In Blade Runner 2049, lo si può intuire dal titolo del sequel diretto da Denis Villeneuve, sono trascorsi trent'anni dai fatti accaduti nel film originale, diretto nel 1982 da Ridley Scott.
Dopo una serie di violente rivolte avvenute nel 2020, i replicanti prodotti dalla Tyrell sono stati messi al bando. Nello stesso anno, un grande black out che ha distrutto quasi completamente ogni dato digitale del pianeta, e gravi cambiamenti climatici hanno dato il via a una stagione di carestie, cui si è sopravvissuti solo grazie alle colture sintetiche della Wallace, una società con a capo il misterioso Neander Wallace (Jared Leto) che - grazie a quei profitti - ha poi ha acquisito anche le tecnologie della Tyrell, sviluppando così una nuova serie di replicanti completamente ubbidienti all'uomo e dalla longevità indefinita. Nel 2049 a Los Angeles regna quindi un ordine apparente: o almeno fino quando l'Agente K (Ryan Gosling), uno dei Blade Runner incaricati di ritirare i vecchi modelli che ancora vivono in clandestinità, fa una strana scoperta nel corso di una missione, dissotterrando così un segreto rimasto tale per anni, la cui rivelazione potrebbe rivelarsi un evento catastrofico. Seguendo gli ordini dei suoi superiori, K indaga per trovare ogni persona legata a quel segreto, per nascondere così definitivamente ogni traccia di quanto va insabbiato a tutti i costi. Nel corso delle sue indagini, K inizierà a nutrire dei dubbi sulla moralità del suo operato, e arriverà a incrociare la sua strada con quella di Rick Deckart (Harrison Ford), svanito nel nulla trent'anni prima senza lasciare alcuna traccia di sé.
Dal Trailer ufficiale italiano di Blade Runner 2049:
Tenente Joshi (Robin Wright): "C'è un ordine nelle cose. Questo facciamo qui: manteniamo l'ordine!".
Tenente Joshi: "Il mondo è fondato su un muro che separa le specie. Dì a entrambi i lati che non c'è il muro e la guerra è certa".
Joi (Ana de Armas) rivolta all'Agente K (Ryan Gosling): "Sei speciale. La tua storia non è finita, manca ancora una pagina".
Dal nuovo trailer italiano di Blade Runner 2049:
Niander Wallace (Jared Leto): "Ogni progresso della civiltà è nato sulle spalle degli schiavi. I replicanti sono il futuro, ma non posso crearne di più".
Rick Deckard (Harrison Ford): "Sei uno sbirro. Una volta facevo il tuo lavoro". Agente K: "All'epoca era più facile".
Niander Wallace: "Il futuro della specie è finalmente rivelato"
Quando ci si riempie la bocca di termini come distopia, o la si considera la grande novità di questi anni, in ambito letterario prima che cinematografico, bisognerebbe farlo regalando un pensiero al padre del futuro distopico e paladino del postmoderno: Philip K. Dick.
Scordatevi la fantascienza dal sapore scientifico e ambientata nelle galassie, nel silenzio dello spazio profondo, con il suo padre tutelare Isaac Asimov, o la sua versione steampunk, meccanica e basato sul concetto di avveniristico come lo si poteva immaginare alla fine dell'800, durante la Seconda rivoluzione industriale, padrino Jules Verne.
Quello di Dick è un mondo più realistico, in cui riflessioni politiche e filosofiche raccontano di mondi in cui le differenze sociali si approfondiscono e generano nuove realtà in cui i rischi diventano rivoluzioni e i contrasti esplodono in un futuro non troppo lontano.
Dick nacque nel 1928 nel cuore del Midwest che festeggiava una crescita continua lunga anni, ancora inconsapevole del disastro economico della Grande Depressione, che l'anno successivo avrebbe infranto le certezze, degli Stati Uniti e di tutto l'Occidente, di un progresso costante. La sua Chicago in crisi deve aver stimolato la riflessione del ragazzo Philip sulle tematiche che sarebbero diventate tipiche della sua produzione letteraria: corporation monopolistiche, governi autoritari, la ricerca di mondi alternativi.
Poco successo ebbero i suoi primi scritti di fantascienza, pubblicati negli anni 50 in California, dove si era trasferito. Solo nel decennio successivo avrebbe ottenuto i primi riconoscimenti, grazie a La svastica sul sole (1962), gioiello di analisi (fanta)politica, in cui immagina un mondo in cui gli Alleati hanno perso la Seconda guerra mondiale e il mondo è dominato dagli imperi dell'Asse: quello nazista e quello giapponese.
Una prima grande distopia, un mondo in cui esplicitare le grandi paure dei decenni precedenti. Se seguite le serie televisive forse il titolo originale potrebbe farvi suonare un campanello: The Man in the High Castle, come la serie di Amazon rinnovata per un terza stagione e prodotta da quel Ridley Scott che nel 1982 si ispirò a una storia pubblicata dallo scrittore nel 1968 e dal titolo originale curioso: Do Androids Dream of Electric Sheep?.
Da noi fu tradotta come Il cacciatore di androidi e il film, diventato uno dei classici moderni più amati, prese il titolo di Blade Runner, presentato in molte versioni diverse (in totale ben sette) e ora omaggiato con un degnissimo sequel diretto da Denis Villeneuve.
Cosa è vero e cosa falso? Cosa definisce il nostro essere umani, vivi, al di là delle apparenze? Domande che ricorrono nella produzione dickiana, e che hanno ispirato un connubio di raro successo come quello fra Scott e Dick, segnando in maniera decisiva il futuro genere di fantascienza, con quella costante atmosfera malinconica e l’eroe che si allontana verso l’orizzonte, sotto la pioggia battente, col bavero rialzato.
Blade Runner uscì nelle sale il 25 giugno 1982, due mesi dopo la morte dello scrittore, a soli 53 anni.
Tornando alla produzione letteraria, gli anni 60 regalarono quello che molti considerano il suo capolavoro, Ubik, uscito l'anno dopo Il cacciatore di androidi, nel 1969. Un romanzo in cui dimostra chiare affinità con i maggiori autori postmoderni come Pynchon e Vonnegut. Time magazine lo ha inserito fra i migliori 100 romanzi dal 1923. Nel 1974 Dick scrisse in prima persona una sceneggiatura tratta da Ubik, caso per lui unico. Un testo lunghissimo, mai diventato un film, almeno finora, nonostante i molti tentativi.
Philip K. Dick merita anche una citazione come fonte importante a cui si abbevera anche oggi il genere cyberpunk, al di là dei più dei canonici "padri" come Bruce Sterling e William Gibson.
Oltre a 44 romanzi pubblicati, lo scrittore scrisse 121 racconti, e dopo la morte la sua produzione fu saccheggiata da cinema e televisione, diventando una delle più adattate in assoluto, dopo Shakespeare. Basti pensare a titoli come Atto di forza (1990), Screamers (1995), Minority Report (2002), A Scanner Darkly (2006), e il recente The Adjustment Bureau, diventato da noi I guardiani del destino. Oltre a questi adattamenti ufficiali sono molti i film che devono tanto alle tematiche e alle atmosfere create dalla penna di Dick. Chiudiamo questa breve, e per forza di cose assolutamente incompleta, gita nella produzione distopica dello scrittore americano consigliandovi un libro per approfondire il suo mondo, oltre ai suoi lavori naturalmente. Si tratta della biografia scritta vent’anni fa da Emmanuel Carrère, quando non era ancora riconosciuto come uno dei maggiori scrittori europei; più un percorso nella mente creativa di Dick che una rigorosa biografia, è stata da poco ripubblicata da Adelphi col titolo Io sono vivo, voi siete morti.
Attore | Ruolo |
---|---|
Ryan Gosling | Agente K |
Harrison Ford | Rick Deckard |
Ana de Armas | Joi |
Jared Leto | Niander Wallace |
Sylvia Hoeks | Luv |
Robin Wright | Lt. Joshi |
Mackenzie Davis | Mariette |
Dave Bautista | Sapper |
Lennie James | Mister Cotton |
Wood Harris | Nandez |
Edward James Olmos | Gaff |
Carla Juri | Dr. Ana Stelline |
Barkhad Abdi | Doc Badger |
David Dastmalchian | Coco |
Hiam Abbass | Freysa |
Mark Arnold | Intervistatore |
Ecco tutti i premi e nomination Oscar 2018
Ecco tutti i premi e nomination BAFTA 2018