I cavalieri che fecero l'impresa
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I cavalieri che fecero l'impresa

( I cavalieri che fecero l'impresa )
Voto del pubblico
Valutazione
3.5 di 5 su 12 voti
Regista: Pupi Avati
Genere: Avventura
Anno: 2001
Paese: Francia, Italia
Durata: 147 min
Distribuzione: 20th Century Fox
I cavalieri che fecero l'impresa è un film di genere avventura del 2001, diretto da Pupi Avati, con F. Murray Abraham e Edward Furlong. Durata 147 minuti. Distribuito da 20th Century Fox.
Genere: Avventura
Anno: 2001
Regia: Pupi Avati
Paese: Francia, Italia
Durata: 147 min
Distribuzione: 20th Century Fox
Sceneggiatura: Pupi Avati
Fotografia: Pasquale Rachini
Montaggio: Amedeo Salfa
Musiche: Riz Ortolani
Produzione: Duea Film, TQuinta Communications

TRAMA I CAVALIERI CHE FECERO L'IMPRESA

I cavalieri che fecero l'impresa, film diretto da Pupi Avati, racconta la storia di un gruppo di valorosi guerrieri che scoprono di custodire un importante segreto. Simon di Clarendon (Edward Furlong), Ranieri di Panico (Marco Leonardi), Vanni delle Rondini (Thomas Kretschmann) e Ugo di Clarendon (Edmund Purdom) conoscono il luogo in cui è nascosta la Sacra Sindone, la preziosa reliquia di Gesù Cristo. Il loro compito è quello di raggiungere il posto dove i traditori l'hanno occultata e riportare l’antico sudario in Francia. Con non poche difficoltà i quattro percorrono l’Italia fino a Otranto, da cui salpano per arrivare in Grecia.
Quando giungono finalmente a Tebe, però, si ritrovano di fronte l’oggetto capovolto: segno degli usi rituali di magia nera che ne venivano fatti. I cavalieri, con gesta coraggiose, riescono a restituire la Sindone alla famiglia Reale. Per loro, tuttavia, la ricompensa ad attenderli sarà davvero amara…

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CRITICA DI I CAVALIERI CHE FECERO L'IMPRESA

"Pupi Avati coltiva una predilezione per il Medioevo, come ha già dimostrato con 'Magnificat'. Se quello era un film sommesso, però, nello spirito della microstoria alla Braudel, 'I cavalieri che fecero l'impresa' è invece un kolossal con combattimenti e scene di grande respiro. I riferimenti di Avati vanno dal ciclo di Re Artù alla 'heroic fantasy', compresa una spruzzatina di horror. Di quando in quando il regista entra nel cuore del fantastico, da sempre uno dei suoi generi prediletti. Sorprende la capacità di dirigere scene d'azione, di coordinare un cast multinazionale e di creare una leggenda: specie in un cinema come il nostro, da decenni refrattario a questo tipo d'impresa". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 aprile 2001)"Astuto Pupi Avati, 'I cavalieri che fecero l'impresa' è il suo film produttivamente più ambizioso, ma è anche una sfida ai generi. Un film d'avventure e magia camuffato da film storico-religioso (o viceversa). Un esempio di come il cinema di genere sposi il discorso d'autore. Una volta era quasi la regola. Oggi che la parola 'autore' è inflazionata, è senz'altro un'eccezione. Ma Avati sa essere fedele a se stesso. Fin troppo. (?) Mettendo in campo le crociate e la Sacra Sindone, Avati alza il tiro. Guarda anche al romanzo picaresco, alla chanson de geste, all'epopea collettiva (...) ma a giocare su due tavoli si rischia di perdere su entrambi, e a forza di mescolare sacro e profano, avventura e misticismo, lo spettatore si smarrisce un tantino". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 aprile 2001)"Divertimento, slancio religioso e cultura procedono insieme tra 'Gerusalemme Liberata' e Indiana Jones, tra 'La corona di ferro' di Blasetti e 'I cento cavalieri' di cottafavi. Bravi attori, soprattutto Carlo Delle Piane che è il frate Giovanni da Cantalupo. Raoul Bova interpreta un personaggio di artefice d'armi, di 'spadaro' provetto prima scristianizzato e votato a Satana, poi dolorosamente esorcizzato e fatto cavaliere: è bravo e bello, ha la testa rasata piena di cicatrici e dieci chili di peso in meno. La fedeltà ai modi europei di fare cinema è un pregio in più del film". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 6 aprile 2001)"Viene dalla terra e dai dettagli umanistici questo cinema, come l'operina dedicata al giovane Mozart e l'altro (migliore) film sul medioevo, 'Magnificat' (1993). L'immagine troppo luminosa e i colori naturali di Rachini però trattengono qualcosa del presente fotografico, ricordando gli spazi di periferia metropolitana dell' 'Armata Brancaleone'. Da vedere". (Silvio Danese, 'Quotidiano Nazionale', 13 aprile 2001)

CURIOSITÀ SU I CAVALIERI CHE FECERO L'IMPRESA

Il film ha ricevuto una candidatura ai David di Donatello nel 2002 e tre nomination ai Nastri d’Argento nel 2001.

È tratto dall’omonimo romanzo (2000) di Pupi Avati, edito Mondatori.

INTERPRETI E PERSONAGGI DI I CAVALIERI CHE FECERO L'IMPRESA

AttoreRuolo
F. Murray Abraham
Delfinello Da Coverzano
Edward Furlong
Simon Di Clarendon
Raoul Bova
Giacomo Di Altogiovanni
Marco Leonardi
Ranieri Di Panico
Carlo Delle Piane
Giovanni Da Cantalupo
Franco Trevisi
Rolando Da Gesso
Sarah Maestri
Odilia La Novizia
Romano Malaspina
Amaury De La Roche
Stanislas Merhar
Jean De Cent Acres
Yorgo Voyagis
Isacco Sathas
Luca Forcina
Il Monaco Magro
Edmund Purdom
Ugo Di Clarendon
Thomas Kretschman
Vanni Delle Rondini
Loris Loddi
Jannot De Plume
Gigliola Cinquetti
La Madre Superiora

PREMI E RICONOSCIMENTI PER I CAVALIERI CHE FECERO L'IMPRESA

David di Donatello - 2002

Ecco tutti i premi e nomination David di Donatello 2002

  • Candidatura miglior costumista

Nastri d'Argento - 2001

Ecco tutti i premi e nomination Nastri d'Argento 2001

  • Candidatura miglior scenografia
  • Candidatura migliore fotografia a Pasquale Rachini
  • Candidatura migliori costumi
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