Mektoub My Love: Canto Uno è un'importante coproduzione internazionale ed è il primo capitolo di dittico basato su La blessure, la vraie, il romanzo di François Bégaudeau, pubblicato nel 2011.
Dopo aver incantato pubblico e critica con la dolce storia di amore saffico del precedente La Vita di Adele, il regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche torna dietro la macchina da presa per riflettere sul significato della parola "destino" (in arabo "mektoub").
Il protagonista del suo Mektoub My Love: Canto Uno è un aspirante sceneggiatore di nome Amin (Shaïn Boumedine), che trasferitosi a Parigi da una piccola comunità di pescatori sulla costa Mediterranea del sud della Francia, ritorna nella sua città natale per le vacanze estive.
Mentre i suoi genitori sono sempre impegnati a gestire il loro ristorante di specialità tunisine, l'amica storica Ophelie (Ophélie Bau) e lo sfrenato cugino Tony (Lou Luttiau) lo accompagnano nella sua ricerca d'ispirazione e di senso tra le spiagge ricolme di meravigliose curve femminili e i soleggiati bar di quartiere. Portando sempre con sé la macchina fotografica e trovando l'ispirazione per la scrittura di nuove sceneggiature, Amin si lascia andare all'euforia e alla gioia dell'amore, scoprendo quanto le conseguenze delle azioni passate influiscano sul presente e cosa il destino, il mektoub, abbia in serbo per lui.
Disponibile ora. Entra in NOW!
La giuria del Festival di Cannes 2013, presieduta da Steven Spielberg, decise di consegnare a Abdellatif Kechiche la Palma d'Oro per La vita d'Adele. A distanza di cinque anni esatti arriva finalmente nelle sale il nuovo film del regista, dopo alcuni anni di complessi problemi produttivi e girato poi dall’estate del 2016 a Sète, località balneare del sud della Francia molto popolare per le vacanze estive. Proprio lì aveva diretto dieci anni prima Cous cous, vincitore del Gran premio della giuria a Venezia, che lanciò la carriera della giovane e allora esordiente marsigliese Hafsia Herzi.
Mektoub My Love è l'adattamento, molto libero, del romanzo di François Bégaudeau, La ferita, quella vera, appena pubblicato in Italia da Einaudi. Mentre erano in corso le riprese del film, si stava girando un altro adattamento da un libro di Bégaudeau, diretto da un regista vincitore della Palma d'Oro con La classe, ancora nato come romanzo dello scrittore francese. Stiamo parlando de L'atelier di Laurent Cantet, in sala a giugno.
In fase di montaggio, Kechiche ha deciso di dividere Mektoub My Love in Canto Uno, presentato in concorso alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, con un'accoglienza critica positiva ma nessun premio, e in Canto Due, le cui riprese si sono svolte alcuni mesi dopo. Ancora non è chiaro quando il secondo capitolo verrà ultimato e se ci sarà anche un Canto Tre. Sono note, del resto, le variazioni d’umore e decisionali del regista nato a Tunisi e cresciuto a Nizza dall'età di 6 anni.
Abdellatif Kechiche si è avvicinato al teatro come attore, frequentando dei corsi d'arte drammatica al Conservatoire d'Antibes. È stato protagonista, dalla fine degli anni 70 all’inizio degli '80, di vari spettacoli nei teatri della Costa Azzurra. Il primo ruolo di rilievo al cinema arriva nel 1987, nei panni di un gigolo in Les innocents di André Téchiné, al fianco di Sandrine Bonnaire e Jean-Claude Brialy. Grazie a Bezness di Nouri Bouzid, ha ottenuto il premio di migliore attore al Festival di Namur nel 1992. Anno in cui incontra la sua futura compagna, Ghalya Lacroix, con cui scriverà e monterà ogni suo futuro film. Vera confidente e collaboratrice di fiducia.
L’esordio come regista arriva, dopo vari tentativi, nel 2000 con La Faute à Voltaire, ritratto vibrante di un sans papier, un immigrato clandestino. Nella sua carriera di regista ha lanciato molte attrici, prediligendo uno stile recitativo naturalistico e poco accademico. Fra queste Sara Forestier, nel suo secondo film, L'Esquive, in cui rompe gli stereotipi sui liceali delle banlieu parigine, sorpresa dell'anno nel 2003 con quattro César vinti: film, regista, sceneggiatura e attrice per la Forestier. Hafsia Herzi in Cous cous (2007) e Adéle Exarchopoulos ne La vita d'Adele (2013), sono altre due attrici lanciate dal regista franco-tunisino.
A questi nomi bisognerà aggiungere le due belle protagoniste di Mektoub My Love Canto Uno: Ophélie Bau e Lou Luttiau, che fanno parte dei tanti amici, pretendenti e parenti che fanno compagnia al giovane protagonista, Shain Boumedine, un aspirante sceneggiatore e regista che vive a Parigi e torna per l’estate del 1994 nel suo paese d'origine, in riva al mediterraneo francese.
Molte polemiche hanno accompagnato l'uscita de La vita d'Adele in Francia, con Kechiche accusato dall'industria e dai lavoratori del cinema francesi di comportamenti anti sindacali. Con lui non esistono giorni di riposo o le tutele tipiche del settore: per lui il cinema è una missione da sposare senza compromessi.
"La vita è quello che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti," cantava John Lennon. E parafrasando, potremmo dire che la vita è quello che vedi e vivi mentre stai guardando Mektoub My Love: Canto Uno, che è il nuovo film di Abdellatif Kechiche, e che è un film dove, in fin dei conti, non succede nulla se non, appunto, la vita nel suo scorrere più trascinante e quotidiano; il trascorrere di un'estate, l'estate di un gruppo di ragazzi e ragazze e dei loro amici e familiari, un'estate fatta di corpi, sole, amore, sesso, musica, cibo, alcool, sigarette, attrazioni, riflessioni, delusioni, passioni. Di quel futuro, di quegli "altri progetti", che sono nubi distanti cui non si dà in fondo troppo pensiero. Capolavoro. (Federico Gironi -Comingsoon.it)
Leggi la recensione completa di Mektoub My Love: Canto Uno.
Presentato in Concorso al Festival di Venezia 2017.
Attore | Ruolo |
---|---|
Shaïn Boumedine | Amin |
Ophélie Bau | Ophélie |
Salim Kechiouche | Tony |
Lou Luttiau | Céline |
Alexia Chardard | Charlotte |
Hafsia Herzi | Camélia |
Delinda Kechiche | Dede |
Kamel Saadi | Kamel |
Meleinda Elasfour | Meleinda |
Estefania Argelish | Esmeralda |
Ecco tutti i premi e nomination César 2019