LA TRAMA DI HOTEL GAGARIN
Al suo debutto alla regia di un lungometraggio, in
Hotel Gagarin, Simone Spada dirige
Giuseppe Battiston,
Claudio Amendola,
Luca Argentero,
Barbora Bobulova, Silvia D'Amico, Philippe Leroy e Caterina Shulha.
I protagonisti della sua storia sono cinque italiani squattrinati che, in cerca di successo, vengono convinti da un sedicente produttore a girare un film in Armenia. Purtroppo i loro sogni di gloria vengono infranti appena raggiungono il freddo e isolato Hotel Gagarin, quando scoppia una guerra e il produttore sparisce con tutti i soldi. Una situazione spiacevole e grottesca come questa si rivela, però, un'occasione di ritrovare la spensieratezza e la gioia perdute. Scegliendo di usare il cinema come motivo scatenante dell'intreccio narrativo e un gruppo di sventurati come eroi, Spada ricalca la commedia all'italiana di una volta con l'intento di far sorridere ed emozionare gli spettatori, racchiudendo il senso profondo dell'intero film e della vita stessa nella frase di Lev Tolstoj: "Se vuoi essere felice, comincia".
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RECENSIONE
Confinando un pugno di sfortunati personaggi in un hotel di lusso fra le nevi dell'Armenia, Simone Spada si appoggia al sicuro potenziale drammatico dell'unità di luogo e delle dinamiche di gruppo, ma dopo una commedia dagli inizi tutto sommato prevedibili approda a qualcosa di nuovo, poetico, surreale, incantato: un film sul potere dei sogni, dell'immaginazione e sul sempiterno fascino del cinema. Con l'aiuto della bella fotografia di Maurizio Calvesi e la solida recitazione di Battiston, Argentero, Bobulova e Battiston, il neoregista gira un buon film, intriso anche di una malinconica nostalgia per un'Italia migliore di quella attuale, che non mantiene le promesse fatte e che e invita alla fuga. (
Carola Proto - Comingsoon.it)
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