Qui puoi conoscere la carriera e le curiosità sulla vita privata di Jacques Audiard, leggere le notizie più recenti, trovare tutti i premi vinti e guardare le foto e i video.
BIOGRAFIA DI JACQUES AUDIARD
Jacques Audiard nasce a Parigi il 30 aprile del 1952 e, prima di prendere la strada del cinema e diventare il regista con il cappello sempre in testa e gli occhiali scuri, accarezza l'idea di fare l'insegnante. Il destino lo porta però ad abbandonare gli studi universitari a favore dei set cinematografici, regalandogli l'opportunità di essere
aiuto-regista di Roman Polanski e di
Patrice Chéreau. Negli anni '80
Audiard si cimenta nella scrittura di una serie di sceneggiature, collaborando ad esempio al copione di
Mia dolce assassina, che firma insieme al padre
Michel Audiard, noto dialoghista, sceneggiatore e regista. Il debutto dietro la macchina da presa avviene nel 1994 con
Regarde les hommes tomber, un road movie con
Mathieu Kassovitz e
Jean-Louis Trintignant. Presentato a Cannes nella sezione Settimana Internazionale della Critica, il film ottiene qualche mese più tardi tre premi César. Nel '96 il regista torna a dirigere Kassovitz e Trintignant in Un héros très discret, storia di un uomo qualuque che si fa passare per un eroe della resistenza. Anche quest'opera viene accolta nella programmazione del Festival di Cannes, ma in concorso, aggiudicandosi il premio per la migliore sceneggiatura. Nei quattro anni seguenti Audiard si prende una vacanza dalla macchina da presa, dedicandosi perlopiù all'attività di sceneggiatore. Secondo molti l’attesa vale, perchè il successivo Sulle mie labbra (2001) si rivela un film di forte impatto. Love story fra una ragazza sorda e un ex detenuto affidata al talento di Emmanuelle Devos e Vincent Cassel, il film vince tre César. Il cinema di Jacques Audiard smette di essere un prodotto di nicchia per diventare un punto di riferimento per i cineasti europei con Tutti i battiti del mio cuore (2005), che di Oscar francesi ne conquista otto, fra cui quello per il miglior regista, il miglior film e il miglior attore, quest'ultimo andato a Romain Duris. Se questo film - come il precedente – non viene selezionato dai grandi festival internazionali, Audiard si assicura una nuova partecipazione a Cannes grazie a Il profeta (2009), dramma carcerario e romanzo di formazione con protagonista un giovane delinquente maghrebino. Senza grandi sorprese, il regista si aggiudica il Grand Prix e parte del merito va attribuita all’attore Tahar Rahim. Anche questa volta Jacques Audiard viene ricoperto da una pioggia di César. Nel film successivo Audiard prende una strada meno dura, aprendosi al sentimento amoroso e lasciando filtrare un po' di tenerezza. Definito un melodramma sociale, Un sapore di ruggine e ossa (2012) è incentrato infatti sulla relazione fra una donna che ha perso le gambe in un tragico incidente e un uomo che si arrangia come può. Nonostante il plauso generale e l'interpretazione di Marion Cotillard e Matthias Schoenaerts, il regista non esce trionfatore dal Festival di Cannes e ai César si vede rubare la scena da Amour di Michael Haneke, già destinatario della
Palma d'Oro. Per portarsela a casa, Jacques Audiard dovrà aspettare solamente tre anni:
nel 2015 la giuria internazionale presieduta dai fratelli Coen decide infatti di tributargli il più alto riconoscimento della manifestazione francese grazie a
Dheepan, ritratto di tre cingalesi emigrati nella banlieue parigina che devono fingersi una famiglia.