John Williams dà l'addio al cinema: "Indiana Jones 5 sarà il mio ultimo film"
John Williams, a cui dobbiamo la colonna sonora di tanti capolavori della storia del cinema, ha deciso di smettere di lavorare per i film. Dopo Indiana Jones 5 farà altro, per esempio imparare a giocare a tennis alla tenera età di 90 anni.

Il musicista e compositore John Williams ha deciso di andare in pensione. Lo farà una volta terminato il lavoro per Indiana Jones 5, film a cui tiene particolarmente perché la colonna sonora dei quattro capitoli precedenti della saga con protagonista Harrison Ford la dobbiamo a lui. Attenzione, però: Williams non smetterà di comporre, semplicemente darà l'addio al cinema, cosa che capiamo perfettamente, visto il suo gigantesco contributo alla settima arte: si pensi soltanto ai vari Star Wars, ad altri importanti film di Steven Spielberg come Schindler’s List, a JFK e a L'inferno di cristallo, per citare soltanto alcuni titoli. E che dire degli Oscar? il nostro ne ha vinti cinque.
John Williams saluta le colonne sonore
In un’intervista ad AP News, John Williams ha dichiarato che Indiana Jones 5 sarà il suo ultimo film, e probabilmente a convincerlo è stato proprio l’addio al cinema del protagonista della saga (ma davvero?). Ecco le parole dell'artista:
Al momento sto lavorando a Indiana Jones 5, film che Harrison Ford, che è abbastanza più giovane di me, ha annunciato essere il suo ultimo, almeno credo. Così ho pensato: se Harrison può farlo, allora forse anche io posso (…) Non ho intenzione di interrompere ogni mia attività. Non so giocare a tennis, ma mi piace pensare che un giorno imparerò.
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E’ davvero encomiabile che a 90 anni John Williams voglia imparare a giocare a tennis. Ma siamo sicuri che colpire una pallina con una racchetta sia più faticoso di una colonna sonora? Sempre nell'intervista Williams ha spiegato che per le musiche di un film di Star Wars sono necessari sei mesi, sottolineando che in futuro la sua priorità sarà dedicarsi a se stesso.
John Williams ha infine parlato dell’importanza del suo lavoro, diventando poetico e sincero come spesso accade quando non si è più nel fiore degli anni e i ricordi acquistano un'importanza fondamentale. Della musica il compositore ha detto:
Mi ha dato la possibilità di lavorare, di vivere e di capire che c'è altro oltre la vita fisica. Senza essere religioso, credo che ci sia una vita spirituale, una vita artistica, un regno che sta al disopra delle mondanità del vivere quotidiano. La musica può elevare il pensiero trasformandolo in poesia (…) Mi è sempre piaciuto pensare che la musica sia più antica del linguaggio, che prima ancora di parlare suonavamo i tamburi e soffiavamo dentro le canne. Quindi la musica ha un ruolo essenziale per l’umanità. A me ha dato la vita.