Roma città aperta, film diretto da Roberto Rossellini, segue le vicende dell’occupazione tedesca di Roma e del periodo della Resistenza capitolina. Tutto ha inizio proprio dopo l'armistizio di Cassibile, quando gli Alleati sbarcano in Italia e cominciano l’avanzata verso nord. Non sono ancora arrivati nel capoluogo romano, dove la resistenza opera già da un po’. Tra i comunisti militanti più attivi c’è Giorgio Manfredi (Marcello Pagliero), che riesce a sfuggire a una retata della polizia e si nasconde da Francesco (Francesco Grandjacquet), un tipografo antifascista che il giorno dopo avrebbe dovuto sposare Pina (Anna Magnani), una donna vedova, già madre di un figlio di circa dieci anni. Ad aiutare i giovani della resistenza è don Pietro (Aldo Fabrizi), il prete del luogo, che sostiene i partigiani e protegge come può i perseguitati politici.
Tutti lo amano e lo rispettano per questo, anche Manfredi che, proprio grazie a lui, riesce a passare facilmente i controlli dei soldati tedeschi e delle SS. Un giorno, però, Francesco viene arrestato e fatto salire su un camion per essere portato via: in quel momento Pina non resiste al dolore e corre verso di lui per dimostrare la sua protesta, rimanendo uccisa dagli spari delle guardie, proprio davanti agli occhi del figlio e del parroco. Poco dopo Francesco riesce a scappare e si nasconde insieme all’amico Manfredi a casa della sua ex Marina (Maria Michi), che prova ancora del risentimento nei suoi confronti, tanto che a un certo punto deciderà di denunciarlo a una guardia della Gestapo, Ingrid (Giovanna Galletti), in cambio di una dose di droga. Così, durante un incontro tra il comunista e Don Pietro, entrambi vengono arrestati e fatti prigionieri dai soldati tedeschi. Riusciranno i due uomini a salvarsi e a proseguire la lotta portando avanti i valori della resistenza romana?
"Un prete e un comunista lottano per la stessa causa. Dietro di loro si muove un quartiere popolare di Roma, coi suoi casoni squallidi, I cortili in cui la storia di ognuno è la storia di tutti e dove la sofferenza e le speranze sono comuni. La forza di 'Roma città aperta' è in questa molteplicità di elementi umani coagulati da un'unità superiore." (Carlo Lizzani, "Il Cinema Italiano", Parenti, 1961)
Dopo il film, a completare la trilogia, sono uscite nelle sale le pellicole Paisà (1946) e Germania anno zero (1948), entrambe dirette dallo stesso Rossellini. La pellicola ha partecipato al Festival di Cannes (1946) dove si è aggiudicata il Grand Prix come Miglior film.
Ha ricevuto una nomination per il Premio Oscar per la Migliore sceneggiatura originale (1947) e ha vinto due Nastri d'argento (1946), per la Miglior regia e la Migliore attrice non protagonista (Anna Magnani). Il film è stato inserito nelle "100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978”.
Le Poste italiane hanno emesso, nella serie dedicata al "Cinema italiano neorealista", un francobollo dal valore di Lire 2400 per il film Roma città aperta (1988). La pellicola ha segnato l’esordio di Ferruccio Amendola come doppiatore, prestando la propria voce a Vito Annichiarico, che nel film interpreta Marcello, un attivista.
Attore | Ruolo |
---|---|
Anna Magnani | Pina |
Aldo Fabrizi | Don Pietro Pellegrini |
Vito Annichiarico | Marcello, il figlio di Pina |
Marcello Pagliero | Ing. Manfredi |
Nando Bruno | Agostino, il sagrestano |
Harry Feist | Maggiore Fritz Bergmann |
Francesco Grandjacquet | Francesco |
Maria Michi | Marina Mari |
Eduardo Passarelli | Brigadiere metropolitano |
Carlo Sindici | Questore |
Akos Tolnay | Disertore austriaco |
Joop van Hulsen | Capitano Hartmann |
Giovanna Galletti | Ingrid |
Carla Rovere | Lauretta, sorella di Pina |
Amelia Pellegrini | Nannina, la padrona di casa |
Alberto Tavazzi | Prete confessore |
Turi Pandolfini | Nonno |
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