La classe operaia va in paradiso, film diretto da Elio Petri, segue le vicende di Ludovico Massa (Gian Maria Volonté), detto Lulù, un operaio separato che si ritrova a trent’anni a dover mantenere ben due famiglie: quella della sua ex moglie con il loro figlio, e quella della sua attuale fidanzata, anche lei madre. L'uomo lavora da quindici anni in fabbrica, con ritmi serrati e condizioni lavorative pessime tanto che ha già avuto due intossicazioni da vernice e un'ulcera. I suoi datori lo adorano e lo usano come modello per gli altri lavoratori che, proprio per questo, lo vedono come un lecchino servitore. La sua sembrerebbe una vita apparentemente perfetta, ma Lulù non è felice: le sue giornate si ripetono meccanicamente tra orari di lavoro sfibranti e la totale assenza di rapporti sociali, compresa la sterilità della sua relazione amorosa. Intanto si infervora la protesta studentesca fuori dai cancelli della fabbrica, ma l'uomo li ignora. Tutto cambia quando un giorno sul lavoro a causa di un incidente con un macchinario perde un dito.
Questa menomazione lo rende un emarginato, un escluso. Così l'uomo decide di ascoltare le voci della ribellione e comincia a combattere lo sfruttamento del lavoro a cottimo, senza ascoltare i consigli dei sindacati che cercano di moderare i toni della contesa. La situazione precipita quando viene indetto il primo sciopero generale che mette gli operai di fronte ai primi scontri con la polizia…
Petri non era interessato all'ideologia politica, e voleva semplicemente fare un film "sulla classe operaia". A sinistra, fece arrabbiare un po' tutti, segno che aveva colto nel segno delle contraddizioni esistenti. Secondo capitolo della cosiddetta "Trilogia della nevrosi", cinema filosofico e metafisico prima che politico, è dei tre quello che sente di più il passare del tempo, ma paradossalmente le contraddizioni di cui parla, interne alla sinistra, sono le stesse di oggi. Gian Maria Volonté è debordante e sopra le righe, eppure funzionale, e la parabola del suo personaggio, esemplare. In anticipo sui tempi Petri parlava, cronenberghianamente, di identificazione tra macchina della fabbrica e corpo del lavoratore, con inevitabili riflessi sulla sfera psichica e sessuale. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
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Ennio Morricone fa un cameo alla fine del film. Ha vinto la Palma d'Oro al Festival di Cannes, un David di Donatello, due Nastri d'Argento e un Globo d'Oro (1972).
È stato presentato fuori concorso alla Mostra Internazionale del cinema libero di Porretta Terme.
.Attore | Ruolo |
---|---|
Gian Maria Volonté | Lulù Massa |
Mariangela Melato | Lidia |
Luigi Diberti | Bassi |
Salvo Randone | Militina |
Renata Zamengo | Maria |
Mietta Albertini | Adalgisa |
Donato Castellaneta | "Marx" |
Adriano Amidei Migliano | Il tecnico |
Ezio Marano | Cronotecnico |
Giuseppe Fortis | Valli |
Gino Pernice | Il sindacalista |
Federico Scrobogna | Pinuccio |
Flavio Bucci | Operaio |
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