Smetto quando voglio è una commedia del 2014 diretta da Sydney Sibilia.
Un gruppo di universitari brillanti, sottovalutati e sottostipendiati, in costante precarietà lavorativa, sfrutta le proprie abilità e conoscenze per risollevarsi dal baratro aggirando la legge. Pietro Zinni (Edoardo Leo) è un ricercatore universitario: nonostante le sue scoperte in campo scientifico, non riceve gli adeguati finanziamenti da parte della commissione preposta ed è costretto persino a rincorrere in discoteca un suo alunno che gli doveva dei soldi.
Proprio in quel momento gli balena in testa un’idea per salvarsi dalla disoccupazione: riunire un gruppo di ex ricercatori universitari, che come lui hanno dovuto affrontare i tagli di finanziamenti nei rispettivi campi e che si trovano ad accettare lavori inadeguati rispetto ai titoli conseguiti. Il piano è quello di mettere a punto, produrre e distribuire una sostanza stupefacente ancora non catalogata come tale dal Ministero della salute.
Il team riunito da Pietro è formato da Mattia e Giorgio (Valerio Aprea e Lorenzo Lavia), due benzinai e latinisti esperti; l'archeologo Arturo (Paolo Calabresi); l'antropologo e aspirante sfasciacarrozze Andrea (Pietro Sermonti) e l'economista pokerista Bartolomeo (Libero De Rienzo). Tuttavia, una volta raggiunto l'obiettivo, non saranno pochi i problemi e i guai da risolvere...
E' già un caso ancora prima di uscire questa opera prima del giovane Sydney Sibilia, che partendo da una situazione comune a tanti pre e post quarantenni nel nostro paese, come quella del precariato, dà vita a una commedia divertente, ben scritta e ben confezionata, con tanta voglia di “ridersi addosso”. Smetto quando voglio è un debutto più che promettente, capace di coinvolgere senza sforzo lo spettatore nelle surreali situazioni in cui si ritrovano i protagonisti, tutti da applauso. (Daniela Catelli)
Il film è il primo di una trilogia di successo che comprende Smetto quando voglio – Masterclass e Smetto quando voglio – Ad honorem. I due sequel sono stati girati in contemporanea, come avviene per i più grandi successi americani: in un primo momento si era addirittura pensato di farli uscire a distanza di un mese l’uno dall'altro.
Il regista ha preso spunto da un articolo di giornale dal titolo “Quei netturbini con la laurea da 110 e lode” e da una canzone del gruppo rap romano Flaminio Maphia per il soggetto del film.
Le citazioni scientifiche non sono casuali: un gruppo di chimici e di classicisti ha contribuito alla scrittura del film per attestare la veridicità delle affermazioni più tecniche dei protagonisti.
Per mostrare gli effetti della nuova droga, il regista ha usato una tecnica del passato chiamata rotoscoping, che consiste nel girare le immagini dal vivo per poi animarle in post-produzione in stile cartoon.
Pietro (Edoardo Leo): In Italia una droga per essere definita tale dev'essere censita nell'elenco delle molecole illegali del Ministero della Salute. Cocaina, eroina, anfetamina, metadone, ecstasy e più o meno altre 200 molecole fanno parte di quell'elenco. Se una molecola non è in quella tabella allora la puoi produrre, la puoi assumere, ma soprattutto la puoi vendere. Andre (Pietro Sermonti): Sono laureato, ma guardi è un errore di gioventù del quale sono profondamente consapevole. Ho inoltrato una richiesta per rinunciare al mio titolo accademico, significa che, tempo due settimane, c'ho praticamente la quinta elementare. Pietro: Siete due latinisti di fama internazionale e fate i benzinai di notte per un cingalese che vi paga a nero!
Attore | Ruolo |
---|---|
Edoardo Leo | Pietro |
Valeria Solarino | Giulia |
Valerio Aprea | Mattia |
Paolo Calabresi | Arturo |
Libero De Rienzo | Bartolomeo |
Pietro Sermonti | Andrea |
Lorenzo Lavia | Giorgio |
Neri Marcorè | Murena |
Stefano Fresi | Alberto |
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