volta, Michele Rech, alias Zerocalcare, sceneggiatore, regista e doppiatore, in quest'ultimo caso insieme con un sempre straordinario Valerio Mastandrea e alcune voci a sorpresa che lasceremo scoprire a voi, ci inchioda al divano con un'opera divertente e illuminante, capace di avvicinarsi a tematiche importanti con abilità e un'indelicatezza necessaria.
Questo mondo non mi renderà cattivo, lo suggerisce il titolo, racconta la difficoltà di rimanere se stessi in mezzo alle contraddizioni della vita. E lo fa con la solita, irresistibile narrazione fatta di digressioni, aneddoti, emotività e colpi di scena di Zerocalcare. Ci si diverte un sacco a scovare piccole perle di comicità negli spediti dialoghi e sequenze animate della serie. Scoprendo che in alcuni casi altro non sono che occasioni per l'autore di fare un po' di liberatoria autoironia. Come le critiche ai dialoghi "incomprensibili" di Strappare lungo i bordi. Si ride e ci si commuove, soprattutto quando ci si riconosce nei ragionamenti e nelle esperienze di ieri e di oggi di Zero, Sarah, Secco e degli altri personaggi. Come quando fai una scelta perché devi, anche se va contro ciò in cui credi. Non riesco a non pensare al rischio in un Paese come il nostro che una storia come quella di Questo mondo non mi renderà cattivo, raccontata in questo modo, finirà con l'alzare un polverone. Se lo aspetta lo stesso Armadillo. Basterà uno sguardo disattendo. Forse neppure quello. La realtà è che l'unico aspetto contestabile a Zerocalcare e Netflix è che sei episodi, anche se un po' più lunghi, sono troppo pochi.
- Redattore specializzato in Serie TV
- Appassionato di animazione, videogame e fumetti