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BIOGRAFIA DI GABRIELE FERZETTI
Attore. Ancora studente, appare come comparsa in vari film, ma il debutto effettivo è con una piccola parte in "Via delle cinque lune"(1942), di Luigi Chiarini, in cui si accredita con il suo vero nome. Studia recitazione all'Accademia d'Arte Drammatica e, una volta diplomatosi, comincia a lavorare a tempo pieno nel mondo dello spettacolo dividendosi tra cinema e teatro. Tra i primi lavori sul palcoscenico figura in "Rosalinda o come vi piace", di Luchino Visconti. Esattamente dieci anni dopo l'esordio cinematografico, arriva il primo riconoscimento ufficiale: per "La provinciale"(1952), di Mario Soldati, ottiene un Nastro d'argento come miglior attore protagonista. In seguito, la sua carriera cinematografica fa un ulteriore passo in avanti grazie all'incontro con Michelangelo Antonioni. Quest'ultimo lo scrittura per "Le amiche"(1955) e, soprattutto, per "L'avventura"(1960), dove si mostra in una delle sue interpretazioni migliori. La carriera prosegue con varie interpretazioni, alcune ben riuscite altre meno; tra tutte, si citano "La lunga notte del '43"(1960), di Florestano Vancini, e "A ciascuno il suo"(1967), di Elio Petri, per cui ottiene il secondo Nastro d'argento come miglior attore non protagonista. Riveste un ruolo insolito nel western di Sergio Leone, "C'era una volta il West"(1968), in cui impersona un magnate delle ferrovie paralitico, 'Morton'. Gira anche molti film all'estero, come "La confessione"(1970), di Constantin Costa-Gavras, e lo scandaloso "Il portiere di notte"(1974), di Liliana Cavani. Dopo "Grog"(1982), di Francesco Laudadio, i ruoli successivi non aggiungono nulla di più alla sua carriera. Anzi, negli ultimi tempi, trascura sempre di più il cinema per dedicarsi al piccolo schermo dove compare in molti film TV ottenendo un grande favore presso il pubblico. Si ricorda: la mini serie "Delitto e castigo"(1983), di Mario Missiroli, quella di "Quo Vadis?"(1985), firmata Franco Rossi, e, arrivando fino agli anni Duemila, "Papa Luciani - Il sorriso di Dio"(2006) di Giorgio Capitani. Nel 1998 riceve la Grolla d'Oro come premio alla carriera.