Cane che abbaia non morde, il film diretto da Bong Joon Ho, racconta la storia di Yun-ju (Sung-Jae Lee), un ricercatore universitario frustrato e anaffettivo in attesa di una cattedra. Vive in un complesso residenziale di periferia con la moglie Eun-sil (Ho-jung Kim), incinta del primo figlio.
Nonostante la dolce attesa, l’uomo sembra essere indifferente e paranoico, è convinto che il continuo abbaiare dei cani del vicinato sia la causa del suo malessere. Decide così di eliminarli.
Nello stesso condominio vive la giovane Hyun-nam (Bae Doona), l’amministratrice del complesso residenziale. Un giorno la ragazza legge un volantino su un cane scomparso e decide di indagare.
Nelle settimane successive ne spariscono altri due e Hyun-nam scopre che è stato Yun-ju. Tenta allora di incastrarlo senza riuscirci. L’uomo pensa di essersi liberato del suo incubo e di averla fatta franca. Torna alla vita di tutti i giorni, escogitando un modo per corrompere il rettore dell'università e ottenere la tanto agognata cattedra.
Fino al giorno in cui sua moglie torna a casa con cucciolo di barboncino in braccio…
Tutti lo conoscono come il regista del pluripremiato Parasite (2019), ma Bong Joon-Ho ha debuttato nel 2000 firmando la regia di un film che arriva nelle sale cinematografiche italiane a distanza di oltre vent’anni. Una pellicola che critica fortemente la società coreana ossessionata dal guadagno e dalla scalata sociale, che spinge i personaggi a utilizzare qualsiasi mezzo pur di salire un gradino in più. Alla base c’è la volontà di denunciare come le persone indossino delle maschere per sembrare buone e distinte nel mondo che li circonda. E, per farlo, anche in questo caso utilizza la commedia amara: “Invece di essere diretto sulle idee che voglio trasmettere tramite le mie pellicole, preferisco inserire anche le tematiche più forti in un contesto comico. Penso sia più efficace per trasmettere il messaggio. Fa ridere, ma si percepisce sempre una lama affilata nascosta da qualche parte e che potrebbe colpire da un momento all’altro” - ha spiegato Joon-Ho. Ecco allora che il film diventa “una satira che usa elementi assurdi e grotteschi per trasmettere un messaggio forte e chiaro e per portare lo spettatore a riflettere sui temi che ci vengono mostrati” - ha aggiunto. Entrambi i protagonisti, Yoon-ju (Lee Sung-jae) ed Hyun-nam (Bae Doo-na), sono insoddisfatti della propria vita e vogliono riscattarsi aumentando il loro status. Lei spera di passare per l’eroina che ha risolto il mistero dei cani scomparsi. Lui non riesce ad avere una promozione come professore universitario, è disposto anche a cedere alla corruzione e sfoga la sua frustrazione rapendo e uccidendo i cagnolini del condominio. Nonostante il personaggio sia infimo, il regista riesce nel suo intento: rendere simpatico perfino un assassino di cani. Ci tiene, però, ad avvisare il pubblico in sala che "Nessun cane è stato maltrattato durante le riprese”. Anche la scelta del palazzo residenziale è fortemente indicativa per descrivere la società: un palazzo bianco e anonimo, con poche finestre e tantissime porte. Sebbene l’opera prima del regista sudcoreano risalga a più di vent’anni fa, risulta ancora attuale sia dal punto di vista dei temi affrontati sia per la maturità della regia di Joon-Ho.
È una satira che usa elementi assurdi e grotteschi per trasmettere un messaggio forte e chiaro e per portare lo spettatore a riflettere sui temi che ci vengono mostrati (Bong Joon-ho)
Tre anni prima di Memories of a Murder, Bong Joon-ho debuttava alla regia con un film che sicuramente annoveriamo tra i suoi "minori", ma che è comunque meglio di Okja e dimostrava già allora dimostrare il talento del regista coreano, e la sua passione per certi temi, certi personaggi, e certe situazioni. Meno compiuto e strutturato dei suoi capolavori successivi Cane che abbaia non morde ci racconta di un Bong già padrone del mezzo dal punto di vista tecnico, e già capace di alternare e stratificare i toni, e a sollevare con la leggerezza molti dei temi "pesanti" che affronta. Colpisce la comunanza di toni e visione che emerge in alcune sequenze con il cinema indie USA di quegli anni, Wes Anderson in testa. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
Cane che abbaia non morde: leggi la nostra recensione completa del film
Film di debutto del regista coreano Bong Joon-Ho, Premio Oscar per Parasite nel 2020.
Vincitore del Fipresci Prize all’Hong Kong International Film Festival 2001.
L’appartamento di Yun-ju nel film è il vero appartamento del regista.
Tra tutti i film di Bong Joon-ho, Parasite (2019) è sicuramente quello di maggiore successo. Presentato alla 72ª edizione del Festival di Cannes, dove ha segnato il primato di essere la prima pellicola sudcoreana a vincere la Palma d'oro. Così come è la prima opera di un regista della Corea del Sud ad aver ricevuto diverse nomination ai Premi Oscar e a vincerne addirittura quattro: Miglior film, Miglior film internazionale, Miglior regista e Migliore sceneggiatura originale. Tra i numerosi riconoscimenti si è aggiudicato anche un Golden Globe, due premi BAFTA, un David di Donatello e un Premio César. Un successo anche al botteghino, dove ha guadagnato 258 milioni di dollari in totale. È la pellicola coreana più vista finora e quella di maggiore incasso del regista. Oggi, a distanza di oltre vent’anni dal suo esordio, torna nelle sale Cane che abbaia non morde (2000), nel quale è già possibile vedere lo stile e la politica del regista di Parasite.
Attore | Ruolo |
---|---|
Sung-jae Lee | Yun-ju |
Bae Doo-Na | Hyun-nam |
Kim Ho-Jung | Eun-sil |
Byun Hee-Bong | Janitor |
Go Su-hee | Jang-mi |
Roeha Kim | Shadow Man |
Jin-gu Kim | Nonna |
Im Sang-soo | Joon-pyo |
Seong Jeong-seon | Aengbali |