LA TRAMA DI IL BENE MIO
Il bene mio, il film diretto da Pippo Mezzapesa, racconta la storia di
Elia (
Sergio Rubini), l'ultimo abitante di Provvidenza, paese distrutto da un terremoto, che rifiuta di adeguarsi al resto della comunità che invece, trasferendosi a "Nuova Provvidenza", ha preferito dimenticare.
Per Elia, il suo paese vive ancora e, grazie all'aiuto del suo vecchio amico
Gesualdo (
Dino Abbrescia), cerca di tenerne vivo il ricordo.
Quando il Sindaco gli intima di abbandonare Provvidenza, Elia sembrerebbe quasi convincersi a lasciare tutto, se non cominciasse, d'un tratto, ad avvertire una strana presenza.
In realtà, a nascondersi tra le macerie della scuola, dove durante il terremoto perse la vita sua moglie, è
Noor (
Sonya Mellah). Lei è una giovane donna in fuga e sarà questo incontro, insieme al desiderio di continuare a custodire la memoria di Provvidenza, a mettere Elia di fronte a un'inesorabile scelta.
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RECENSIONE
La memoria del territorio è decisiva, specie in un paese fragile e scordarello come il nostro. Mezzapesa prosegue il suo viaggio nel sud assolato e rurale, con Rubini che si ostina a non lasciare un borgo antico reso pericolante da un terremoto per andare in un paese nuovo, metafora di un’ipotetica efficenza, futuristica e sbrigativa, che ci viene proposta ogni giorno come la soluzione a tutti i mali. La sua solitudine antica dialogherà solo con chi la propria terra ha dovuto lasciarla per forza, ma ne mantiene forte nel cuore la memoria, in un film a cui volere bene, che con umiltà e timidezza solleva interrogativi cruciali di questi anni. (
Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
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