Capri-Revolution, film diretto e co-sceneggiato da Mario Martone, segue le vicende di un gruppo di artisti del Nord Europa che, poco prima dello scoppio della Prima guerra mondiale, si trasferisce a Capri, dove fonda una comune. Qui la vita scorre in modo molto libero: i ragazzi girano nudi, non mangiano carne e costruiscono un rapporto con la natura quasi primordiale. A questa strana comunità si avvicina una giovane donna analfabeta, Lucia (Marianna Fontana), che per vivere fa la guardia a un pascolo di capre. È talmente incuriosita che, per spiarli, esce all'insaputa della madre, dei suoi fratelli, Vincenzo (Eduardo Scarpetta) e Antonio (Gianluca Di Gennaro), e di suo padre malato. Questi viene aiutato da un dottore, Carlo (Antonio Folletto), che invita Lucia a diventare infermiera. Ma la ragazzina non ha alcun interesse, se non quello per la comune e una sera riesce a fare la conoscenza del pittore Seybu (Reinout Scholten van Aschat), il leader del gruppo.
Quando il padre muore, i fratelli cercano di distoglierla da queste cattive frequentazioni e le organizzano un matrimonio combinato con un ricco signore del luogo. Lei però non ne vuole proprio sapere e continua ad avvicinarsi al gruppo, cercando di diventare una di loro. Tutto precipita quando, durante un pranzo con il futuro marito, Lucia non solo non mangia il capretto pronto in tavola, ma comincia a insultare l'uomo, provocando l'ira di tutta la sua famiglia…
Esce all’aria aperta Mario Martone, dopo aver mosso la sua macchina da presa fra le stanze ottocentesche illuminate dalle candele. Esce ed esplora una Capri selvaggia e ancestrale anche se primonovecentesca. E in tempi di #MeToo conclude la sua trilogia sui giovani e la ribellione con la storia di una rivoluzione ed educazione intellettual/sentimentale al femminile. Costruisce bene i suoi personaggi il regista napoletano e, come sempre, mescola con precisione la piccola alla grande storia. Capri-Revolution parla di spinte e ideali in un'epoca che ne sembra priva e lo fa attraverso un’attrice, Marianna Fontana, che è impetuosa e nello stesso tempo duttile, e che, nell’abito rosso che a un certo punto indossa, rappresenta la passione, innanzitutto quella di Martone per l’arte, patrimonio prezioso e sempre più bistrattato. (Carola Proto - Comingsoon.it)
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Il film è stato presentato in concorso alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nel 2018.
Ha vinto due David di Donatello: Miglior musicista ad Apparat e Philipp Thimm e Miglior costumista a Ursula Patzak.
Attore | Ruolo |
---|---|
Marianna Fontana | Lucia |
Reinout Scholten van Aschat | Seybu |
Antonio Folletto | Carlo, il dottore |
Gianluca Di Gennaro | Antonio |
Jenna Thiam | Lilian |
Ludovico Girardello | Luca, detto Citrus |
Eduardo Scarpetta | Vincenzo |
Lola Klamroth | Nina |
Maximilian Dirr | Hebert |
Donatella Finocchiaro | la madre |
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