LA TRAMA DI IL CLAN
Il Clan è ambientato in Argentina nei primi anni 80 e racconta la storia vera di una famiglia della media borghesia coinvolta in una serie spaventosa di sequestri, riscatti e omicidi. All'apparenza i Puccio hanno un'esistenza ordinaria,
Arquímedes (
Guillermo Francella) con la moglie e i figli, si raccontano le loro giornate mentre cenano come qualsiasi altra famiglia. Il figlio più grande
Alejandro (
Peter Lanzani), è una stella nascente del rugby, manipolato e coinvolto dal padre nella progettazione meticolosa dei suoi sequestri. Il patriarca Arquímedes, determinato a rimanere a galla dopo il collasso del sistema politico dei militari, ricorre a un piano criminale per proteggere e consolidare il benessere sociale della sua famiglia. Dopo aver offerto i suoi servizi al regime militare e averne beneficiato, Puccio cambia target, continuando a far sparire non più oppositori politici ma persone ricche da cui ottenere riscatti. Arquímedes è il capo e colui che pianifica le operazioni; l'insegnante di scuola
Epifanía (
Lili Popovich) è sua moglie; il figlio più piccolo
Guillermo (
Franco Masini) è il primo che inizia a riconoscere l'orrore dei crimini commessi; le figlie
Silvia (
Giselle Motta) e
Adriana (
Antonia Bengoechea) preferiscono ignorare le grida che provengono dal seminterrato; il figlio maggiore
Daniel (
Gaston Cocchiarale), soprannominato Maguila, ritorna a casa dalla Nuova Zelanda. Anche se in misura diversa, tutti nella famiglia Puccio accettano il proprio ruolo e si fanno complici, per continuare a beneficiare dei profitti ricavati dalle vittime del padre. Nel momento in cui l'ondata democratica inizia a far pulizia all'interno del sistema giudiziario e tra i poliziotti corrotti nel paese, un sentimento di disperata inevitabilità si abbatte sulla famiglia.
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RECENSIONE
Di fronte a una storia così potente e oscura, il regista sembra aver optato per la strada formale e linguistica più furba e commerciale, lontana da quella delle sue opere migliori, e gira un'opera che nel complesso è un po' sciatta.
Un'opera dove la storia e la cronaca, il pubblico e il privato si accavallano come in una fiction televisiva, e dove ci si aggrappa a un uso forsennato e dissennato della musica (tutti brani di repertorio usati senza grande coerenza narrativa) per coprire la sostanziale povertà della struttura. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
Il Clan: leggi la recensione completa del film.