Il Parlamento vota per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. L'on. Giacinto Puppis - creatura di un alto prelato, il cardinale Marabini - ha molte probabilità di avere la meglio sull'altro candidato, l'on. Torsello. Devotissimo, morigerato, addirittura inibito, egli viene colto, però, all'improvviso, da una sorta di raptus, che lo spinge a eccessi di confidenza con le donne. Conosciuto il suo sconcertante comportamento (uno scandalo pregiudicherebbe la sue possibilità di vittoria), un amico domenicano lo affida alle cure di un frate, psicanalista in un convento femminile. Il rimedio, però, è peggiore del male: rimossa l'inibizione, Puppis seduce una dopo l'altra le giovani monache. Preoccupatissimo, il card. Marabini mobilita, per impedirgli di commettere altre "sciocchezze", la stessa mafia, cui è legato a filo doppio, la quale provvede a far sparire tutti i testimoni delle "prodezze" erotiche di Puppis. Costui, però, che ha "scoperto la donna", non solo vorrebbe legarsi per tutta la vita a una suorina che, per lui, ha abbandonato il convento, ma non ha più alcun interesse a farsi eleggere Presidente. Irremovibile e deciso a raggiungere il proprio scopo (egli ha sempre mirato a far sì che il suo pupillo giungesse un giorno alla suprema carica dello Stato), il cardinale Marabini lo convince però, con le minacce, a rinunciare all'amore e a proseguire la sua corsa al Quirinale. Eliminato dalla mafia l'on. Torsello, Puppis arriverà facilmente alla meta.
"Si tratta di una farsa indecente e stupida, che non ha nulla a che fare con la satira politica. Pur avendo come protagonisti uomini politici, ecclesiastici, generali coinvolti in un ridicolo tentativo di colpo di stato, la vicenda si riduce, infatti, a una serie di situazioni e scene di sapore squallidamente qualunquistico, prive di un minimo di mordente umoristico e tutte all'insegna del gusto più malsano e volgare." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 73, 1972).
- REVISIONE MINISTERO DICEMBRE 1995 - 1117 METRI 16 M/M