LA TRAMA DI 47 MORTO CHE PARLA
Il barone Antonio Peletti è un avaraccio inviso a tutti. Suo padre morendo gli ha lasciato un tesoro in monete d'oro e gioielli, che egli tiene nascosto in un ripostiglio sotto l'impiantito: secondo il testamento paterno, metà del tesoro spetta al Municipio, che dovrà erigere una scuola, l'altra metà spetta al figlio di Antonio, Gastone. Ma il barone nega l'esistenza del testamento e del tesoro e caccia di casa Gastone, negando il suo assenso al di lui matrimonio con Marion. Gastone scopre per caso il tesoro, contenuto in una cassetta, e dopo essersene impadronito, sostituendolo con dei ciottoli, s'allontana dal paese. Per costringere il barone a dire la verità i maggiorenti del paese gli fanno una burla atroce: egli crede d'essere stato avvelenato e di trovarsi già nell'al di là...
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RECENSIONE
"Anzi, la tecnica del cinema gli permette (a Totò) di esimersi da certi obblighi teatrali, dall'imparare a memoria il copione, per esempio, improvvisando davanti alla macchina da presa dietro sommari suggerimenti, il che più si conferisce alla sua natura di 'maschera' della commedia dell'arte (...). Il discorso vale soprattutto per il recente '47 morto che parla'. Il quale film ha peraltro una novità: è terribilmente triste". (Vittorio Bonicelli, 'Il Tempo', 13 gennaio 1951)
SOGGETTO DI 47 MORTO CHE PARLA
una commedia di Ettore Petrolini
INTERPRETI E PERSONAGGI DI 47 MORTO CHE PARLA