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Nel filone dei kolossal biblici: Noah disponibile in DVD e Blu-ray

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Il film di Aronofsky in Home Video dal 20 agosto


Il cinema, da sempre, ha mostrato particolare attenzione per la letteratura classica, per i romanzi di avventura e fantascienza, soprattutto in passato, ed ha tratto ispirazione anche dai libri sacri, riproponendo sul grande schermo personaggi ed eventi narrati, in particolar modo, nella Bibbia. Quel filone di kolossal biblici sembrava ormai essersi smarrito con la settima arte orientata sempre meno verso la tematica religiosa. Eppure, negli ultimi anni, stiamo assistendo a una inversione di tendenza e una ulteriore prova della rinascita di quello che possiamo considerare un vero e proprio genere è arrivata grazie a Darren Aronofsky, regista di Noah, il kolossal sulla storia di Noè e dell’arca dell’alleanza che dal 20 agosto è disponibile in Home Video in una imperdibile edizione in tre diversi formati, DVD, Blu-ray e Blu-ray 3D, distribuito dalla Universal Pictures Italia con numerosi contenuti speciali che ci porteranno nel dietro le quinte di una mastodontica opera cinematografica che ha riscosso il favore della critica e del pubblico. In occasione dell’uscita del film, che vede protagonisti Russell Crowe, Jennifer Connelly e Anthony Hopkins, andiamo alla scoperta di alcuni dei kolossal del passato e di produzioni più recenti, come La passione di Cristo, film diretto nel 2004 da Mel Gibson.



Quando pensiamo a un film biblico non possiamo che tornare con la memoria alle maestose messe in scena di una volta, le gigantesche scenografie e le innumerevoli comparse. Film dalla durata impegnativa che hanno permesso al pubblico di conoscere delle figure religiose realmente esistite, come ne I Dieci Comandamenti, o romanzate, come in Ben-Hur. Proprio I Dieci Comandamenti, di Cecil DeMille, è tra i più importanti rappresentanti del filone biblico. Il film, remake di una omonima pellicola del 1923 diretta dallo stesso DeMille, racconta, prendendo come ispirazione soprattutto il libro dell’Esodo, la storia di Mosè, interpretato da Charlton Heston, e del viaggio verso la terra promessa del popolo schiavo d’Israele. Anni di pre-produzione, circa ventimila comparse e quindicimila animali, interi villaggi requisiti, collaborazione tra tecnici statunitensi ed egiziani, partecipazione dell’esercito egiziano e un autentico viaggio fino alle pendici del Sinai con la troupe e gli attori che si immersero letteralmente nella leggenda, avendo la possibilità di recitare e lavorare in location reali ed originali, a differenza della maggioranza delle produzioni cinematografiche di allora, realizzate negli studios. Solo in seguito alcune scene vennero girate proprio negli studi della Paramount ad Hollywood e il film fu pronto nel 1956 e, seppur con numerose discordanze con il libro sacro, viene ancora oggi considerato come uno dei film biblici più importanti di sempre.



Vera e propria icona del genere, Charlton Heston è protagonista in un altro celebre kolossal di fine anni cinquanta, Ben-Hur, diretto dal regista William Wyler. L’attore americano veste i panni del principe ebreo Giuda, tradito dall’amico d’infanzia Messala e desideroso di vendetta, dopo essere stato costretto alla schiavitù come rematore sulle galee. Una vendetta che si consumerà in quella che è considerata una delle scene più celebri del grande schermo con una avvincente corsa con le quadrighe che terminerà proprio con la vittoria del principe ai danni dell’amico traditore. Vincitore di ben 11 Premi Oscar, un record solo eguagliato dai successivi Titanic e Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re, il film si svolge ai tempi e nei luoghi di Cristo ed è la terza trasposizione cinematografica del romanzo scritto da Lew Wallace. L’imponente scenografia, realizzata in Italia, a Cinecittà, ha richiesto un notevole sforzo e l’importazione di tonnellate di sabbia, direttamente dal Mar Mediterraneo. Le maggiori difficoltà si avvertirono nel momento della riproduzione della battaglia navale, ricostruita interamente in studio grazie a una gigantesca vasca e a modellini delle galee tipiche romane, e per la corsa con le quadrighe, dove vennero impiegati diversi stunt e manichini.



Un fattore importante nei kolossal del passato, e necessario per conferire maggiore veridicità alla storia trattata, riguarda l’ambientazione, spesso ricostruita in studio, e i costumi di scena. Un esempio, ancora oggi inarrivabile, della magia del cinema ci viene da Quo Vadis, il film diretto nel 1951 da Mervyn LeRoy e candidato a 8 Premi Oscar. La pellicola, girata principalmente a Roma, ha il record per il maggior numero di costumi utilizzati e prende ispirazione, nel titolo, dall’incontro tra Pietro e Gesù. Anche in questo caso, nonostante alcuni personaggi storici siano realmente esistiti, molti degli eventi narrati sono chiaramente romanzati, così come nel romanzo storico ed omonimo scritto da Henryk Sienkiewicz, Premio Nobel per la letteratura nel 1905.



Dopo il periodo d’oro degli anni cinquanta, Hollywood ha abbandonato i kolossal, anche in seguito agli sfortunati risultati riscontrati al box office e i film biblici sembravano quindi ormai appartenere ad un passato sepolto con lo spostamento delle produzioni cinematografiche entro i confini nazionali statunitensi,mentre l’epoca di Cinecittà andava lentamente spegnendosi. Nel 2004, con La passione di Cristo, abbiamo assistito ad una curiosa, ed in verità aspramente criticata, inversione di tendenza. Mel Gibson ha portato in scena le ultime ore di vita di Gesù, dall’arresto al processo fino alla inaudita violenza della flagellazione e la successiva crocifissione fino alla resurrezione finale. Girato in aramaico e latino, La passione di Cristo ha scatenato commozione e indignazione in una girandola di emozioni evidentemente influenzate dalla ricezione – soggettiva – del pubblico.

Uno dei personaggi biblici più conosciuti è indubbiamente Noè, il patriarca a cui Dio affidò il compito di costruire un’arca per mettere in salvo le specie animali e, in seguito al Diluvio universale, dare vita a una rinnovata e non più corrotta umanità. Un personaggio che ha sempre affascinato Darren Aronofsky, regista del biopic epico Noah, un kolossal biblico in vecchio stile con protagonisti Russell Crowe, Jennifer Connelly e Anthony Hopkins. Una pellicola fedele al libro sacro con alcune innovazioni romanzate in linea con il cinema di stampo moderno.

Molti anni sono passati dai kolossal del passato ma se cambiano i mezzi e la tecnologia una caratteristica sembra essere imprescindibile per la messa in scena di un film biblico: l’umanità e il carattere, spesso tormentato, dei protagonisti. Due fattori ampiamente presenti nel cinema del visionario Darren Aronofsky e due componenti ampiamente riconoscibili anche in Noah, un capolavoro che “rischia” di diventare il capostipite di un nuovo e rinnovato filone religioso.






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