Studio Ghibli compie 40 anni e il suo futuro è di fronte a un bivio: che ne sarà senza Hayao Miyazaki?
Il 15 giugno, il leggendario Studio Ghibli ha celebrato il suo 40esimo anniversario in un clima che, tuttavia, è dominato dall'incertezza. Qual è il futuro dell'animazione giapponese promulgata dallo studio, ora che la carriera di Hayao Miyazaki volge al termine?

- Studio Ghibli è uno studio etico in un mondo capitalista
- Studio Ghibli: quando lo stile diventa un modello e una trappola
- Come sarà tra 40 anni il cinema targato Ghibli?
Il 15 giugno 1985, un piccolo studio d'animazione con grandi ambizioni aprì silenziosamente i battenti in Giappone. Era lo Studio Ghibli, e al timone c'erano i fondatori Hayao Miyazaki, Isao Takahata e Toshio Suzuki. Era solo l'inizio di una rivoluzione per l'animazione giapponese, che avrebbe trasformato anche il cinema internazionale nel suo complesso. Con una cura maniacale per l'immagine disegnata a mano, personaggi emotivamente complessi e profondi sottotesti filosofici, i film Ghibli superarono i confini dei "cartoni animati per bambini", elevando l'animazione a mezzo degno di un serio riconoscimento culturale.
Quarant'anni dopo, il curriculum dello studio è brillante: due premi Oscar, una Palma d'Oro onoraria e una lista infinita di riconoscimenti mondiali, oltre ad un corpus di opere che ha plasmato il linguaggio degli anime per generazioni. Eppure, mentre Studio Ghibli celebra il suo 40esimo anniversario, l'atmosfera è malinconica. Hayao Miyazaki, da sempre la forza creativa e trainante, è ormai anziano (84 anni) e il panorama cinematografico, al contrario, è in continua evoluzione. Riuscirà lo studio a mantenere la sua identità anche in futuro e il suo status di punto di riferimento culturale?
Da Il mio vicino Totoro a Principessa Mononoke, fino a La città incantata, Miyazaki ha declinato temi urgenti e attuali quali ambientalismo, pacifismo e femminismo in un mondo sull'orlo del baratro e moralmente ambiguo. Studio Ghibli ha prodotto alcuni dei migliori film d'animazione di tutti i tempi, ma ogni cosa ha un inizio e una fine. Ufficialmente, Miyazaki è al lavoro sul suo prossimo film. Realisticamente, è probabile che Il ragazzo e l'airone sarà il suo ultimo lavoro. Il ritiro del regista non è stato confermato, ma lo studio non ha annunciato alcun nuovo progetto.
Ghibli si trova a un bivio creativo: la domanda non è solo chi sostituirà Hayo Miyazaki, ma se qualcuno sarà mai in grado di farlo. Questa incertezza è aggravata dall'assenza di un successore chiaro. Il figlio di Miyazaki, Goro, ha diretto diversi lungometraggi e ci sono anche altri autori promettenti, come Hiromasa Yonebayashi, che tuttavia non hanno mai eguagliato il maestro. Il futuro dello studio non è solo questione di preservare l'eredità di Miyazaki, ma anche di scoprire una nuova direzione.
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La reputazione di Ghibli precede lo studio e si pone in diretta opposizione ai Walt Disney Animation Studios. L'integrità artistica, la sobrietà del merchandising e il trattamento equo degli animatori sono le parole d'ordine della politica aziendale di Ghibli, in cui l'idealismo ha plasmato le attività tanto quanto la narrazione. Ma questa immagine, negli ultimi anni, è stata sempre più messa in discussione. La vendita dello studio a Nippon TV nel 2023 ha segnato una svolta significativa che sì, garantisce stabilità finanziaria, ma solleva anche preoccupazioni circa l'autonomia creativa. Mentre il settore si evolve e lo streaming stravolge i modelli di distribuzione, Ghibli riuscirà a rimanere fedele al suo spirito artigianale?
L'approccio dello studio al merchandising, ad esempio, è cambiato dopo la quasi bancarotta del 2014, trasformando il brand in un vero e proprio impero. Il Parco Ghibli, i caffè Ghibli e persino le linee di profumi a tema Ghibli suggeriscono una svolta verso le politiche tanto criticate della Disney. Una strategia finanziaria era indubbiamente necessaria, ma vien da chiedersi se intaccherà la percezione di Ghibli come un microcosmo senza compromessi.
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Il linguaggio visivo dello Studio Ghibli è diventato così iconico che rischia la sovraesposizione. Si pensi al caso delle immagini virali generate da ChatGPT e DALL·E, che ha innescato un dibattito sulla proprietà creativa e sull'autenticità. Questi strumenti imitano lo stile di Ghibli, ma mancano della profondità emotiva e filosofica che ne definisce le narrazioni. Miyazaki ha criticato apertamente l'animazione generata dall'intelligenza artificiale, definendola "un insulto alla vita stessa". Il suo disprezzo mostra una più ampia preoccupazione per il fatto che lo Studio Ghibli divenga un involucro di se stesso, imitato e celebrato, ma privo di nuove idee.
A complicare ulteriormente il quadro c'è il fatto che Ghibli non abbia mai avuto una regista donna, nonostante la sua lunga tradizione di forti protagoniste femminili. Dietro le quinte, le donne hanno contribuito in modo significativo, ma, in uno studio che promuove la narrazione femminista, questa discrepanza solleva interrogativi. Nel tracciare il suo futuro, affrontare questa disparità potrebbe essere fondamentale per lo studio.
Come sarà tra 40 anni il cinema targato Ghibli?
Lo Studio Ghibli, a 40 anni, è, contemporaneamente, senza tempo e legato al tempo. Lo studio, nato dal sogno di due registi visionari e di un produttore esperto, si trova ora ad affrontare un futuro senza i suoi fondatori. Ma il futuro non dev'essere per forza cupo. L'influenza di Ghibli è evidente nella nuova generazione di animatori, sia in Giappone che all'estero, che deve molto allo stile e alla filosofia narrativa di Ghibli. Se Ghibli assumerà il ruolo di mentore di nuovi talenti, anziché di semplice museo di glorie passate, potrà continuare a plasmare la sua arte per decenni a venire.
Il futuro della casa d'animazione non risiede necessariamente nella spasmodica ricerca di un altro Miyazaki, ma nella fiducia in nuove voci che portino avanti lo spirito di empatia, meraviglia e resistenza alle scorciatoie dello Studio Ghibli. Non sono mai stati solo i personaggi o l'animazione a rendere speciali i film Ghibli, ma il fuoco che li anima. E se quell'anima saprà evolversi rimanendo fedele ai suoi valori, le migliori storie dello Studio Ghibli potrebbero non essere ancora state scritte.