Né Giulietta né Romeo: recensione del primo film da regista di Veronica Pivetti

18 novembre 2015
3 di 5
1

Una commedia contro l’omofobia e la famiglia che non è di sostegno.

Né Giulietta né Romeo: recensione del primo film da regista di Veronica Pivetti

Ha un’anima inquieta Veronica Pivetti, un carattere insospettabilmente malinconico, un lato nascosto che la giovialità di una galleria di personaggi positivi, energici, dirompenti e allegri ha tenuto segreto a quanti da tempo ammirano la sua verve sul piccolo e grande schermo nonché a teatro. Questo io "altro", che sappiamo appartenere a un’ex adolescente in conflitto con i genitori, si manifesta oggi sotto forma di nuova scelta lavorativo- artistica.
A cinquant’anni, infatti, l’attrice milanese dai capelli mossi e il sorriso aperto è diventata regista e partecipa all’impegnativo agone delle opere prime con una storia “scomoda” autobiografica solo nella misura in cui parla di incomprensioni familiari.

Basato su una sceneggiatura di Giovanna Gra e patrocinato da Amnesty International per il suo essere un’opera che si batte per la salvaguardia dei diritti umani, Né Giulietta né Romeo è un film importante perché affronta, senza parossismo ed esagerazione o censure ipocrite, il tema dell’omosessualità giovanile.
Metafora, anzi sineddoche della nostra società fortemente omofoba è la famiglia Bordin, che si culla in un finto progressismo e in una cultura ostentata più che introiettata fino a quando la consapevolezza di avere "il diverso" fra le mura di casa non genera una crisi profonda, insensata, incomprensibile.

C’è delicatezza e rispetto nel modo in cui il dramma dell’adolescente Rocco viene scandagliato, e molto umorismo, un umorismo giovane, che denota un’ottima conoscenza da parte della Pivetti dell’universo dei teenager e il desiderio di privilegiare il punto di vista dei ragazzi. C’è anche coraggio, perché si parla di sesso, masturbazione, desiderio e di una differente "prima volta". La neoregista, insomma, sa come colpire e, scegliendo di cucirsi addosso un personaggio antipatico, lascia che a catturare le simpatie siano – quasi sempre in maniera lieve – Andrea Amato, Carolina Pavone e Francesco De Miranda. I “loro” Rocco, Maria e Mauri sono davvero ben costruiti e quindi "portatori sani" di autenticità, e se andassimo in un qualsiasi liceo, ne troveremmo parecchi di ragazzi così.

Laddove, invece, il film capitombola nello stereotipo è nei personaggi della nonna "più realista del re" e del padre di Rocco, psicoanalista di successo dall’ego smisurato e dai discorsi scontati. Se quest’ultimo è l’ennesima conferma in carne ed ossa dello snobismo intellettuale e della pochezza emotiva di certa sinistra radical chic, la prima – che controbilancia l’ex genero con un fascismo duro e puro ­­– ahimé è una macchietta, e come tale rischia di guastare la spontaneità e il giusto anticonformismo di un prodotto che ha nel DNA la necessità di allontanarsi dal cinema delle commedie consolatorie e dalla tv di nonno Libero.

Compatto e spedito nella prima parte, Né Giulietta né Romeo si sfilaccia un po’ nella seconda, quando da romanzo di formazione passa a essere un rocambolesco inseguimento fra Roma e Milano, città in cui Rocco & Co. assistono ai concerti di una popstar gay ostracizzata per i suoi gusti sessuali. In queste sequenze il ritmo rallenta, si frammenta, e anche l’urgenza del film sembra venir meno, minacciata da un eccessivo numero siparietti mamma/nonna.
Naturalmente è encomiabile il desiderio della regista di coinvolgere le altre generazioni nella sua denuncia ­­– perché di denuncia si tratta – ma la prevalenza del coté comico è una cascata d’acqua che rischia di estinguere un fuoco così ben alimentato a inizio film.

Le fiamme fortunatamente si ravvivano in una scena buffissima ambientata in un garage malmesso, ma la verità è che avremmo voluto restare per più tempo "ad altezza figli". Perché sono i figli – certi figli – che hanno davanti il destino più inclemente, una sorte che fa rima con pregiudizio ed emarginazione. Sono loro che dobbiamo proteggere e soprattutto accettare, ed è bello che un film lo ricordi.



  • Giornalista specializzata in interviste
  • Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali
Suggerisci una correzione per la recensione
Palinsesto di tutti i film in programmazione attualmente nei cinema, con informazioni, orari e sale.
Trova i migliori Film e Serie TV disponibili sulle principali piattaforme di streaming legale.
I Programmi in tv ora in diretta, la guida completa di tutti i canali televisi del palinsesto.
Piattaforme Streaming
lascia un commento