A Kiev il giovane ebreo Yakov Bok soccorre un ricco mercante cristiano, Nicolai Lebedev, che, per riconoscenza, gli affida l'incarico di sorvegliare un suo disonesto amministratore. Un giorno, improvvisamente Yakov viene arrestato e condotto dinanzi al giudice, con l'accusa di violenza carnale nei confronti della figlia di Lebedev, Zinaida. E' una calunnia, e Bok riesce a dimostrarlo. Poiché si è scoperto, però, ch'egli è ebreo, il giudice Boris Bibikov gli annuncia che dovrà essere processato per avere abbandonato il ghetto e preso domicilio tra i cristiani. Mentre è ancora in carcere, due nuove accuse colpiscono Yakov: di aver praticato, con un suo correligionario, riti vietati, e di aver ucciso un bambino cristiano. Scontrandosi con il capo della polizia segreta, Igor Bodianski, il giudice Bibikov, che ha preso a cuore le sorti del giovane, si adopera con forza per dimostrarne l'innocenza, ma qualche tempo dopo il suo corpo viene trovato appeso ad una corda, all'interno stesso del carcere in cui Yakov è rinchiuso. Ormai in balia dei suoi persecutori (Bodianski e i suoi uomini) il giovane subisce continue, feroci torture, né può sperare di essere pubblicamente processato. Il suo caso, intanto, ha valicato la Russia, suscitando le proteste di numerosi paesi. Il Ministro della Giustizia allora, dà ordine che il processo si tenta: d'accordo, tacitamente, con Bodianski, che Yakov non dovrà uscire vivo dal carcere. Tuttavia un integerrimo ufficiale dell'esercito, riesce ad impedire che gli uomini di Bodianski uccidano il giovane.
PREMIO PULITZER AL SOGGETTO (1967).
ROMANZO DI BERNARD MALAMUD
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