Ravanello pallido, film diretto da Gianni Costantino, segue le vicende di Gemma Mirtilli (Luciana Littizzetto), donna single che lavora all’interno di un’agenzia per lo spettacolo che si occupa di lanciare giovani soubrette. Non solo passa in ufficio gran parte del suo tempo senza un minimo riconoscimento, ma deve anche subire gli isterismi delle showgirl e le idee bizzarre del suo datore di lavoro Claudio Pignatti (Massimo Venturiello). Anche in amore le cose non vanno affatto meglio: il suo fidanzato, Pietro (Neri Marcorè), preferisce le partite a biliardo con gli amici o gli allenamenti di pallanuoto invece di stare con lei. L’unico che sembra comprenderla è Callisto (Michele Di Mauro), il suo parrucchiere e migliore amico gay, che un giorno le colora i capelli di un rosa ravanello.
Tutto cambia quando, per una serie di malintesi e sotterfugi, il suo capo decide di incastrarla in un’operazione di marketing e la indica come Gala, un nuovo personaggio in controtendenza e assolutamente fuori dagli schemi. Comincia così per Gemma una nuova vita sotto i riflettori…
"Il primo film di Luciana Littizzetto, diretto dal debuttante Gianni Costantino, non è venuto bene, ma la protagonista è brava come sappiamo dalle performances televisive e dai libri e qualche idea c'è". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 5 ottobre 2001) "Come tanti film cuciti addosso a un divo del piccolo schermo, 'Ravanello Pallido' prende di mira il mondo dei network. Solo che le nostre tv pubbliche e private sono già grottesche di per sé, l'unico modo per andare oltre sarebbe fare del sano e spietato realismo, anzi iperrealismo. Mentre Luciana Littizzetto e il regista esordiente Gianni Costantino da un lato scelgono il tono caricatural-ammiccante più ovvio e indolore. Dall'altro restano confinati nella logica della sitcom: molti personaggi, scenette brevi, una cascata di gag e trovatine a coprire il fiato corto del racconto". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 5 ottobre 2001) "Utopistico e macchiettistico, farsesco ma non sbracato, privo di volgarità e, per fortuna, schivo dall'egocentrismo del mattatore (una Littizzetto impegnata e misurata), ha uno scheletro narrativo esile, battute così così, una parte centrale faticosa e un finale migliore". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 5 ottobre 2001) "Tra i nostri comici, Luciana Littizzetto spicca per la personalità acuta e risentita, l'intelligenza e lo humour acre messi al servizio di personaggi a forte marcatura caricaturale. Il problema, qui, era passare dalle misure e dai tempi dello sketch a quelli più distesi della narrazione cinematografica. L'attrice torinese ne esce sottotono, un po' confusa nell'eccesso di grottesco spalmato su tutto e su tutti". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 ottobre 2001) "La storia, a tesi, si intasa di continuo e non riesce a essere mai né originale né divertente. Alcuni degli attori sono più interessanti dei loro banalissimi personaggi. Il sarcasmo sulle miserie del mondo dello spettacolo è da sketch dilatato. Prevale la regola e non l'eccezione: lasciate che i 'comici' restino in tv". (Enrico Magrelli, 'Film Tv', 14 ottobre 2001)
Attore | Ruolo |
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Luciana Littizzetto | Gemma |
Massimo Venturiello | Claudio Pignatti |
Gianfranco Barra | Padre Claudio |
Margherita Antonelli | Signora Cirillo |
Michele Di Mauro | Callisto |
Claudia Penoni | Callisto |
Renato Scarpa | Pace |
Germana Pasquero | Marilina |
Neri Marcorè | Mummia |
Giancarlo Previati | Sante Lucerna |
Nicol Vignola | Filly |