I 400 colpi è un film del 1959 diretto da François Truffaut.
Tra i banchi di scuola della Parigi fine anni Cinquanta c’è Antoine Doinel (Jean-Pierre Léaud), un dodicenne irrequieto. Mentre gli allievi in aula sono impegnati in un compito in classe, uno di loro passa agli altri l’illustrazione di una pin-up. Arriva ad Antoine che la poggia sopra il banco per scriverci qualcosa, ma il maestro lo scopre e lo punisce, mandandolo dietro la lavagna.
Tornato a casa, il ragazzo prepara la stufa a carbone e la tavola, in attesa del rientro del patrigno Albert e della madre Claire dal lavoro. La famiglia vive in un piccolissimo appartamento e quando i genitori cominciano a discutere, lui purtroppo sente tutto.
La madre è una donna interessata alle frivolezze e poco al figlio, molto spesso lo sgrida senza motivo. Il patrigno è invece un uomo abbastanza bonario, ma superficiale. Antoine trova quindi sollievo nella lettura e nella compagnia del suo amico René.
Quest’ultimo un giorno lo convince a spendere i suoi soldi per marinare la scuola. Usciti da un parco, Antoine da lontano vede la madre abbracciare e baciare un altro uomo sulla piazza e lei se ne accorge. Quando Claire rientra a notte inoltrata, Albert provoca un'altra discussione, sottolineando anche la sua incapacità nel gestire il comportamento del figlio e del fatto che lui sta mantenendo un bambino non suo che provoca solo disastri.
Il comportamento di Antoine peggiora, diventando ancora più insofferente nei confronti dei genitori e della scuola. All'ennesima assenza dalle lezioni, il ragazzo si inventa la morte della madre come giustificazione. Ma la menzogna viene scoperta e lui, per paura delle ripercussioni che avrà tornando a casa, fugge.
"Il film è realizzato con impegno. Si nota nel lavoro un senso vivo del racconto e del ritmo, la ricerca acuta delle piccole cose, il gusto dell'analisi psicologica intima e scavata. Nello svolgimento si riscontra però un certo squilibrio: accanto a pagine di felice intuizione o di brillante realizzazione tecnica se ne trovano altre sfocate o pleonastiche. Fotografia bella e suggestiva." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 46, 1959)
Truffaut girò più di un film con un unico personaggio, seguendolo nel suo sviluppo dall'adolescenza fino alla maturità.
Il giovanissimo Jean-Pierre Léaud era alla sua prima prova come attore, ma diventò una delle icone cinematografiche di un'intera generazione.
A soli 27 anni, il regista vinse il premio per la miglior regia al Festival di Cannes e ricevette una nomination agli Oscar per la miglior sceneggiatura originale.
La traduzione letterale del titolo del film fa perdere il senso che ha nella lingua originale, poiché l'espressione francese “faire les quatrecents coups”, corrisponde più o meno al modo di dire italiano "fare il diavolo a quattro".
Attore | Ruolo |
---|---|
Jean-Pierre Léaud | Antoine Doinel |
Claire Maurier | Gilberte Doinel, madre di Antoine |
Albert Rémy | Julien Doinel, patrigno di Antoine |
Patrick Auffay | René Bigey |
Georges Flamant | Sig. Bigey |
Yvonne Claudie | Sig.ra Bigey |
Robert Beauvais | Direttore della scuola |
Pierre Repp | Professore di Inglese |
Guy Decomble | Professore di Francese |
Claude Mansard | Il giudice |
Henri Virlojeux | Guardiano notturno |
Richard Kanayan | Abbou |
Jeanne Moreau | Donna con il cane |
Jean-Claude Brialy | Uomo in strada |
François Truffaut | Uomo alla fiera (non accreditato) |
Philippe de Broca | Uomo alla fiera (non accreditato) |
Jean Douchet | L'amante (non accreditato) |
Jacques Monod | Il Commissario |
Jacques Demy | Poliziotto (non accreditato) |
Daniel Couturier | Ragazzo |
Francois Nocher | Ragazzo |
Renaud Fontanarosa | Ragazzo |
Michel Girard | Ragazzo |
Henry Moati | Ragazzo |
Bernard Abbou | Ragazzo |
Jean-François Bergouignan | Ragazzo |
Michel Lesignor | Ragazzo |
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