Oscar 2021: chi sono le cinque attrici candidate come non protagoniste
Maria Bakalova, Amanda Seyfried, Olivia Colman, Yuh-jung Youn e Glenn Close quest'anno si contendono la statuetta dell'Oscar per la miglior attrice non protagonista. Chi la vincerà?

- Maria Bakalova per Borat - Seguito di film cinema
- Amanda Seyfried per Mank
- Olivia Colman per The Father
- Yuh-yung Young per Minari
- Glenn Close per Elegia Americana
Quest'anno il parterre delle attrici candidate all'Oscar 2021 come non protagoniste è singolare e variegato come questa edizione degli Oscar che in molti hanno ribattezzato "Oddscar", da tanto sono bizzarri rispetto al solito. Mentre scriviamo non sappiamo ancora cosa si saranno inventati Steven Soderbergh e soci nell'organizzazione per avere una cerimonia il più possibile in presenza e in sicurezza, ma troviamo improbabile che candidati da tutte le parti del mondo possano convergere a Hollywood per l'occasione. Guardiamo adesso chi sono le candidate all'Oscar di quest'anno, dalla più giovane, di soli 24 anni, alle due più anziane ed esperte che potrebbero essere le nonne di due di loro (non a caso il ruolo per cui sono candidate è proprio questo) e le mamme della terza.
Maria Bakalova per Borat - Seguito di film cinema
Che altro dire se non brava e benvenuta alla giovane e sconosciuta attrice bulgara Maria Bakalova, che appena diplomata alla scuola di cinema del suo paese ha mandato quasi per gioco la registrazione di un suo provino e ha catturato l'attenzione di Sacha Baron Cohen che l'ha scelta per il ruolo della figlia in Borat - Seguito di film cinema? La naturalezza, la spontaneità, il coraggio (ce n'è voluto davvero molto) e i perfetti tempi comici con cui ha saputo creare col collega veterano in questo tipo di film un'immediata e paritaria sintonia parlano chiaro: Maria Bakalova non è una meteora e dall'Europa dell'Est è venuta per restare. Non vincerà l'Oscar, così come non ha vinto il Golden Globe, ma ci ha rubato il cuore.
Amanda Seyfried per Mank
La (prima) candidatura all'Oscar di Amanda Seyfried per Mank, dove interpreta il ruolo dellla diva Marion Davies, amante del magnate della stampa William Randolph Hearst che ispirò Quarto potere, è il riconoscimento del talento di un'attrice che non sempre ha scelto ruoli all'altezza ma che quando l'ha fatto, diretta da grandi registi, ha dimostrato di cosa è capace. Noi l'abbiamo molto amata in Twin Peaks - Il Ritorno e nel film di David Fincher riesce a dare glamour ma anche simpatia e umanità al suo personaggio. Non crediamo abbia chance, però, e forse la sua nomination va a riconoscere il valore di un film che non tutti hanno amato ma che ha coinvolto moltissimo noi amanti della vecchia Hollywood e dei suoi segreti.
Olivia Colman per The Father
Due anni dopo l'Oscar come miglior protagonista per La Favorita, Olivia Colman, questa eccellente attrice inglese in grado di fare qualsiasi cosa, è di nuovo candidata per il ruolo della figlia di Anthony Hopkins nello straordinario The Father di Florian Zeller. La sua presenza sullo schermo non è, come avviene nei casi dei non protagonisti, rilevante in termini di tempo, ma sicuramente lascia il segno. Il suo affetto e il suo dolore per questo padre che confonde la realtà coi suoi ricordi e che deve lasciare sono davvero commoventi. Non crediamo che vincerà il suo secondo Oscar per questo ruolo, ma potremmo anche sbagliarci, anche se tutto sembra puntare in un'altra direzione.
Yuh-yung Young per Minari
L'outsider di quest'anno agli Oscar nella categoria delle attrici non protagoniste è Yuh-yung Young, una veterana di 73 anni sconosciuta in Occidente ma leggendaria in patria, la Corea del Sud, con una carriera di cinquant'anni. Nel ruolo della nonna strana, linguacciuta e poco "nonnesca" della famiglia di Minari ha conquistato anche chi non la conosceva e il suo è proprio il personaggio che ci è piaciuto di più. Nel suo paese Yuh-yung Young è premiatissima ed è da sempre considerata anche un'icona di stile. Forse per questo si è stupita di essere stata scoperta da un popolo "snob" come quello inglese che le ha decretato il premio BAFTA per il ruolo, in una simpaticissima reazione attribuita poi alla solita traduzione inesatta ma che ha un fondo di verità. Di certo è stata felicissima dei premi e delle candidature che ha ricevuto in Occidente, e chissà che non sia lei a stringere al petto la statuetta tanto ambita. Anche se, diciamolo, sarebbe uno sgarbo non da poco nei confronti della sua coetanea di cui vi parleremo adesso.
Glenn Close per Elegia Americana
Ed eccola di nuovo qua, Glenn Close, una delle più grandi attrici americane di sempre, che agli Oscar è però, purtroppo per lei, l'anti-Meryl Streep (che, a proposito, manca da 3 anni al tradizionale appuntamento con l'Academy). Se la collega ha collezionato l'impressionante record di 21 candidature e 3 Oscar, Glenn Close, regina anche a teatro, ne ha ricevute 8 senza mai vincerlo. Al suo impressionante Palmarés, che comprende 3 Golden Globe e 3 Emmy, manca solo la statuetta dorata. Se glielo daranno quest'anno (e potrebbe essere la volta buona) lo avrà per uno dei tanti ruoli della sua carriera, la Mamaw di Elegia Americana, in cui si trasforma rendendosi irriconoscibile. Il film di Ron Howard, tratto dal libro autobiografico di J. D. Vance sulla propria difficile infanzia, non è stato molto amato dalla critica, ma a lei che si può dire se non togliersi tanto di cappello, comunque la si pensi in proposito? La sua nonna è meno simpatica di quella coreana, ma altrettanto forte e determinante. E dunque, che vinca la migliore!