Una pallottola spuntata 33 ⅓ - L'insulto finale è un film comico poliziesco del 1994 diretto da Peter Segal, l'ultimo capitolo di una fortunata trilogia iniziata da Una pallottola spuntata e seguita da Una pallottola spuntata 2½ - L'odore della paura.
A Los Angeles l'esilarante e maldestro tenente della polizia Frank Drebin (Leslie Nielsen) è in pensione, sposato con l'affascinante Jane Spencer (Priscilla Presley), brillante avvocatessa. Sembra appagato dal manage domestico, anche se la moglie vuole disperatamente un bambino e lui non è pronto ad affrontare la paternità.
Segretamente Frank sogna di tornare in servizio e quando l'ex collega Ed Hocken (George Kennedy), capo della polizia, gli propone di aiutarlo a risolvere un caso, accetta con entusiasmo. Dovrà occuparsi della minaccia di un attacco terroristico di un gruppo di arabi. Franck mette in atto il piano: spacciandosi per Nick lo "sfregiatore magico", s'infiltra nel carcere di Statesville, nella cella del terrorista Rocco Dillon (Fred Ward), nella speranza di instaurare un rapporto di fiducia.
Ben presto diventano amici e insieme progettano e realizzano una spettacolare evasione. Rocco gli confiderà la sua intenzione di far saltare in aria il teatro dove si terrà la cerimonia per i premi Oscar. Nel frattempo Jane, che si era allontanata delusa dal comportamento del marito, ritorna a casa e non trovandolo si mette sulle sue tracce. Con stratagemmi rocamboleschi, causando il caos più completo, improvvisandosi presentatore, ballerino e acrobata, Frank, insieme alla sua ritrovata Jane cercherà di intercettare la bomba posizionata da Rocco sul palco delle premiazioni...
"Scritto a sei mani tutte cinefile da Proft, Zucker LoCash, il film ha zone divertenti, come il racconto carcerario e il processo nursery, mentre in altre si svendono doppi sensi d'avanspettacolo. Tutto all'insegna del folle, anche nel montaggio e nella sintassi, per non dire della ben calibrata surrealtà del simpatico protagonista, ex sirenetto di Hollywood che ha raggiunto il successo nella terza età. Gli sono accanto Priscilla Presley, vedova di Elvis, e il vecchio George Kennedy, tutti complici di una baracconata che fa le boccacce al cinema. Finendo, non c'era dubbio, con un frignante bebè." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 10 Maggio 1994)"Una gag dietro l'altra, e tutte irresistibili. Certo, con modi fracassoni, senza mai un solo ripensamento e con ritmi non sempre trascinanti (la regia questa volta, è dell'esordiente Peter Segal, noto finora solo in TV), ma con una tale girandola di situazioni farsesche spinte al diapason che non si può fare a meno di ridere senza mai pentirsene. Al centro, Leslie Nielsen ce la mette tutta per far fronte alla sua fama di comico senza freni: inciampa, sbaglia, vince solo accumulando pasticci, secondo schemi noti fin dai tempi del muto ma rinverditi da una fertilità di trovate, e, per quel che lo riguarda da vicino, da ammiccamenti e da gesti che riescono senza fatica a strappare alla platea gli applausi più ghiotti e divertiti. Sembra che con questo episodio, la serie si concluda: mi auguro di no. Con Nielsen e compagni il demenziale ci ha sempre dato il massimo. Sarebbe un peccato rinunciarvi." ('Il Tempo', 9 Maggio 1994)"Con gags, buone battute, parodie, allusioni colte e satira politica, ancora una volta funziona benissimo il mix di comicità fisica primaria e comicità colta sofisticata, di cinefilia citazionista e volgarità bestiale. Veloce, sintetico, il film è molto divertente. Dettagli: le reliquie del vecchio feroce capo del FBI Edgar Hoover sono un paio di scarpette da ballo e un tutù rosa; un detenuto in prigione è molto cambiato: è diventato nero; l'invenzione anti-rapinatori d'auto è costituita da un paio di ganasce metalliche che si richiudono sui testicoli del ladro; il protagonista protesta 'Io non ho mai pensato. Perchè dovrei cominciare adesso?." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 8 Maggio 1994)
Anche se il film questa volta è diretto da Peter Segal, la sceneggiatura è firmata da David Zucker, regista dei precedenti film della saga.
Vere e proprie bande di motociclisti sono state assunte per la scena del combattimento in prigione.
Il giorno delle riprese del flashback degli anni '70, George Kennedy aveva avuto una polmonite e non riusciva a star in piedi: girò un'intera scena seduto su uno sgabello da bar.
Il nome del film deriva dai dischi LP che suonano a una velocità di 33 ⅓ giri al minuto.
Nella pellicola ci sono riferimenti a film di successo, come Gli intoccabili, quando vari agenti si cimentano nel trasportare carrozzine su e giù per le scale mentre aspettano i gangster, o anche il piano di evasione dal carcere operato da Rocco e Frank ricorda una scena in Le ali della libertà.
Il film ha vinto nel 1994 un Golden Screen e nel 1995 due Razzie Awards come peggior attore non protagonista a O. J. Simpson e peggior esordiente a Anna Nicole Smith.
Attore | Ruolo |
---|---|
Leslie Nielsen | Frank Drebin |
Priscilla Presley | Jane Spencer Drebin |
George Kennedy | Ed Hocken |
O.J. Simpson | Nordberg |
Fred Ward | Rocco |
Anna Nicole Smith | Tanya |
Kathleen Freeman | Muriel |
Ellen Green | Louise |