Il suo ultimo spettacolo è stato per Max Bialystock, anziano impresario teatrale, un fiasco enorme: per colmo di sfortuna è venuto a rovistare nei libri contabili un impiegato delle imposte, Léon Bloom, timido e impacciato quanto si vuole, ma egualmente deciso a compiere il proprio dovere. Non fino in fondo, però: dotato di una insospettabile prontezza d'idee, Léon scopre che, fra tanti, il modo più sicuro di frodare fisco e finanziatori è proprio quello di mettere in scena un'opera destinata un sicuro, colossale insuccesso. Potendo contare per questo su innumerevoli e affezionate vecchiette che, trovandolo, bontà loro, affascinante, non gli lesinano i denari. Max coglie al volo il suggerimento di Léon, lo convince a diventare suo socio, e dopo aver frugato in centinaia di copioni si convince di aver messo finalmente le mani sul più orrendo: "La primavera di Hitler". Per costruitre un fiasco come si deve e come si ripromette - avendo egli promesso alle sue finanziatrici più guadagni sul capitale di quanti potrebbe mai offrire anche se la commedia trionfasse - Max affida quell'infelice parto letterario al più diffamato regista che trova sulla piazza e scrittura, come protagonista, un aspirante attore-cantante davvero impensabile. Ma, non si sa come, il regista rimaneggiando il copione e il protagonista sfoggiando insospettate doti comiche, hanno concorso entrambi a creare un capolavoro. La commedia, che in verità è tutta da ridere, è un successo clamoroso, il pubblico entusiasta. Proprio quel che Max e Léon non volevano e non si aspettavano, e per cui finiscono in galera. Serie tv, Show e Film su NOW!
"Una originale satira, ottimamente sceneggiata, del pubblico moderno - che dallo spettacolo si attende non idee, ma solo 'evasione' - e, al tempo stesso, di quel teatro ceh gliela procura, assecondandone l'opacità intelletutuale e spirituale. Eccellente l'interpretazione." (Segnalazioni cinematografiche, vol. 69, 1970)"Nonostante l'attribuzione al film dell'Oscar per la migliore sceneggiatura, questa prima opera cinematografica di Mel Brooks non ha ottenuto a suo tempo l'attenzione che avrebbe meritato su diversi piani: come modello di una certa comicità sorniona e corrosiva della commedia americana; come lettera di presentazione di un autore personale e destinato a crescere; come satira del rapporto tra operatori dello spettacolo e i recettori; come presenza del cinema ebraico (e del teatro da cui deriva) nello spettacolo moderno. Da tenere presenti, comunque, tutte le qualità del film: le ottime interpretazioni, la caustica comicità, l'originalità dell'impostazione." (Segnalazioni cinematografiche, vol. 87, 1979)
- Oscar 1968 a Mel Brooks per la Migliore Sceneggiatura Originale.
- Direzione Musicale: John Morris - Supervisione Musica: Felix Giglio.
- Coreografia: Alan Johnson
- Arredamento: James Dalton.
Attore | Ruolo |
---|---|
Zero Mostel | Max Bialystock |
Gene Wilder | Leo Bloom |
Kenneth Mars | Lorenzo Sam Duboi |
Estelle Winwood | Vecchietta |
Renée Taylor | Eva Braun |
Christopher Hewett | Roger De Bris |
Lee Meredith | Ulla |
Bill Hickey | Ubriaco |
Anna Ives | Vecchietta |
Nell Harrison | Vecchietta |
Zale Kessler | Aspirante Hitler |
Lisa Kirk | Vecchietta |
Andreas Outsinas | Carmen Giya |
Mary Love | Vecchietta |
Bernie Allen | Aspirante Hitler |
Amelie Barleon | Vecchietta |
Rusty Blitz | Aspirante Hitler |
Madelyn Cates | Portinaia |
Josip Elic | Violinista |
Anthony Gardell | Aspirante Hitler |
Dick Shawn | Lsd |
John Zoller | Critico |
Arthur Rubin | Aspirante Hitler |
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