Francia, 1649. La situazione è complessa e si è fatta pericolosa. Anna d'Austria, Reggente di Francia, deve tutelare Re Luigi XIV, appena decenne, mentre il Cardinale Mazzarino è il Primo Ministro e, al contempo, l'amante della Regina. Il Duca di Beaufort, che si è messo a capo della Fronda, riesce a fuggire dalla Bastiglia, dove il Cardinale lo ha fatto rinchiudere e sommuove il popolo parigino. In Inghilterra, intanto, Oliviero Cromwell ha battuto sul campo Re Carlo I Stuart, congiunto di Anna, ed è deciso a farlo giustiziare. Non resta che fare ricorso ai Moschettieri e Anna d'Austria si ricorda dei loro antichi, preziosi servigi. Dopo vent'anni, ecco di nuovo insieme Athos, Porthos, Aramis e d'Artagnan: il primo, ritiratosi nelle sue terre, sempre triste e incline alla bottiglia, ma teneramente affezionato al figlio, visconte Raoul di Bragelonne; Porthos che aspira a diventar barone; Aramis sempre pronto ad alternare la veste di abate con l'infallibile spada; d'Artagnan che, ora al servizio del Cardinale, non è tuttavia riuscito ad ottenere il brevetto di capitano dei Moschettieri. Molte le avventure, gli agguati, i duelli e le imprese audacissime dei quattro che, in partenza su trincee opposte (i Reali, il Cardinale), ritrovano l'amicizia e l'entusiasmo della giovinezza ormai lontana. Anche se la spedizione a Londra e la speranza di salvare Re Carlo dalla mannaia si concludono con un fallimento, i quattro proteggeranno Corona e Governo, riuscendo anche a neutralizzare un inatteso ostacolo: l'anima dannata dai biondi capelli di Justine, figlia del Conte di Rochefort e della defunta Milady (ossia la moglie di Athos, decapitata tanti anni prima dopo svariati delitti per mano del boia di Lille). Con una ardita impresa finale, i nostri spadaccini otterranno da Mazzarino, armi alla mano, il brevetto agognato da d'Artagnan, la baronia per Porthos, la nomina a vescovo per Aramis. Ad Athos, sempre gran signore, resta la gioia di aver lottato "per il Re e per la Francia".
"Anche se provvisto di una vitalità spesso meccanica, di riporto, 'Il ritorno dei tre moschettieri' ('The return of the Musketeers') si vede piacevolmente, ironizza sugli usi e costumi britannici e sugli ardori e le passioni universali, mette in guardia sui nani e colpevolizza, con qualche tempestivo couplet, nobili, regnanti e tartufi. Niente di nuovo, ma Lester, regista spadaccino che conosce le regole della commedia dell'arte avventurosa, si appoggia su un montaggio veloce, sugli abiti di quel grande stilista che è il XVII secolo, su ariosi paesaggi e colori indelebili, e naturalmente scherza con la simpatia di una compagnia fin troppo folta, dove qualcuno, vedi Noiret o la Chaplin, rischia di fare la comparsa di lusso. Ma York, Finlay, Reed e il romantico ex Toscanini Thomas Howell, sono scatenati secondo copione, mentre Chamberlain occhieggia di traverso e Christopher Lee si porta dietro l'aria di vecchio vampiro." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 9 Dicembre 1989)"'Tutti per uno' fu il film-manifesto dei Beatles. 'Tutti per uno, uno per tutti' è anche il grido di guerra dei 'Tre moscheltieri' (e del suo seguito, 'Milady'), realizzati con discreto successo nel 1973. Regista di entrambe le operazioni - in realtà non dissimili tra loro -, Richard Lester, americano di Filadelfia, esule volontario in Inghilterra fin dal '55 (tempi di maccartismo) e poi autore di 'Robin e Marian' con Sean Connery nei panni di un Robin Hood vegliardo, 'Cuba' un thriller politico assai intrigante e soprattutto 'Superman 2 e 3', scontati trionfi di cassetta. (...) 'Il ritorno dei tre moschettieri' vive eccessive pause di stanca ma sopravvive grazie a momenti brillanti (gli inglesi tollerano tutto salvo i maltrattamenti ai cavalli e l'aumento del prezzo della birra). E' cinema fuori moda, fantasioso e non patinato, affidato ai trabocchetti più che agli effetti speciali, affascinato dal fracassone più che dalle astuzie commerciali." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 3 Dicembre 1989)"Vent'anni sono tanti, il fisico si arrugginisce, lo scatto e i muscoli non sono più quelli di una volta. Per questo i quattro eroi che avevano salvato la regina di Francia (Geraldine Chaplin) dai loschi intrighi del cardinale Richelieu ora pasticciano, cadono in tutti i tranelli, non si accorgono di essere spiati. Ma la stoffa c'è e alla fine, comunque, i prevedibili piani del nuovo cardinale Mazzarino-Noiret, ovvero un italiano dice con disprezzo Aramis-Chamberlain, vengono mandati all'aria. Molto liberamente ispirato al romanzo di Dumas che peraltro paga magri tributi alla fedeltà storica, il film di Lester (lo stesso di 'Superman') è un'avventura in chiave comica che cattura abbastanza lo spettatore nella prima parte, per poi scorrere via blandamente. Fra le trovate, persino un incontro con Cyrano di Bergerac cui i quattro soffiano la mongolfiera per andare a riprendersi l'insopportabile undicenne Luigi XIV precocemente interessato alle donne." ('La Stampa', 17 Dicembre 1989)
TRATTO DAL ROMANZO "VENT'ANNI DOPO" DI ALEXANDRE DUMAS
Attore | Ruolo |
---|---|
Geraldine Chaplin | Queen Anne |
Richard Chamberlain | Aramis |
Frank Finlay | Porthos |
C. Thomas Howell | Raoul |
Roy Kinnear | Planchet |
Philippe Noiret | Mazarino |
Oliver Reed | Athos |
Michael York | D'Artagnan |
Jean-Pierre Cassel | Cyrano De Bergerac |
Kim Cattrall | Justine |