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Squid Game 2: il creatore Hwang dong-hyuk e le star Lee Jung-jae e Wi Ha-joon a Lucca Comics & Games per la nuova stagione

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Inizia da Lucca Comics & Games il tour mondiale di presentazione della seconda stagione di Squid Game, su Netflix dal 26 dicembre, alla presenza del creatore e regista dello show Hwang Dong-hyuk e dei protagonisti Lee Jung-jae (456) e Wi Ha-joon (il poliziotto Hwang Jun-ho.

Squid Game 2: il creatore Hwang dong-hyuk e le star Lee Jung-jae e Wi Ha-joon a Lucca Comics & Games per la nuova stagione

Attesa alle stelle, nel secondo giorno di Lucca Comics & Games 2024, per l'arrivo in anteprima mondiale del regista e di due dei protagonisti di Squid Game, una delle perle all'occhiello di quello che è un vero e proprio rinascimento, con la crescente influenza della cultura sud-coreana, dalla musica ai fumetti alla letteratura e, appunto, alle arti visive, sull'immaginario mondiale. Dopo la prima, fantastica stagione trasmessa su Netflix oltre due anni fa, arriverà il 26 dicembre la seconda stagione di una storia che continua con crescente interesse e che si concluderà con una già annunciata terza stagione. Il creatore, regista e showrunner di questa incredibile serie, che tocca argomenti di estrema attualità in un contesto molto spettacolare, assieme a Netflix e ai due protagonisti Lee Jung-jae (Gi-hun, il giocatore sopravvissuto col numero 456) e Wi ha-jun (il poliziotto infiltrato che vuole sgominare l'organizzazione del gioco che ha fatto scomparire suo fratello, hanno scelto la convention europea più importante per iniziare il tour mondiale di lancio della stagione e dare le prime anticipazioni alla stampa e ai fan sul futuro della storia. La conferenza in un teatro del Giglio gremitissimo, è stata, trasmessa in contemporanea sui canali del festival ed è poi proseguita con una parata di cosplayer vestiti come i protagonisti del gioco in Piazza S. Michele, di fronte alla gigantesca bambola resa popolarissima dalla prima stagione e da un incontro degli ospiti in un evento riservato al pubblico. La conferenza, trattandosi di una serie tanto complessa e importante, è stata ricca di argomenti interessanti e molto attuali.

Nell’incontro moderato dal direttore di Lucca Comics & Games Emanuele Vietina sul palco del tetro, ovviamente si è iniziato parlando del successo planetario di Squid Game, che Hwang ha detto di non essersi aspettato, almeno non a questo livello:

Quando si fa un progetto si spera sempre che abbia successo. Comunque non ci saremmo aspettati mai che il mondo rispondesse con tanta passione e amore a Squid Game e come creatore a volte dovevo darmi i pizzicotti per capire se era un sogno o realtà, quindi è stata un’esperienza surreale. Presto, a dicembre, partirà la stagione due e direi che la maggiore differenza dalla stagione 1 è che quella era incentrata sul giocatore 456 che entra in Squid Game, su come sopravvive e finisce il gioco da vincitore, mentre nella seconda ritroviamo il personaggio, che in base alla sua esperienza e ricordi, si risveglia e ritorna nel gioco per fermarlo.

A quanto pare una delle domande ricorrenti all’autore è perché il personaggio si tinga i capelli di rosso, alla fine. Hwang fa riferimento al fatto di essersi ispirato al suo personaggio dei manga preferito, Slam Dunk. E il motivo è che “i capelli rossi sono un simbolo del fatto che non è più normale. Dopo essere uscito da questo gioco crudele e aver perso molte persone, molti amici, cerca di condurre una vita normale ma non ci riesce, quindi i capelli rossi sono un simbolo della sua anormalità”. Aggiunge il protagonista Lee Jung-jae: “Mi è stato chiesto molte volte cosa volessero dire i capelli rossi, e quando giravo non ho mai chiesto al regista quale fosse il significato perché è una cosa che è venuta normalmente. Non so se è giusto ma credo che dopo essere passato da un’esperienza così tremenda, per poter vivere una vita diversa ho pensato che tingersi i capelli di rosso fosse l’inizio del suo ritrovato coraggio ritrovato. Così l’ho interpretato e poi, più tardi, ho scoperto che il regista la pensava come me”.

Si è poi passati a parlare del vero significato “sociale” e in un certo senso politico della serie (anche se Hwang ci terrà a precisare che si tratta comunque di un’opera di intrattenimento che la gente si può divertire a vedere, al di là dei significati reconditi):

"E’ una serie in cui spero di dimostrare che l’attuale società capitalista e il suo sistema basato sulla competizione ha portato a una eccessiva divisione tra ricchi e poveri, creando moltissimi cosiddetti perdenti del gioco, Volevo mostrare questo e mettere uno specchio di fronte alla società in cui viviamo tramite Squid Game. Con questo non voglio dire che voglio darvi delle risposte con la serie; tuttavia, spero che dia la possibilità agli spettatori di riflettere sulla società attuale, porgli domande su in che tipo di mondo viviamo e come si sta evolvendo il nostro futuro e se c’è un modo per fermare tutto questo. Questo continuerà a essere esplorato anche nella seconda stagione. Ovviamente non ho la pretesa di dare risposte ma spero che susciti riflessioni significative. Se trascuriamo i deboli che sono stati creati da questo sistema, quelli che di questo beneficiato di questo sistema non saranno più in grado di perpetuare questo status quo.: Per convivere in questa società, credo che dobbiamo sforzarci di costruire un mondo migliore e per farlo credo che la cosa più importante sia il rispetto reciproco, prendersi cura e occuparsi dei deboli e procedere di pari passo e collaborare, e questi temi sono molto importanti nella seconda stagione di Squid Game. In ogni episodio vedremo molti personaggi con storie e origini diverse, che ci faranno pensare come potremmo aiutarli a vivere insieme come cittadini e farete il tifo per i personaggi, vorrete comprenderli e connettervi con loro. Spero che il pubblico, dopo aver visto la nostra serie, rifletterà su questi temi".

Aggiunge Lee Jung-Jae: "Il fatto che Squid Game rappresenti i dilemmi sociali in cui oggi viviamo, penso che sia il motivo per cui ha conquistato tante persone in tutto il mondo; pone delle domande che è molto importante farsi e penso che il pubblico, dopo aver visto la serie, avrà un’opportunità di riflettere sulla società attuale . Come attore fare parte di questa serie non ha significato semplicemente dare vita a un personaggio, ma ha riguardato anche il processo di studio e ricerca di cosa significhi la natura umana. Interpretando le emozioni e la mia idea di queste persone che vivono nel punto più basso della loro vita, ho potuto comprendere il concetto di avidità umana, di egoismo e anche della dignità umana".

Cosa vedremo nella nuova stagione, location e giochi familiari o nuovi?: "Vediamo il personaggio di 456 che ritorna sull’isola dove si svolgono i giochi e quindi vedremo dei posti che abbiamo già visto nella prima stagione, ad esempio il dormitorio o le scale con quei colori molto vividi e gli spazi dove si svolgono i giochi. Comunque, abbiamo aggiunto nuovi elementi, quindi quando vedrete la nuova stagione vi sembrerà familiare e al tempo stesso nuova, e i giochi che vedrete alcuni li avremo già visti ma ci saranno anche nuovi giochi di dimensioni più grandi, più affascinanti che si giocheranno su sfondi molto belli". La discussione prosegue su temi come il capitalismo “accelerato” in Sud Corea, che lo rende più vulnerabile di quello europeo e sull’orgoglio di attori e regista di rappresentare nel loro settore il fascino della cultura coreana nel mondo, assieme alle band musicali, al cinema, agli scrittori e ai fumettisti.

Tra le altre curiosità, ci viene detto che nel primo episodio della nuova stagione ci sarà un’aria da un’opera di Giacomo Puccini e che in un altro è stata utilizzata “Con te partirò” di Andrea Bocelli. Quanto al mormorato remake americano di David Fincher, Hwang sorride e dice che non c’è nulla di ufficiale ma che è un grande ammiratore del regista e vedrebbe bene uno spin-off del suo show, che comunque continuerà ad appartenergli. Quanto al reality di Netflix ispirato a Squid Game confessa di averne visto un paio di episodi e che gli ha fatto un effetto surreale guardarlo. “Ma questo on diluisce il messaggio di Squid Game, perché è stato creato da Netflix con un premio in denaro e io non ho creato la serie per dare spiegazioni o come propaganda, ma anche se ha un tema che critica il sistema capitalistico è pur sempre un prodotto che è stato creato in questa società, io l’ho creato per venderlo e anche Netflix ci ha investito per venderlo e dunque penso che sia logico prendere una loro serie di successo e creare dei progetti derivati da quella e non credo che sminuisca il messaggio dell’originale. Quando pensate a Squid Game è esattamente il mondo che vediamo, dove tutto è reso disponibile, tutto è creato per generare un profitto, quindi penso che il fatto che quello show sia stato creato in questo universo in realtà mette in evidenza il vero messaggio del nostro".

Non resta che aspettare su Netflix il 26 dicembre la seconda stagione di Squid Game, una delle serie più belle, sorprendenti e rivoluzionarie degli ultimi anni. Noi siamo prontissimi, e voi?

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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