L'uomo del labirinto: i figli del buio nascosti nelle nostre città
Una scena direttamente dal film di Donato Carrisi per conoscere da vicino delle figure dolorose che tendiamo a dimenticare.

Il buio è centrale nelle storie di Donato Carrisi. È il luogo d’elezione in cui nascondiamo le nostre paure, quelle che fin da bambini cerchiamo di lasciare sotto al letto, ma è anche la porzione più nascosta, la piega più angosciante delle nostre città in cui il regna il dolore di chi è stato rapito. Un limbo delle persone scomparse che attraversa la produzione letteraria dello scrittore pugliese, e ora anche quella cinematografica, come ci dimostra il suo nuovo adattamento di un suo lavoro, L’uomo del labirinto, uscito nelle sale con nuovi incassi, mentre nientemeno che Ken Follett ha consigliato la lettura del libro al pubblico americano.
Lo scrittore, infatti ha twittato così: "Fate attenzione a L'uomo del labirinto (Into the Labyrinth), scritto da Donato Carrisi, intrigante e davvero pauroso". Il tutto mentre Carrisi continua a interagire con il suo pubblico sui misteri del labirinto. Disatribuito da Medusa, il film ha superato negli incassi un grande rivale come Doctor Sleep, seguito ideale dello Shining di Stephen King. L'incasso è stato nel fine settimana d'apertura di oltre 1 milione e 260 mila euro.
Chi sono i figli del buio? Lo scopriamo insieme a Toni Servillo, private eye tutto sgualcito ma dal cuore generoso, in questa scena piena di atmosfera.