LA TRAMA DI THE END? L'INFERNO FUORI
The End? L'Inferno fuori, il film diretto da Daniele Misischia, vede protagonista
Claudio (
Alessandro Roja), un importante uomo d'affari, cinico e narcisista.
In una Roma frenetica e immobilizzata dal traffico, una mattina rimane bloccato da solo in ascensore a causa di un guasto, subito dopo averlo bloccato per infastidire un'impiegata. Peccato sia proprio il giorno in cui si è recato in ufficio per concludere un importante lavoro per la sua azienda. Ma questo fastidioso inconveniente sarà solo l'inizio.
Mentre cerca di non farsi sopraffare dalla disperazione per aver perso l'appuntamento, si rende conto che sta succedendo qualcosa di terribilmente drammatico, e la preoccupazione si trasforma in vera e propria angoscia. Parlando al telefono con la moglie e consultando le news si rende conto che la città è in preda al delirio, colpita da un virus letale che sta trasformando le persone in essere disumani e aberranti. Bloccato tra due piani e intrappolato in una gabbia di metallo, Claudio dovrà fare i conti con questi zombie, che cercano in tutti i modi di entrare nell'ascensore e massacrarlo. Non gli resta che affidarsi al suo istinto di sopravvivenza per contrastare l'apocalisse ormai inevitabile e uscire da quell'inferno.
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RECENSIONE
Decenni dopo i memorabili film di Lucio Fulci e 24 anni dopo Dellamorte Dellamore di Michele Soavi da Tiziano Sclavi, gli zombi - o quasi - tornano sul grande schermo ad opera di un regista italiano, per di più al suo debutto. Gli amanti dell'horror non possono che esserne felici, soprattutto perché alle spalle del neoautore ci sono appassionati al di sopra di ogni sospetto come i fratelli Manetti, che tengono a battesimo un loro collaboratore producendo una storia che sceglie un punto di vista "costretto" e claustrofobico: quello di un uomo bloccato in un ascensore mentre fuori si scatena l'inferno. Pur con qualche inevitabile omaggio ai maestri del passato, Misischia fa sua la lezione più contemporanea di film come 28 giorni dopo, scegliendo di fare dei suoi mostri degli infetti e non dei morti viventi. Al di là di qualche ingenuità e di una ripetitività di situazioni che rischia di togliere tensione alla storia (dieci minuti in meno avrebbero giovato al film), il regista vince la sua scommessa, grazie anche alla capacità del genere di diventare cartina di tornasole della realtà contemporanea e alla convincente interpretazione di Alessandro Roja, un attore che non ha mai paura di mettersi alla prova. (
Daniela Catelli - Comingsoon.it)
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