LA TRAMA DI IL PRINCIPE ABUSIVO
Il Principe abusivo, il film diretto e interpretato da
Alessandro Siani, vede l'attore comico napoletano nei panni di Antonio De Biase, uno squattrinato cronico che lavora come cavia volontaria per i test di case farmaceutiche.
Sarah Felberbaum è invece Letizia, una giovane principessa che vive nello splendido castello di un piccolo principato con suo padre
il Re (
Marco Messeri), e il
ciambellano Anastasio (
Christian De Sica). La giovane è triste e frustrata: i rotocalchi non si occupano di lei e i sudditi la ignorano. Il Re, ordina al Ciambellano di preparare un piano affinché Letizia faccia di nuovo sognare il suo popolo.
L'imbroglio è presto fatto: fingere di innamorarsi di un povero miserabile. E chi meglio di Antonio, napoletano disoccupato e maestro nell'arte dello scrocco per creare lo scandalo e far parlare tutti i rotocalchi. Il piano viene attuato:
Letizia e Antonio si scontrano "fortuitamente" e lo squattrinato viene ammesso a varcare la soglia del castello. Per accedere ai "piani alti" dovrà seguire gli insegnamenti di etichetta e galateo imposti dal rigido Anastasio. La noiosa vita di corte viene ravvivata dall'inatteso arrivo degli amici di Antonio: Pino (Lello Musella) e Ivan (Nello Iorio) e la cugina
Jessica (
Serena Autieri). Sarà proprio Jessica a portare un po' di scompiglio nel piccolo principato: il Ciambellano uomo serioso e tutto d’un pezzo si ritrova improvvisamente infatuato dalla solarità e semplicità della bella fruttivendola. Ma per conquistarla dovrà calarsi nei panni popolari e per nulla nobili della bella Jessica Quagliarulo, e tentare di rubarle il cuore. Contro ogni rigido protocollo, sarà il povero Antonio a dare una grande mano al ciambellano, arrivando pian piano a un rapporto di profonda amicizia e stima che annulla totalmente le differenze tra il ricco e il povero.
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RECENSIONE
Così come un ranocchio baciato da una principessa, il film si trasforma lentamente dalla farsa del primo atto alla favola del secondo. Il clima della storia subisce un cambio repentino senza abbandonare completamente la risata offrendo ampi panorami per i buoni sentimenti. D'altra parte lo script del Il principe abusivo lo mette in chiaro fin dalla prima battuta, "C'era una volta...", come andrà a finire. A costo di risultare stucchevole nel finale, Siani persegue caparbiamente l'intento di offrire al pubblico un momento di svago dalla forte connotazione ottimistica. Non si ode una singola parolaccia per tutto il film, si vede una Napoli molto cinematografica e priva di etichette, la barriera tra ricchi e poveri è sgretolata dall'amore. Chi uscirà dal cinema più sereno di come è entrato, avrà visto il film che Siani voleva fare. (
Antonio Bracco - Comingsoon.it)
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