Una notte violenta e silenziosa: la recensione della commedia horror che riconcilia col Natale

30 novembre 2022
4 di 5

Stanchi degli zuccherosi film natalizi? Per fortuna Tommy Wirkola ci regala Una notte violenta e silenziosa. Un film scorretto, cattivo e ultrasplatter che è anche un insolito Christmas Movie. La recensione di Daniela Catelli.

Una notte violenta e silenziosa: la recensione della commedia horror che riconcilia col Natale

E se Babbo Natale non solo esistesse, ma fosse stato in una vita precedente un guerriero che sconta i suoi peccati con un mestiere logorante e “buonista”, costretto nella divisa bianca e rossa inventata dalla Coca Cola ma disgustato dal consumismo e dalla mancanza di fantasia dei suoi piccoli clienti? Così ci viene più o meno presentato il protagonista di Una notte violenta e silenziosa, un corpulento signore alcolizzato, disilluso e triste, che pende più dal lato Grinch (con qualche accenno di Krampus) ed è pronto a mollare le renne e il sacco coi doni ai suoi sosia umani e ritirarsi a vita privata col conforto dell'alcol. E questa è solo la premessa di una pirotecnica commedia horror che ci ha ricordato il buon vecchio splatter degli anni Ottanta, capace di passare senza timidezza dalla gag da cartone animato al gore più disgustoso, con un'ironia e un'acutezza che alla fine riuscivano tra le righe a dire anche molto del mondo in cui vivevamo. Quello di Tommy Wirkola è un anti-film di Natale e al tempo stesso un perfetto feel good movie delle feste, una storia paradossale dove non ci sono eroi buoni (in compenso ce ne sono di davvero cattivi), sono ammessi i colpi sotto la cintura e si regalano sorprese e risate, con l'utilizzo delle classiche canzoni natalizie e della tipica iconografia del periodo a fare da contrappunto a situazioni esagerate, surreali, spassose e anche un po' orribili.

Salutiamo con gioia il ritorno del regista norvegese alle origini (se non avete visto Dead Snow sui nazisti zombi siete pregati di rimediare e già che ci siete potete aggiungere anche Gretel & Hansel - cacciatori di streghe), che da bravo europeo se ne frega della retorica e affonda con gusto le mani nelle viscere del mito, presentandoci un Bad Santa assolutamente irresistibile (un fantastico David Harbour) sulla scorta di una brillante sceneggiatura degli autori dei film di Sonic, Pat Casey e Josh Miller, passando senza soluzione di continuità né cali di ritmo dallo slapstick all'horror più puro. Nell'equilibrio tra generi sta la riuscita o meno di questo tipo di film e Una notte violenta e silenziosa non delude le aspettative. Fa ridere, fa stringere i denti, fa spalancare occhi e bocca con incredulità. Forse, se fosse uscito nei citati anni Ottanta, sarebbe stato uno dei tanti horror discreti del periodo (c'è anche un leggero profumo di Troma, dentro), ma oggi che siamo tutti assuefatti a visioni edulcorate, corrette, attente a non dispiacere a nessuno, la sua visione è una vera e propria boccata di aria fresca.

E alla fine, se come noi non ne potete più degli zuccherosi film di Natale che ogni anno arrivano immancabili sugli schermi mondiali, sulle piattaforme streaming e in tv, apprezzerete il fatto che qua a salvare il Natale e la sua magia non è soltanto solo una bambina ingegnosa e disposta a spingersi ben oltre il Kevin di Mamma ho perso l'aereo per sconfiggere i cattivi, ma anche la sua odiosa, ricchissima e corrotta famiglia. Molti sono i riferimenti cinefili all'interno del film, i cosiddetti “in-jokes”, alcuni dei quali decisamente azzeccati e sempre in tema (ovviamente l'intera trama fa riferimento al primo Die Hard, Trappola di cristallo). A convincere è anche il cast, a partire dai due antagonisti principali, il citato David Harbour (che nell'ultima stagione di Stranger Things aveva dimostrato cosa è in grado di fare) e un John Leguizamo che ci ricorda quanto sia bravo e quanto più spesso vorremmo vederlo al cinema. Dalla matriarca avida e crudele interpretata dalla veterana (e irriconoscibile) Beverly D'Angelo a Cam Gigandet e all'inglese Alex Hassell con quella faccia da cartone animato, fino alla piccola Leah Brady, questi attori ci confermano che l'affiatamento e la convinzione del cast fanno la differenza, qualunque sia il genere di storia che sono chiamati a raccontare.

E alla fine, dopo arti mozzati, teste che saltano, turpiloquio, sadismo e cattiverie assortite, ci si può perfino commuovere con questo Natale rosso sangue che, pur ridendo sui propri riti e miti, finisce per celebrarli. Perché in fondo ognuno di noi vuole la stessa cosa: ritrovare un po' di magia e tornare a credere nelle fate come faceva da bambino. Certo per farlo, in questo caso, i nostri eroi devono calpestare un bel po' di cadaveri. Ma siamo proprio sicuri che il bene debba essere sempre inerme di fronte al male? Almeno al cinema e senza sensi di colpa possiamo immaginarlo armato fino ai denti, disposto a sporcarsi le mani e destinato a vincere sempre.



  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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