Wife of a Spy: recensione del film di Kiyoshi Kurosawa in concorso al Festival di Venezia 2020
Prima storia in costume per il giapponese Kiyoshi Kurosawa, Wife of a Spy, Supai no Tsuma, è una spy story e una storia d'amore sullo sfondo della guerra fra Cina e Giappone e della Seconda guerra mondiale negli anni '40.
Sarà stato possibile per chi viveva negli anni ’40, durante la Seconda guerra mondiale, pensare al proprio futuro? Un interrogativo a cui risponde sempre in movimento, pronta a pianificare una svolta per le loro vite, la coppia protagonista del film Wife of a spy, prima incursione nel passato per il poliedrico regista giapponese Kiyoshi Kurosawa. Un periodo in cui i destini di milioni di persone erano in gioco, nell’immediata vigilia della guerra nel Pacifico, mentre lo scontro fra Giappone e la Cina era già violentissimo da anni, con la Manciuria come zona d’occupazione nipponica.
Momento anche molto stimolante, però, per chi commerciava come Yusaku Fukuhara, mercante di Kobe, città portuale con lo sguardo verso il mondo nonché luogo natale del regista. Proprio la notte prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale in occidente, siamo nel 1940, sente che le cose stanno per cambiare ed è il momento di agire prima di venire superati dagli eventi. Per farlo lascia nella elegante casa la moglie Satoko e si reca nella dinamica casa delle spie nell’Asia di quegli anni, la Manciuria occupata dai militaristi giapponesi, e diventa testimone di un atto di violenta barbarie che si convince subito di voler denunciare.
Nel frattempo a Kobe un giovane amico d’infanzia di Satoko, Taiji Tsumori, sempre più in crescita nei ranghi della polizia militare, scatena la gelosia della donna segnalandole la morte di una donna che il marito aveva portato dalla Manciuria a Kobe. Riusciranno Yusaku e Satoko a chiarirsi e la sua storia supererà gli ostacoli di anni infausti? Wife of a spy si muove nei territori angoscianti di un paese alle prese da anni con una guerra oltreconfine e un governo fascista, oltre alla consapevolezza generalizzata che avrebbe portato il Giappone nei guai, partecipando a una guerra ben più globale. Un’ansia crescente che Kurosawa sintetizza con la storia di questa coppia, fra il melodramma noir e la storia di spionaggio, oltre a un’interessante patina di ironia che identifica la montante ondata di follia collettiva obnubilante che stava intossicando il paese del sol levante.
Una cornice drammatica, una Storia che sconvolge il mondo, ed ecco la nostra coppia alle prese con la loro piccola storia personale, con il tentativo di mantenere almeno in vita il loro amore, fra le macerie. La storia dimostra la dimestichezza di Kurosawa con il genere, mantiene una suspence e una fluidità di racconto che non fa mai distrarre dai destini in gioco. Particolarmente riuscito un epilogo fra follia personale e collettiva del 1945, mentre Kobe subisce un terribile attacco aereo che distrugge un quinto della città.
- critico e giornalista cinematografico
- intervistatore seriale non pentito