L'8 agosto 1991 una nave albanese, carica di ventimila persone, giunge nel porto di Bari. La nave si chiama Vlora. A chi la guarda avvicinarsi appare come un formicaio brulicante, un groviglio indistinto di corpi aggrappati gli uni algi altri. Le operazioni di attracco sono difficili, qualcuno si butta in mare per raggiungere la terraferma a nuoto, molti urlano in coro "Italia, Italia" facendo il segno di vittoria con le dita.
Questa storia – la storia della nave Vlora che trasportava solo zucchero e niente acqua – torna a imporsi alla nostra attenzione grazie a Daniele Vicari, regista del rigore, dell’urgenza di raccontare e dell’esigenza di tradurre in immagini la vita più che la verità. Con un racconto epico che sposa bene la forma del documentario, Daniele Vicari riflette sul primo respingimento di massa nella storia del nostro paese, confermandosi cineasta attento al reale e alla dignità dell’uomo. (c.p.)
Presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2012.