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La Befana vien di notte, le origini di una supereroina italiana

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Monica Bellucci, Fabio De Luigi, ma anche lo sceneggiatore Nicola Guaglianone e la regista Paola Randi raccontano il secondo capitolo de La Befana vien di notte, dedicata alle origini, in uscita il 30 dicembre al cinema.

La Befana vien di notte, le origini di una supereroina italiana

Le sue armi sono caramelle e carbone, ma è una “supereroina italiana”, che si muove su una scopa volante per il bene dei bambini. Il fantastico per famiglie torna nei cinema, a partire dal 30 dicembre distribuito da Lucky Red, con La befana vien di notte II - Le origini. Un prequel del successo diretto con Michele Soavi con Paola Cortellesi, con cui non ha alcun legame, trattandosi di un prequel che racconta come nasce la figura della Befana. La regia passa a Paola Randi, che aveva convinto con il riuscito Tito e gli alieni, mentre protagoniste sono Monica Bellucci, nei panni della potente e dolce strega Dolores, insieme alla esordiente influencer Zoe Massenti, una vera scoperta piena di energia, una ragazzina di strada truffaldina sempre in cerca di guai. Il cattivo è un sorprendente Fabio De Luigi.

L’inizio di una leggenda, scritta sempre da Menotti e Nicola Guaglianone, che è anche produttore creativo, regista della seconda unità e interpreta un piccolo ruolo.” Siamo sempre restii a fare un sequel, come nel caso di Lo chiamavano Jeeg Robot, nonostante in tanti ce lo chiedano da anni. Ma dietro alla figura della Befana c’era ancora molto da raccontare, come le origini. Un percorso di formazione di una vecchia donnina che dedica la vita a regalare agli altri la felicità. Siamo partiti da una figura opposta, quella di una piccola ladruncola che pensa solo a sé. Da scugnizza a essere la Befana come la conosciamo tutti. Quando ho sentito la voce di Zoe Massenti su Tik Tok ho avuto la stessa reazione alla parlata tipica rauca romana di Ilenia Pastorelli al Grande Fratello, che poi abbiamo scelto per Lo chiamavano Jeeg Robot. Per me il dialetto è fondamentale per rendere credibile il fantastico. Zoe ci è riuscita con la sua romanità sincera e il talento.”

Una strega così non l’aveva mai fatta, Monica Bellucci. “In realtà sono anche una fata, aiuto i ragazzini”, ha detto la diva di casa a Parigi. “Ogni personaggio ha un risvolto psicologico. Lei ha un dolore legato alla perdita del figlio che la rende molto umana. La forza del film è la dualità fra la fantasia, i colpi di scena, e dei personaggi veri e umani. La complicità fra Dolores e Paola è quella fra una madre e una figlia, protezione ma anche amicizia, come accade nella vita, come succede a me con le mie figlie. Fa parte dell’evoluzione della femminilità, dobbiamo fra donne collaborare sempre di più. Insieme andiamo più lontano. È un periodo storico particolare, difficile per molti motivi, ma non possiamo negare il progresso concreto di noi donne. Diventiamo sempre più libere e indipendenti. Qui abbiamo Paola Randi, non è che ci siano poi tante registe donne. Un mondo nuovo si affaccia, lentamente ma sicuramente. Noi attori abbiamo la fortuna di sfuggire alla quotidianità con il nostro lavoro. Un film ha il potere di cambiarti, di sognare, Mostrare le rughe è una forma di libertà, superi la necessità di apparire in un certo modo e ti offri totalmente al personaggio. Ci sono delle cose buone nel tempo che passa”.

Se la giovane Zoe Massenti è entusiasta dell’esperienza, arrivata dopo undici anni di danza, tre milioni di follower su Tik Tok e uno su Instagram, Fabio De Luigi si è detto molto divertito dall'aver interpretato un cattivo così perfido. “Spero sia da favola per famiglie, con le sue fragilità. Un racconto umano è spesso fatto di contraddizioni rispetto a quello che vediamo, all’aspetto fisico e alle carenze affettive. Come due genitori che non l’hanno decisamente amato, portando una persona fragile a scaricare la propria ansia in una cattiveria esagerata verso gli altri. Una dinamica che mi sembra molto attuale.”

Paola Randi si è detta appassionata di effetti speciali fin da bambina. “Aspettavo da tempo Guerre stellari, da fan di Carlo Rambaldi, un genio del settore. Da sempre mi affascina la capacità del cinema di raccontare l’impossibile. Mi sono confrontata con una sceneggiatura pazzesca, che dava la possibilità di giocare con la fantasia. Un film con attori incredibili, fatto col cuore da persone generose, con una supereroina italiana come la Befana. I dialetti aiutano l’identificazione del pubblico, una cosa sempre cruciale. Un film d’azione e fantasia ha poi bisogno di una musica coinvolgente, e Michele Braga ha fatto un lavoro eccezionale. Il cinema nutre il super potere della fantasia. Se ce l’hai non hai niente di cui aver paura nella vita, in un film pieno di una femminilità oltre gli stereotipi.”

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