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Noah in Digital Download: ce ne parla il supervisore degli effetti visivi

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Ben Snow, più volte nomination all'Oscar, discute della sua carriera e del suo lavoro sul film


Lavora presso l'Industrial Light & Magic esattamente da vent'anni e non l'ha mai tradita, se non per un anno e mezzo di pausa presso la WETA di Peter Jackson. Parliamo di Ben Snow, uno dei più quotati autori di effetti visivi a Hollywood, quattro volte nomination agli Oscar con i suoi colleghi, per il lavoro svolto su Pearl Harbor, Star Wars Episodio II – L'attacco dei cloni, Iron Man e Iron Man 2.
Mentre esce oggi in Digital Download su Google Play, Chili TV, PSN e Xbox il biblico Noah di Darren Aronofsky con Russell Crowe, cogliamo l'occasione per domandargli del suo lavoro sul film e della sua lunga carriera.


 

Ben ci dice che ha cominciato a lavorare alla fine degli anni Ottanta, dopo aver studiato al college computer e cinematografia. Prima di approdare all'Industrial Light & Magic nel 1994, lanciatissima da Jurassic Park, aveva già svolto dei lavori rudimentali presso una piccola azienda che si occupava di computer grafica. Ma la sua vera carriera è cominciata sotto la cupola magica della Lucasfilm, come "lighting artist", addetto alle luci virtuali.

Siccome nulla è mai troppo banale, preferisce spiegarci esattamente la natura del suo lavoro: l'espressione "effetti visivi" comprende tutto ciò che non è possibile riprendere dal vero: dalle creature a un'astronave, passando per un disastro naturale. Come è successo anche con Aronosfky, il regista di solito gli manda copione e immagini di riferimento (bozzetti, foto). A quel punto Ben dà poi il suo parere su come gestire e creare il materiale: quanto costerà?
Sono state svolte tante ricerche per preparare Noah, ma i riferimenti strettamente realistici erano pochi. Più che altro si è trattato di ricerche religiose e storiche: il look di Noah usa come base persino fotografie di panorami postindustriali. Dipinti religiosi sono stati una pietra angolare per definire atmosfera e dettagli, come l'aspetto delle nuvole.



Nonostante il lavoro suo e del team prenda forma in postproduzione, Ben è comunque presente sul set, per controllare le riprese e spiegare agli attori e ai tecnici come devono affrontare le scene in funzione di ciò che sarà aggiunto in seguito. Per Noah Snow ci racconta di esser stato lontano da casa, in Islanda e a Long Island, per sette mesi.
Gli attori devono essere aiutati, per condurli a vedere quello che ancora non c'è... o che loro stessi diventeranno! Gli attori che interpretavano e che in diversi casi davano le loro voci ai Guardiani (creature sovrannaturali) erano sollevati da terra, caricati di zaini per sembrare più imponenti. Russell Crowe e Jennifer Connelly sapevano come funzionava questo tipo di ripresa "da completare", avendola affrontata prima in altri loro film.  Per aiutare i meno esperti a immaginare creature e situazioni sul set inesistenti, si utilizzava il metodo delle palline sospese, atte a guidare lo sguardo degli attori, che potrebbero non sapere dove posarlo.
In postproduzione, a riprese terminate, Snow dirige poi il team dell'Industrial Light & Magic, ma le animazioni digitali hanno anche poi uno specifico regista che risponde a lui.

Riprese in esterni? Quindi poco green screen? "Abbiamo usato poco green screen, ne abbiamo discusso all'inizio, io d'altronde l'avevo usato parecchio nella mia carriera. Ma il copione aveva bisogno di realismo, volevamo le location vere." Non che la tecnica sia stata del tutto assente, ma è stata applicata alle "estensioni", cioè per proseguire nelle inquadrature le scenografie che nella realtà erano solo accennate. "Preferiamo i mascherini ritagliati al green screen: specialmente nelle scene di folla nella pioggia, il green screen sarebbe inutilizzabile e ingestibile."



Se dovesse elencare le sfide che Noah gli ha presentato? "Girarlo è stato già una sfida", riflette, ma aggiunge che la scena della grande battaglia, con tante comparse, è stata una delle più difficili da allestire, essendo anche stata girata con il cosiddetto "effetto notte", cioè con ripresa effettuata di giorno ma simulando la notte.
Anche progettare i Guardiani è stato complesso e lungo, perché Darren voleva un aspetto preciso ed è stato molto presente nel loro design e nella loro animazione.
Tecnicamente hanno presentato molte difficoltà gli animali, specialmente quando si trattava di animarli nelle scene di massa. Ci sono momenti in cui sullo schermo ci sono ottomila animali... e in coppia! Fortunatamente le inquadrature in cui si presentava questa situazione non sono state tantissime, ma ciò non significa che la modellazione degli animali in CGI non sia stata una fatica immane.
Gli animali sono stati faticosi per il lavoro di texturing, anche perché si mirava alla varietà, per la quale è stata d'enorme aiuto la frequentazione, da parte di Ben e del suo team, del Natural History Museum. "Ci siamo accorti che i mammiferi non sono molto vari nei colori, lo sono per le fantasie sul manto." Anche se si lavorava con riferimenti reali, come vere penne o pelli di serpente (persino serpenti vivi fotografati e ripresi!), "Darren non voleva immagini banali, animali banali come le giraffe."  Non cercava animali realmente esistenti: "Abbiamo puntato su animali preistorici o estinti".

Come si è evoluta la sua arte nel corso di vent'anni? "Sarebbe stato impossibile fare Noah quando ho iniziato, i tool sono immensamenti superiori a quelli usati, per dire, per un film simile su cui ho lavorato, Twister. Anno dopo anno tutto diventa più realistico e credibile. Quando ho cominciato, il passaggio dai modellini e dal motion control alla CGI fu la più grande innovazione." Le aspettative del pubblico sono aumentate: in Jurassic Park gli effetti erano applicati a 60-70 inquadrature, ora le inquadrature in un film medio sono centinaia, con effetti di vario tipo.



Addentrandoci nella tecnica, gli domandiamo con qualche risoluzione d'immagine lavorano: "Lavoriamo su risoluzioni leggeremente più alte dell'HD, ma bisogna tener presente che Noah è stato girato in pellicola!" Una scelta decisamente controcorrente, dato che da Star Wars Episodio II – L'attaco dei cloni in poi, le riprese in digitale sono aumentate. "Noah poteva essere una delle ultime occasioni per lavorare sulla pellicola", dice con trasporto Snow, ma ammette un segno dei tempi: scannerizzare bene la pellicola per prepararla agli effetti è stato difficile, dato che i laboratori specializzati nel trattamento dei negativi stanno sparendo.

Per uno che ha lavorato anche su lungometraggi più fantasiosi come Casper, quali sono le differenze avvicinandosi a un racconto più crudo come Noah? "L'animazione degli effetti plausibili richiede più fedeltà alla realtà, a differenza degli effetti realizzati per un cartoon." In Noah si poteva giocare un po' con i Guardiani, per i cui movimenti alcuni dei ballerini di Black Swan hanno fatto da consulenti. Con Casper o Mars Attacks! ovviamente il discorso era diverso. "Per Noah per esempio sul set abbiamo raccolto tante informazioni sulla luce che c'era sul set, mentre per Casper si trattava più che altro di far sembrare belli i personaggi, c'era più libertà."

Quanto dura in sostanza il lavoro in postproduzione di un addetto agli effettivi visivi, in una grande produzione come Noah? "La postproduzione in realtà è cominciata già durante le riprese, ragionando sugli elementi che si possono preparare senza avere necessariamente il riferimento del materiale girato. Per esempio il design dei Guardiani." La creazione degli effetti ha richiesto da maggio al dicembre dell'anno successivo, perciò un anno e mezzo di lavoro. "Un lavoro più lento dell'usuale annetto, che di norma comprende anche le riprese. La sola sequenza della Creazione ha richiesto un anno per la progettazione e la produzione. E' stato bello lavorare su un film sentito e ambizioso, era una cosa diversa dal solito, contenente sfide stimolanti che deviavano dai terreni già battuti."

Noah sarà pubblicato in Blu-ray e dvd il 20 agosto.

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