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Roland Emmerich critica i sequel e i supereroi

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Amante delle contraddizioni e delle provocazioni, il regista si esprime mentre presenta... Independence Day: Rigenerazione!


Reduce dall'insuccesso di Stonewall, Roland Emmerich tornerà sugli schermi con Independence Day: Rigenerazione, sequel dell'Independence Day che nel 1996 contribuì alla creazione del blockbuster contemporaneo. In un'intervista con The Guardian, il regista si è curiosamente lasciato andare a critiche contro la macchina dei franchise di Hollywood e il cinema a base di supereroi. Non vogliamo di certo negare a Emmerich il diritto di provocare e di dire quel che vuole (e ha dimostrato notevole intelligenza con il sottovalutato Anonymous), ma in bocca al regista del grosso sequel di un pop corn movie, quelle che seguono ci sembrano parole... azzardate?

"Se pensate al mercato dell'abbigliamento, dove sono finite le piccole boutique? Esistono ancora, ma sono poche. Poi dominano i grossi franchise, come Gap. Ogni brand di moda deve diventare un franchise, oppure non sopravvive. A un certo punto, il sistema potrebbe collassare. Successe negli anni 60. Tutte le produzioni dei grandi studi cominciarono a fallire una dopo l'altra, poi un piccolo film come Easy Rider divenne il successo dell'anno. Potrebbe ricapitare."

“Quando vedete i miei film, è sempre l'uomo qualunque che diventa un eroe improbabile. In tanti film Marvel mostrano queste persone con costumi buffi, che corrono in giro. Non mi piaccione le persone coi mantelli. Uno che si mette una tuta da supereroe e vola lo trovo stupido. Proprio non lo capisco. Sono cresciuto in Germania, sarà per quello."

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