James Cameron parla del futuro di Terminator
Mentre pensa al nuovo film diretto da Tim Miller, ci dice perché la serie potrebbe avere ancora senso oggi.
James Cameron, in un'intervista con The Daily Beast, tocca ancora l'argomento Terminator: sappiamo già che i diritti del franchise torneranno in mano sua dal 2019, con un nuovo film da lui prodotto, ma diretto da Tim Miller, autore del recente Deadpool. Dopo il quasi-flop di Terminator Genisys, salvato in corner dagli incassi cinesi, e il precedente Terminator Salvation, ancora più detestato dai fan, molti suggeriscono che ormai il marchio sia arrivato al capolinea. James non è d'accordo e ci dice:
"Arranca, cercando di trovare ancora un suo perché. Diciamo che a un certo livello ha perso di rilevanza. Forse le cose che lo resero bello all'epoca ora portano allo sbadiglio. E' facile ricordare con affetto le cose che hanno dato vita a un franchise, ma è dura mantenere un franchise in forma, aggiornato. Non ci metto le mani da Terminator 2, ed era il 1991. Quindi? 26 anni? Ma secondo me è possibile raccontare una grande storia di Terminator oggi, renderla rilevante. Viviamo in un'epoca digitale, Terminator nella sostanza parla del nostro rapporto con la tecnologia, e di come la tecnologia possa rifletterci, nel film letteralmente, in una forma umana che è nemesi e minaccia. Ma anche in quei film, nei due che feci, si parla del modo in cui ci disumanizziamo. Nell'epoca in cui la gente è assorbita dal suo mondo sociale virtuale, insomma... guardatevi intorno. Dico sempre: se Terminator era sulla guerra tra gli esseri umani e le macchine, osservate un qualsiasi ristorante o sala d'attesa di aereoporto e ditemi che le macchine non hanno vinto, che ogni umano che vedete non ne è schiavizzato. Insomma, si può fare un film di Terminator attuale? Certo che sì."
Cameron sembra fiducioso. Nel frattempo, dovrebbe essere al lavoro sui sequel di Avatar: il primo è slittato più e più volte, e ora si spera ancora di portarlo in sala nel 2018.